ORA E' IL TEMPO DELLO SPIRITO SANTO
Seguendo
gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
PFDV
L'Opera dello SPIRITO
SANTO, Opera di Luce infinita,
Opera di Vita divina ed eterna, Opera d'Amore immensurabile!
Fiat,
Fiat, abbi pietà della mia piccolezza; mi sento che non posso contenere
la tua Luce:
sono troppo piccina! Perciò, Tu
stesso forma il vuoto, allargami, così posso contenere più Luce, affinché non
resti soffocata da questa Luce; ché
non mi è dato di poterla tutta abbracciare per rinchiuderla nella piccola anima
mia.
(la
Serva di Dio LUISA PICCARRETA = da LIBRO di CIELO - Vol.
27, 10.11.1929)
Spirito
Santo,
Amore Immacolato del Padre e del Figlio, Tu, che per un preciso Volere,
hai il Verbo, nella Madre, incarnato, vieni nel nostro cuore
e
riempici del Tuo Divino Amore. Tu,
sei Amore sostanziale, poiché sei Essenza Reale che ci conduce ad amare.
Tu, hai in Te i tempi ed i modi di Dio: mostrali anche a noi e conducici
a divenire come Voi. Un unico Amore
ed un unico Volere Vi rendono Persone Une
e Trinitarie e la Vostra Essenza
ci disvelano. Prorompi, Spirito
Santo Amore, prorompi dagli alti
spazi e vieni a prendere sede nel nostro cuore.
Manifesta
a noi, ognora, la Verità e rendici aperti a quanto, via via, ci disvelerai.
Spirito Santo Amore, Uno ed Onnipotente Signore, donaci lo Spirito del Padre e confermaci nell'Amore del Figlio. Tu che sei Unità indissolubile di Trinitaria ed eccelsa Meraviglia Regale, vieni qui sulla terra e riuniscici in uno stesso Spirito. Amore immolato, Amore donato, divieni in noi Amore donante per ognuno dei figli tuoi. Non Ti domandiamo più i sette doni, ma agogniamo in noi la tua presenza.
Fonte sigillata di puro Amore, vieni ed apri le dighe del nostro cuore, perché Tu possa da esso eternamente scaturire. Spirito Santo Amore, donaci la tua stessa luce, la tua stessa pace ed il tuo stesso vigore. Amen.
Lo
SPIRITO SANTO nel Nuovo Testamento
Leggiamo nel
Vangelo di San Giovanni:
<<Nell'ultimo
giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se
qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi
crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo
seno». Disse questo dello Spirito,
che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in Lui; lo Spirito,
infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora
glorificato>>. (Gv
7,37-39)
Nell'Ultima
Cena di Gesù, il giovedì santo, ai discepoli tristi perché il Maestro aveva annunciato loro la sua prossima
dipartita, Gesù li consola promettendo il dono dello Spirito Santo:
<<Se
mi amate, osserverete i miei comandamenti. Ed Io pregherò il Padre ed Egli vi
darà un altro Consolatore,
che rimanga con voi per sempre, lo Spirito
della Verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo
conosce; ma voi lo conoscete, perché
dimora con voi e sarà in voi>>.
(Gv 14,15-17)
Ed ancora:
<<Se
uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi
non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma
del Padre che mi ha mandato. Queste
cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
Ma il Consolatore,
lo Spirito
Santo che il Padre manderà nel
mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho
detto>>. (Gv
14,23-26)
<<Vi
scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà
crederà di rendere culto a Dio. E
faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.
Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora,
ricordiate che ve ne ho parlato. Non
ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.
Ora però vado da Colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda:
Dove vai? Anzi, perché vi ho detto
queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ora io vi dico la verità: è
bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.
E quando sarà venuto, Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla
giustizia e al giudizio. Quanto al
peccato, perché non credono in me; quanto
alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più;
quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato
giudicato.
Molte
cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito
di Verità, egli vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da
sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio;
per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà>>.
(Gv 16,2-15)
E dinnanzi ad un mondo incredulo e
deicida, sarà lo Spirito Santo a rendere testimonianza a Gesù: <<Quando
verrà il Consolatore
che io vi manderò dal Padre, lo Spirito
di Verità che procede dal Padre, Egli Mi renderà testimonianza>>
(Gv 15,26)
Ed
ecco la testimonianza che ci viene dagli Atti
degli Apostoli
(Atti 2,1-39)
<<Mentre
il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello
stesso luogo. Venne
all'improvviso dal cielo un rombo, come di VENTO che si abbatte gagliardo, e
riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero
loro lingue come di FUOCO che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;
ed essi furono tutti pieni di SPIRITO SANTO e cominciarono a parlare in
altre lingue come lo SPIRITO dava loro il potere d'esprimersi.
Si
trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto
il cielo. Venuto quel fragore, la
folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la
propria lingua. Erano stupefatti e
fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti
Galilei? E com'è che li sentiamo
ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo
Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia,
del Ponto e dell'Asia, della Frigia
e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène,
stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti,
Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di
Dio».
Tutti
erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: "Che significa
questo?". Altri invece li
deridevano e dicevano: "Si sono ubriacati di mosto".
(E lo
SPIRITO rende gli Apostoli
testimoni del Signore Gesù:)
Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:
Negli ultimi giorni, dice il Signore, Io
effonderò il mio SPIRITO sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio
SPIRITO
ed essi profeteranno.
Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e
nuvole di fumo. Il sole si
muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.
Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
Uomini
d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù
di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli,
prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben
sapete -, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu
consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete
ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato,
sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo
tenesse in suo potere. [...]
Questo Gesù
Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo
aver ricevuto dal Padre lo SPIRITO SANTO che egli aveva promesso, lo ha effuso,
come voi stessi potete vedere e udire. [...]
Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".
All'udir
tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri
apostoli: "Che cosa dobbiamo fare, fratelli?".
E Pietro disse: "Pentitevi
e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la
remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello SPIRITO SANTO. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per
tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro".
Quello
SPIRITO
DIVINO, SPIRITO
di SANTITà
e FORTEZZA
che, nell'Antico Testamento, Dio effondeva sui Profeti e che Gesù, salito al
Padre, ha mandato sui suoi Apostoli e che, vita della sua Chiesa la rende
testimone del suo Signore fino ai confini della terra, questo
SPIRITO SANTO in origine Iddio alitò sull'uomo nel crearlo per infondergli la
vita, ed in questa vita gli
infondeva un'intelligenza, memoria e volontà, per metterle in rapporto con la
sua Divina Volontà, che doveva dominare tutto l'interno della creatura e dar
vita a tutto.
Riflettendo
sugli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta, nel Volume 12 del LIBRO di
CIELO, al 24 Febbraio 1919 troviamo questo richiamo di Gesù a Luisa:
[...]
"Niente hai detto della creazione dell'uomo, del capolavoro della
Potenza Creatrice, dove l'Eterno non a spruzzi, ma a onde, a fiumi gettava il
suo amore, la sua bellezza, la sua maestria;
e preso da eccesso d'amore metteva Se stesso come centro dell'uomo,
ma Lui ne voleva una degna abitazione. Che
fa dunque questa
Maestà Increata?
Crea l'uomo a sua immagine e somiglianza; dal
fondo del suo Amore vi trae un respiro e col suo alito onnipotente vi infonde la
vita, dotando l'uomo di tutte le sue Qualità, proporzionate a creatura,
facendolo un piccolo Dio.
Sicché tutto ciò che vedi nel creato era un bel nulla a confronto della
creazione dell'uomo. Oh, quanti
cieli, stelle, soli più belli [l'Eterno] stendeva nell'anima creata!,
quanta varietà di bellezza, quante armonie!
Basta dire che mirò l'uomo creato e lo trovò tanto bello da
innamorarsi e, geloso di questo suo portento, Lui stesso si fece custode e
possessore dell'uomo e disse: 'Tutto
ho creato per te, ti do il dominio di tutto; tutto
è tuo e tu sarai tutto mio'.
Tu
non tutto potrai comprendere i mari d'amore, le relazioni intime e dirette, la
somiglianza che corre tra Creatore e creatura.
Ah, se la creatura conoscesse quanto è bella la sua anima, quante doti
divine contiene e come tra tutte le cose create sorpassa tutto in bellezza, in
potenza, in luce - tanto, che si può dire:
'E' un piccolo Dio ed un piccolo mondo che tutto in sé contiene' -
oh, come lei stessa si stimerebbe di più e non imbratterebbe con la più
leggera colpa una bellezza sì rara, un prodigio così portentoso della potenza
creatrice! [...]"
Leggendo
sempre negli Scritti di Luisa Piccarreta nel Volume 29, settembre 29, 1931,
scopriamo quale doveva essere la crescenza della creatura innanzi alla Maestà
Divina e come il vivere nella Divina Volontà è dono che Dio farà alla
creatura.
(Scrive
Luisa:) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà, per seguire i tanti
suoi atti fatti per amor nostro e, giunta nell'Eden, mi son fermata in
quell'atto in cui Dio creava l'uomo. Che
momenti solenni! Che foga
d'amore! Sicché quell'atto si
può chiamare un atto purissimo, completo, sostanzioso, non mai interrotto
d'Amor divino.
Quindi
l'uomo
fu formato, ebbe principio, nacque nell'Amore del suo Creatore:
era giusto che doveva crescere come impastato ed alitato, come una
fiammella, dal soffio di Chi tanto l'amava.
Ma
mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, visitando la piccola
anima mia mi ha detto:
"La
creazione dell'uomo non fu altro che uno sbocco del nostro Amore, ma tanto,
che [l'uomo] non lo potette ricevere tutto dentro di sé,
non avendo capacità di poter chiudere nel suo interno un atto di Colui che
l'usciva alla luce. Onde
il nostro atto rimaneva dentro e fuori di lui, affinché gli potesse servire di
alimento per poter crescere innanzi a Colui che con tanto amore lo aveva creato
e che tanto l'amava. E
siccome non
fu il solo nostro amore che sboccò nel creare l'uomo, ma tutte le nostre
Qualità divine,
quindi sboccò la Potenza, la Bontà, la Sapienza, la Bellezza
e così di seguito, perciò il nostro amore non si contentò d'amarlo, ma
sboccando tutte le nostre Qualità divine, restava la mensa sempre preparata ed
a disposizione dell'uomo, in modo che ogni qualvolta il volesse, potesse
venire a sedersi a questa mensa celeste per alimentarsi della nostra Bontà,
Potenza, Bellezza, Amore e Sapienza e così crescere innanzi a Noi colle nostre
stesse Qualità divine col modello della nostra somiglianza. Ed
ogni qualvolta veniva alla nostra presenza per prendere i nostri sorsi delle
nostre Qualità divine, Noi dovevamo cullarlo sulle nostre ginocchia, per fargli
prendere riposo e fargli digerire ciò che aveva preso, affinché
potesse di nuovo alimentarsi dei nostri sbocchi divini, per formare la sua
crescenza completa di bontà, di potenza, di santità, di bellezza, come il
nostro amore lo desiderava ed il nostro Volere lo voleva.
Noi, quando facciamo un'opera è tanto il nostro amore che tutto
diamo e prepariamo affinché nulla manchi alla nostra opera creatrice;
facciamo opere compiute, non mai a metà, e se qualche cosa pare che
manchi, è la parte della creatura che non prende tutto ciò che Noi abbiamo
messo fuori per suo bene e per gloria nostra".
[...]
"Il vivere nella mia Volontà è un dono che facciamo alla creatura! dono grande che supera
in valore, in santità, in bellezza ed in felicità tutti gli altri doni, in
modo infinito ed inarrivabile. Quando
facciamo questo dono sì grande, non facciamo altro che aprire le porte per
farla posseditrice dei nostri possedimenti divini, luogo dove non più hanno
vita le passioni, i pericoli, né nessun nemico le può nuocere o farle del
male; questo
dono conferma la creatura nel bene, nell'amore, nella stessa vita del suo
Creatore, ed il Creatore resta confermato nella Creatura, quindi succede
l'inseparabilità tra l'uno e l'altro.
Con questo dono la creatura si sentirà cambiata la sorte:
da povera ricca, da malata perfettamente guarita, da infelice si sentirà
che tutte le cose si cambiano per lei in felicità. [...] E'
questo che vogliamo dare alle creature: la
nostra Volontà come dono! perché
guardandola e possedendola come cosa propria, riuscirà facile a farle formare
il suo Regno. Questo
dono fu dato all'uomo nell'Eden, ed ingrato Ce lo respinse, ma Noi non
mutammo Volontà, lo teniamo a riserva; e
ciò che uno Ci respinse, con grazie più sorprendenti Lo teniamo preparato per
darlo agli altri; [...]
Però ci vogliono grandi preparazioni da parte delle creature, conoscere
il gran bene del dono per sospirarlo, ma tempo verrà che la nostra Volontà sarà
posseduta come dono dalla creatura".
Ripensiamo
ancora all'operato
dello SPIRITO SANTO,
al soffio
dell'Alito divino nella creazione dell'uomo.
Dal Volume 24 - Giugno 7, 1928, del LIBRO di CIELO, leggiamo:
[...]
(Gesù dice:) "Quanti
nostri prodigi concorsero nel creare l'uomo!
Col
nostro alito gli fu infusa l'anima, nella quale la nostra paterna bontà gli
infondeva tre soli in cui
formava in essa il perenne e fulgido giorno, non soggetto a nessuna notte.
Questi
tre soli venivano formati dalla Potenza del Padre, della Sapienza del Figlio,
dall'Amore dello SPIRITO SANTO. Questi tre soli, mentre venivano formati nell'anima,
restavano in comunicazione con le Tre Divine Persone, in modo che l'uomo
teneva la via per salire a Noi e Noi tenevamo la via per scendere in lui.
Questi tre soli sono le tre
potenze: intelletto, memoria e
volontà, che mentre son
distinte tra loro, si danno la mano e giungono a formarne anche una sola.
Simbolo della nostra Trinità adorabile, che mentre siamo distinti nelle
Persone, formiamo una sola Potenza, un Intelletto solo ed unica Volontà. Fu
tanto l'amore nel creare l'uomo, che il nostro Amore allora si contentò,
quando gli comunicammo la nostra somiglianza.
Questi tre soli furono messi nel
fondo dell'anima umana come il sole nel fondo della volta del cielo,
[...]"
"Nel
creare l'uomo gli infusi l'anima col mio alito, volendogli infondere la
parte più intima del nostro interno, qual è la nostra Volontà, la quale gli
portava insieme tutte le particelle che poteva contenere, come creatura, della
nostra Divinità, tanto da renderlo una nostra immagine; ma l'uomo ingrato
volle romperla con la nostra Volontà, e sebbene gli rimase l'anima, la volontà
umana che prese posto invece della Divina lo offuscò, lo infettò, e rese tutte
le particelle divine inoperose, tanto da disordinarlo tutto e contraffarlo.
Ora, volendo Io disporlo di nuovo a ricevere questa mia Volontà, è
necessario che Io ritorni di nuovo ad alitarlo, affinché il mio alito gli metta
in fuga le tenebre, le infezioni, e renda operose le particelle della nostra
Divinità, infuse in lui nel crearlo. Oh,
come vorrei vederlo bello, ripristinato come lo creai!
E solo la mia Volontà può operare questo grande prodigio".
[...] (Volume 17 - Luglio 16, 1924:)
[...]
"Tutto il Cielo e tutte le cose da Me create, vivono e ricevono vita
continua dal mio Volere, nel quale trovano la loro completa gloria, la loro
piena felicità e la loro perfetta bellezza, e tutti aspettano con ansia il
bacio dell'anima viatrice che vive nello stesso Volere in cui essi vivono, per
ricambiarle il loro bacio e mettere in comune con essa la gloria, la felicità,
la bellezza che loro posseggono, affinché un'altra creatura si accresca al
loro numero, che Mi ridoni la gloria completa, per quanto a creatura è
possibile, e mi faccia guardare la terra con quell'amore con cui la creai
perché esiste in terra un'anima che opera e vive nella mia Volontà.
Conoscendo il Cielo che nessun'altra cosa Mi glorifica tanto, quanto
un'anima che vive nella mia Volontà, perciò anche loro sospirano che il mio
Volere viva nelle anime sulla terra. Sicché
ogni atto che fa la creatura nella mia
Volontà, è un bacio che dona e riceve da Colui che l'ha creata e da tutti i
Beati. Ma sai tu che cosa è
questo bacio? E' la
trasformazione dell'anima col suo Creatore, è il possesso di Dio nell'anima
e dell'anima in Dio, è la crescenza della Vita Divina nell'anima, è
l'accordo di tutto il Cielo, ed è il diritto della supremazia su tutte le
cose create. L'anima
purgata dalla mia Volontà, mercé quel fiato onnipotente che le venne infuso da
Dio, non più dà nausea dalla
volontà umana, e quindi continua
a fiatarla col suo alito onnipotente, affinché cresca con quella Volontà con
cui la creò. Mentre l'anima che non sia stata ancor purgata sente
l'attrattiva della sua volontà, e quindi agisce contro la Volontà di Dio
facendo la sua, [e] Iddio non può
avvicinarsi a lei per alitarla di
nuovo, sintantoché non si dà tutta all'esercizio e adempimento della Divina
Volontà.
[...]
Iddio
nel creare l'uomo, col suo alito gli infondeva la vita, ed in questa vita gli
infondeva una intelligenza, memoria e volontà, per metterle in rapporto con la
sua, e questa Volontà Divina doveva essere come re, che doveva dominare tutto
l'interno della creatura e dar vita a tutto,
in modo da formare l'intelligenza e la memoria voluta dalla Volontà Suprema
in essa. Formata questa, era come
connaturale che l'occhio della
creatura doveva guardare le cose create e conoscerne l'ordine e la Volontà di
Dio su tutto l'universo; l'udito doveva sentire i prodigi di questa Eterna Volontà;
la bocca, che doveva sentirsi
alitata continuamente dal suo Creatore per comunicarle la vita ed i beni che
contiene il suo Volere, doveva la sua parola far eco a quel Fiat
Eterno per narrare che significa Volontà di Dio;
le mani dovevano essere lo sbocco delle opere di questa Volontà
Suprema; i piedi non dovevano fare altro che seguire passo passo i passi del
suo Creatore. Sicché, stabilita la
Volontà Divina nella volontà della creatura, essa ha l'occhio, l'udito, la
bocca, le mani, i piedi della mia Volontà, non si scosta mai dal principio
donde uscì, quindi sta sempre nelle mie braccia, e riesce facile a lei sentire
il mio fiato,
ed Io ad alitarlo.
Ora, è proprio questo che voglio dalla creatura, che faccia regnare la
mia Volontà nella sua, e che la sua le serva d'abitazione per farla deporre i
beni celesti che contiene. (E Gesù, rivolto a Luisa:)
Questo voglio da te, affinché tutti i tuoi atti improntati dalla mia
Volontà formino un atto solo, che unendosi a quell'atto solo della Mia - che
non ha molteplicità di atti come è nell'uomo - restino in quel principio
eterno per copiare il tuo Creatore e dargli la gloria ed il contento che il suo
Volere sia compiuto in te come si compie in Cielo".
(Vol. 17 - Aprile 23, 1925)
Il 26 Agosto
1928, nel Volume 24, Gesù si rivolge direttamente a Luisa, ma vuole essere di
insegnamento anche a tutte le sue creature:
[...] "Piccola figlia del mio Volere, il
mio alito fiatandoti ti rinnova,
e colla sua potenza vivificatrice distrugge in te l'infezione del germe
dell'umano volere e vivifica il germe del mio Fiat
Divino. Quest'alito
è il principio della vita umana della creatura,
la quale come si allontanò dal mio Volere perdette il mio alito
e, sebbene le restò la vita, tuttavia non sentiva più la forza vivificativa
del mio alito, che vivificandola la
manteneva bella, fresca, a somiglianza del suo Creatore.
Sicché l'uomo senza il mio
alito, rimase come quel fiore che non avendo più pioggia, vento e sole, si
scolorisce, appassisce e declinando il suo capo tende a morire.
Ora
per riabilitare il Regno del mio Volere Divino in mezzo alle creature, è
necessario che ritorni il mio alito continuo in mezzo a loro, che soffiandoli più
che vento faccia entrare in loro il Sole della mia Volontà,
che col suo calore distrugge il germe cattivo dell'umano volere, e ritorna
bello e fresco come era stato creato;
ed il fiore ridrizzando il suo stelo sotto la pioggia della mia grazia,
rialzi il suo capo, si vivifica, si colorisce e tende alla vita del mio Volere,
non più alla morte. Oh, se sapessero le creature il gran bene che sto preparando, le
sorprese d'amore, le grazie inaudite, come sarebbero più attenti!
E chi conosce le conoscenze del mio
Volere, oh, come metterebbero la vita per slanciarle in mezzo al mondo, affinché
le creature si disponessero a ricevere un tanto bene!"
[...]
Alla
luce delle parole di Gesù ora lette, acquista un significato più completo il
piccolo brano che segue, tratto sempre dal Volume 17, che Luisa scrive il 17
settembre 1924:
...
Onde, dopo, il mio dolce Gesù andava prendendo tutti i libri scritti sul suo
Divin Volere, li univa insieme, poi se li stringeva al Cuore, e con una
tenerezza indicibile ha soggiunto: "Li
benedico di cuore questi Scritti; benedico
ogni parola, benedico gli effetti ed il valore che essi contengono;
questi Scritti sono una parte di Me stesso". Poi ha chiamato gli Angeli, i quali si son messi di faccia a
terra a pregare; e siccome stavano
presenti due padri che dovevano vedere gli Scritti, Gesù ha detto agli Angeli
che toccassero la loro fronte per imprimere in loro lo SPIRITO
SANTO, onde infondergli la luce
per potergli far comprendere le Verità ed il bene che ci sono in questi
Scritti. Gli Angeli hanno ciò eseguito, e Gesù, benedicendoci tutti,
è scomparso.
*
Gesù completa gli insegnamenti precedentemente espressi.
Ancora nel Volume 17 del Libro
di Cielo, al giorno 3 Giugno
1925, leggiamo:
Il
tutto fu fatto nella Creazione, in essa, la Divinità manifestò tutta la sua
Maestà, Potenza e Sapienza, e fece sfoggio del suo Amore completo verso le
creature. Ma se l'uomo non prende
la Divina Volontà come sua vita, le opere della Redenzione e Santificazione
non avranno i loro copiosi effetti.
(Scrive Luisa Piccarreta:)
Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Santo Voler Divino, e pensavo
tra me: "Dove Nostro Signore
Iddio ha fatto di più per la creatura: nella
Creazione, nella Redenzione o nella Santificazione?"
Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno mi faceva
vedere tutta la Creazione. Quanta
sublimità! Che magnificenza! Quante armonie! Che
ordine! Né c'è punto né del
cielo né della terra in cui Iddio non ha creato una cosa speciale e distinta, e
con tale maestria che i più grandi scienziati, innanzi alla più piccola cosa
creata da Dio, sentono che tutta la loro scienza e maestria è un bel nulla
paragonata alle cose create da Dio, piene di vita e di moto. Oh, come è vero che guardare l'universo e non conoscere
Iddio, non amarlo e non crederlo è vera pazzia!
Tutte le cose create sono come tanti veli che lo nascondono, e Iddio
viene a noi in ogni cosa creata come velato, perché l'uomo è incapace di
vederlo svelato in carne mortale. E'
tanto l'amore di Dio verso di noi, che per non abbagliarci con la sua Luce,
per non intimorirci con la sua Potenza, per non farci prendere vergogna della
sua Bellezza, per non farci annientare innanzi alla sua Immensità, si vela
nelle cose create per venire in ogni cosa creata verso di noi e starsi con noi,
anzi, farci nuotare nella sua stessa Vita.
Mio Dio, quanto ci hai amato e quanto ci ami!
Onde,
dopo che mi ha fatto guardare tutto l'universo - continua
Luisa -, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia
mia, il tutto fu fatto nella Creazione; in
essa, la Divinità manifestò tutta la sua Maestà, Potenza e Sapienza, e fece
sfoggio del suo Amore completo verso le creature, né c'è punto né del cielo
né della terra, né in ogni cosa creata in cui non si veda la completazione
delle opere nostre, nessuna cosa fu fatta a metà.
Iddio nella Creazione fece pompa di tutte le sue opere verso le creature,
amò d'amore completo e fece opere complete, né c'era né che aggiungere né
che togliere, sicché il tutto feci. Né
Noi sappiamo fare opere incomplete, anzi in ogni cosa creata fu messo, nella
Creazione, un amore distinto e completo verso di ciascuna creatura.
La Redenzione non fu altro che una riparazione ai mali che aveva fatto la
creatura, nulla aggiunse all'opera della Creazione. E la Santificazione non è altro che aiuto,
grazia, luce perché l'uomo ritorni al suo primiero stato della Creazione,
alla sua origine e allo scopo per cui fu creato,
poiché nella Creazione, con la virtù della mia Volontà, la santità
dell'uomo era completa, perché usciva da un atto completo di Dio;
era santo e felice nell'anima perché la mia Volontà gli portava i
riflessi della santità del suo Creatore, come pure santo e felice nel corpo.
Ah! figlia mia, - lamenta Gesù - con tutta la Redenzione e l'opera della
Santificazione, la santità nell'uomo è incompleta, e per altri è come
inutile; questo dice che se
l'uomo non si volge indietro, per prendere la mia Volontà come vita, come
regola e come cibo, per
purificarsi, nobilitarsi, divinizzarsi e
prendere il primo atto della Creazione,
per prendere la mia Volontà come sua eredità assegnatagli da Dio, le
stesse opere della Redenzione e Santificazione non avranno i loro copiosi
effetti.
Sicché il tutto sta nella mia
Volontà, se prende questa prende tutto, è un solo punto che abbraccia e
racchiude i beni della Redenzione e della Santificazione, anzi, questi beni, chi
vive nelle mia Volontà, avendo preso il primo punto della Creazione, gli
servono non di rimedio come a chi non fa la mia Volontà, ma di gloria e come
loro eredità speciale, portata dalla Volontà del Padre Celeste nella Persona
del Verbo sulla terra. E se Io
venni sulla terra, fu proprio questo il primo atto, di far conoscere la Volontà
del Padre mio per rannodarla di nuovo con le creature.
Le pene, le umiliazioni, la mia vita nascosta e tutto il mare immenso
delle pene della mia Passione, furono rimedi, medicine, sostegni, luce, per far
conoscere la mia Volontà, perché con ciò non solo avrei l'uomo salvo, ma
santo; con le mie pene lo mettevo
in salvo, con la mia Volontà gli restituivo la santità perduta nell'Eden
terrestre. Se ciò non facessi, il
mio amore, la mia opera non era completa come lo fu nella Creazione, perché è
solo la mia Volontà che ha virtù di rendere complete le opere nostre verso le
creature, e le opere delle creature verso di Noi.
La mia Volontà fa pensare diversamente, fa guardare in tutte le cose
create la mia Volontà, parla con l'eco della mia Volontà, opera attraverso i
veli della mia Volontà, in una parola, fa d'un solo colpo tutto a seconda del
mio Supremo Volere; mentre le altre
virtù agiscono lentamente, a poco a poco.
La mia stessa Redenzione, senza dell'atto primo della mia Volontà,
serve come medicare le piaghe più profonde, come medicina per non farlo morire,
come antidoto per non farlo cadere nell'inferno.
Perciò - dice ancora Gesù a Luisa
- ti stia a cuore la sola mia Volontà se vuoi amarmi davvero e farti
santa".
Lo
SPIRITO SANTO di Dio vuole assolutamente ridare alla sua creatura il suo alito
continuato, ma per poterlo ricevere la creatura deve vivere nel Volere Divino. Solo rientrando nel Fiat Divino l'uomo può ritornare al
suo posto d'onore ed operare insieme col suo Creatore.
(Volume 26 - Aprile 28, 1929):
(Scrive Luisa:)
Stavo facendo il mio
giro nel Fiat Divino per seguire i suoi atti nella Creazione e, giunta
nell'Eden, la mia povera mente si è fermata nell'atto quando Dio
creava l'uomo ed alitandolo gli infondeva la vita,
e pregavo Gesù che alitasse
la povera anima mia per infondermi il primo alito divino della Creazione, affinché col loro alito rigeneratore potessi
ricominciare la mia vita tutta nel Fiat
e secondo lo scopo per cui mi avevano creata. Ma mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro
il mio interno, come in atto di volermi alitare e mi ha detto: "Figlia mia, è
nostra Volontà che la creatura risalga nel nostro Seno, tra le nostre braccia
creatrici, per ridarle il nostro alito continuato ed in questo alito darle la
corrente che genera tutti i beni, gioie e felicità. Ma per poter dare questo alito, l'uomo deve vivere nel
nostro Volere, perché solo in Esso Lo può ricevere e Noi darlo. Il nostro Fiat tiene tale virtù da rendere inseparabile la creatura da Noi, e ciò
che Noi siamo e facciamo per natura, lei lo può fare per grazia.
Noi
col creare l'uomo non lo mettevamo a distanza da
Noi e,
per averlo insieme con Noi gli davamo la nostra stessa Volontà Divina, La quale
gli darebbe il primo atto, ad operare insieme col suo Creatore.
Fu questa la causa che il nostro Amore, la nostra Luce, le nostre gioie,
la Potenza e Bellezza nostra, rigurgitarono tutte insieme e, straripando fuori
del nostro Essere Divino imbandivano la mensa a colui che avevamo con
tant'amore formato colle nostre mani creatrici e generato col nostro stesso
alito. Volevamo goderci l'opera
nostra, vederlo felice della nostra stessa felicità, abbellito della nostra
stessa Bellezza, ricco della nostra ricchezza; molto più che era
Volontà nostra di starci vicino colla creatura, operare insieme e trastullarci
insieme con essa: i giuochi non
si possono fare da lontano, ma da vicino. Ecco
perciò che per
necessità di creazione e per mantenere integra l'opera nostra e lo scopo con
cui l'avevamo creata, l'unico mezzo era dotare l'uomo di Volontà Divina,
La quale lo avrebbe conservato come uscì dalle nostre mani creatrici
e lui avrebbe goduto tutti i beni nostri e Noi dovevamo godere perché lui era
felice.
Perciò
non ci sono altri mezzi per fare che
l'uomo ritorni al suo posto d'onore e che rientri di nuovo ad operare
insieme col suo Creatore ed a vicenda si trastullino insieme, che rientrare di
nuovo nel nostro Fiat, affinché Ce lo porti trionfante nelle nostre braccia che
lo stanno aspettando per stringerlo forte nel nostro Seno divino e dirgli:
'Finalmente dopo seimila anni sei tornato;
sei andato errante, hai provato tutti i mali, perché non c'è bene
senza il nostro Fiat; hai provato abbastanza e toccato con mano ciò che significa
uscire da Esso, perciò non uscirne più e vieni a riposarti ed a godere ciò
ch'è tuo, perché nel nostro Volere tutto ti fu dato'.
Quindi
figlia mia, sii attenta, tutto ti daremo se vivi sempre nel nostro Fiat;
il
nostro alito prenderà piacere a fiatarti sempre,
per strariparti le nostre gioie, la nostra Luce, la nostra Santità e
comunicarti l'attitudine delle nostre opere, affinché sempre insieme possiamo
tenere la piccola figlia rigenerata dalla nostra Divina Volontà".
[...]
"E'
prerogativa del mio Voler Divino
mettere al sicuro tutto ciò che possiede.
Quindi quando entra nell'anima
come possessore di essa, tutte le cose le mette al sicuro;
mette al sicuro la santità, la
grazia, la bellezza, le virtù tutte e, per fare che tutto fosse al sicuro, fa
sostituire [tutto] nell'anima [con] la sua Santità divina, la sua Bellezza,
le sue Virtù, tutto in modo divino e, mettendovi il suo suggello ch'è
intangibile da ogni cambiamento, rende la creatura intangibile da ogni pericolo.
Sicché per chi vive nel mio Volere nulla c'è più da temere, perché
lui ha assicurata ogni cosa colla sua assicurazione divina".
[...]
Nel progetto
divino l'alito dello SPIRITO SANTO di Dio verso la sua creatura non doveva mai
essere spezzato per completare in essa la vita divina:
(Volume 29 - Ottobre 12, 1931):
[...]
"Solo il mio Volere conserva e
mantiene intatto, con un atto continuo, il principio della creazione della
creatura. Il
nostro Ente Supremo dava il principio ed animava la sua vita colla potenza del
nostro alito divino; quest'alito
non doveva essere mai spezzato,
molto più che quando Noi diamo e facciamo un atto, non lo ritiriamo giammai, e
questo serve per formare opere compiute dell'essere che mettiamo alla luce. Questo nostro primo atto, mentre serve per dar principio e
formare la vita, la continuazione, serve per fare della creatura un nostro atto
compiuto, e come
l'alitiamo, così formiamo in essa i nostri atti continui per completare la
nostra vita divina. Il nostro
alito, come lo diamo forma, a sorsi a sorsi, la crescenza di questa vita nostra
nella creatura.
Il nostro alito,
come si dà, così forma il nostro atto compiuto di santità, di bellezza,
d'amore, di bontà, e così
di seguito; e quando l'abbiamo
riempita tanto in modo che non abbiamo dove più mettere quell'atto nostro,
nella creatura, perché essa è limitata, il nostro alito
cessa e termina la sua vita in terra, e per eternare il nostro alito nel Cielo, trasportiamo la nostra vita formata in essa, il
nostro atto compiuto, nella nostra Patria Celeste come trionfo della nostra
Creazione. Non vi è rarità più
bella di queste vite ed atti compiuti, nostri, nel Celeste Soggiorno!
Esse sono le narratrici della nostra potenza, della foga del nostro
amore, sono voce parlante del nostro alito
onnipotente che, lui solo, poteva formare la vita divina, il nostro atto
compiuto nella creatura. Ma sai tu
dove possiamo formare questa vita e questo nostro atto compiuto, per quanto a
creatura è possibile ed immaginabile di ricevere dal suo Creatore?
Nell'anima che vive nella nostra
Divina Volontà e si fa dominare da Essa.
Ah, solo in lei possiamo formare la
nostra vita divina e formare il nostro atto compiuto!
Il nostro Volere dispone la creatura a ricevere tutte le Qualità e
colori divini, ed il
nostro alito non mai interrotto, come pennello peritissimo, dipinge con maestria
ammirabile ed inimitabile le più belle sfumature e vi forma i fac-simile del
nostro Essere Supremo [...] Per Noi fare un atto compiuto è la gloria più grande che più Ci
glorifica, è l'amore più intenso che più Ci decanta, è la potenza che Ci
inneggia continuamente. Ma ahimè!
per chi non vive nel nostro Volere, quanti nostri atti spezzati, senza
compimento! quante nostre vite divine, appena concepite o al più nate senza
crescere! [Le creature che non vivono nel Voler Divino] Spezzano la
continuazione del nostro lavoro e Ci legano le braccia per poter andare avanti;
[...] è l'umano volere
che, opponendosi al Nostro, Ci mette nell'impotenza di formare la nostra vita
divina in esse. [...]
In Cielo non si entra se non si possiede la nostra vita divina, o almeno
concepita o nata; e tale sarà la
gloria, la beatitudine del beato, per quanta crescenza ha formata della nostra
vita in esso. Ora, qual sarà la
differenza di chi appena è stata concepita, nata o cresciuta con piccole
proporzioni, da chi Ci ha fatto formare vita compiuta?
Sarà tanta la differenza che si rende incomprensibile all'umana
creatura. Quelli saranno come il
popolo del Regno Celeste, invece i nostri fac-simile saranno come principi,
ministri, la corte nobile, l'esercito regio del Gran Re.
Perciò chi fa la mia Divina Volontà e vive in Essa può dire:
'Faccio tutto ed appartengo, anche da questa terra, alla Famiglia del mio
Padre Celeste'".
E l'11 Giugno
1925 - nel Volume 17 - Gesù spiega a Luisa come
il
male di non fare la Divina Volontà è irreparabile.
E, come la Divina Volontà è l'equilibrio degli Attributi di Dio, così
dovrebbe essere l'equilibrio degli attributi dell'uomo.
La
mia povera mente - scrive ancora Luisa - me la sentivo immersa nella Santissima
Volontà di Dio, oh! come avrei voluto che neppure un respiro, un palpito, un
moto, io facessi fuori del Voler Supremo! Mi
sembrava che tutto ciò che si fa fuori
della Volontà di Dio ci fa perdere nuova bellezza, nuova grazia e luce, e ci
mette come in dissomiglianza col nostro Creatore, mentre Gesù vuole che in
tutto somigliamo al nostro Supremo Fattore;
e in che altro modo più facile possiamo rassomigliarlo, che ricevere in
noi la Vita continua della sua Santissima Volontà?
Essa ci porta i riflessi, i lineamenti del nostro Padre Celeste, ci
mantiene integro lo scopo della Creazione, ci accerchia in modo da conservarci
belli e santi qual Dio ci ha creato, e ci dà quel sempre nuovo di bellezza, di
luce, d'amore non mai interrotto che solo in Dio si trova.
Ora, mentre la mia mente si perdeva nel Voler Eterno, il mio dolce Gesù
stringendomi a Sé, con voce sensibile mi ha detto:
- E quindi - "Figlia mia, non
c'è cosa che possa uguagliare il gran male di non fare la mia Volontà, non
c'è bene che possa pareggiarlo, non c'è virtù che possa stargli di
fronte, sicché il bene che si perde col non fare la mia Volontà è
irreparabile, e solo col ritornare di nuovo in Essa può trovare rimedio, ed
essere restituiti i beni che la nostra Volontà aveva stabilito di dare alla
creatura. Invano s'illudono le
creature di fare altre opere, virtù, sacrifizi, se non sono parto della mia
Volontà e per compirla: non sono da Me riconosciuti;
molto più che sta stabilito di dare la grazia, gli aiuti, la luce, i
beni ed il giusto premio a chi opera per compire la mia Volontà.
E poi, la mia Volontà è eterna, non ha principio né avrà fine;
e chi può calcolare un atto fatto nella mia Volontà, senza principio e
senza fine? Quell'atto viene
circondato, riempito di beni senza fine, qual è la mia Volontà tale rende
l'atto. Invece, le altre virtù,
le opere e sacrifizi senza della mia Volontà, hanno un principio, come pure la
fine; che gran che di premio
possono ricevere cose soggette a perire?
Oltre
di ciò, la mia Volontà è l'equilibrio dei miei Attributi:
Se la mia Potenza non avesse questa Volontà Santa, si svolgerebbe in
tirannia verso chi tanto Mi offende, invece equilibrando la mia Potenza, Mi fa
versare grazie dove dovrei versare furore e distruzione.
La mia Sapienza, se non fosse per la mia Volontà che le dà vita sempre
nuova, non manifesterebbe tanto arte e maestria nelle opere nostre.
La nostra Bellezza sarebbe scolorita e senza attrattiva se non fosse
sostenuta da questa Volontà eterna. La
Misericordia si convertirebbe in debolezza se non fosse equilibrata dalla mia
Volontà; e così di tutto il resto
dei nostri Attributi. Ora, la
nostra paterna bontà ha tanto amore verso delle creature, che ha stabilito
l'equilibrio dell'uomo nella nostra Volontà;
era giusto che essendo uscito quest'uomo dalla Volontà Suprema, Essa
si facesse vita, mantenesse l'equilibrio a tutto l'operato dell'uomo, dandogli
la somiglianza del suo Creatore; sicché si doveva vedere in lui tale dignità, maestà,
ordine nell'agire, da riconoscerlo come parto del suo Fattore.
Onde, anche dall'agire si può vedere se c'è l'equilibrio della
mia Volontà, oppure quello dell'umana. Ecco
perciò la causa di tante opere, forse anche buone, ma non si vede [in esse]
l'equilibrio, il regime, l'ordine, perché manca l'esecuzione della mia
Volontà, e perciò, invece di ammirarsi si biasimano, ed invece di gettare luce
gettano tenebre. Se tutto il bene viene dalla mia Volontà, senza di Essa sono
beni apparenti, senza vita, e forse anche velenosi, che avvelenano chi ne prende
parte".
Ma quanto Amore
Divino respinto dalle creature!...
Ascoltiamo nel Volume 14, al 4
Febbraio 1922 il singhiozzo
di pianto dell'Amore divino che va ramingo perché respinto dalle creature.
Trovandomi
nel solito mio stato - scrive la Serva di
Dio Luisa Piccarreta -, il mio sempre amabile Gesù
Si faceva vedere tutto affannato; il
suo respiro era fuoco, e stringendomi a Sé mi ha detto:
"Figlia mia, voglio refrigerio
alle mie fiamme, voglio sfogare il mio Amore, ma il mio Amore è respinto dalle
creature. Tu devi sapere che Io
nel creare l'uomo, misi fuori da dentro la mia Divinità una quantità
d'Amore che doveva servire come vita primaria delle creature, per arricchirsi,
per sostenersi, per fortificarsi, e per aiuto in tutti i loro bisogni;
ma l'uomo respinge quest'Amore ed il mio Amore va ramingo dacché fu
creato l'uomo e gira sempre senza mai fermarsi, e respinto da uno corre ad un
altro per darsi, e come è respinto dà in singhiozzo di pianto.
Sicché l'incorrispondenza forma il singhiozzo di pianto dell'Amore.
- Ci vengono in
mente le parole dell'Apostolo Paolo agli Efesini (4,30):
"Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio..."
Ed anche le altre: "Lo
Spirito stesso intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili..."
(Rom 8,26) -
Onde,
mentre il mio Amore va ramingo e corre per darsi, se vede uno debole nella vita
dell'anima, povero della mia Grazia, dà in singhiozzo di pianto e gli dice:
"Ahi, se non mi facessi andare ramingo e mi avessi dato alloggio nel
tuo cuore, saresti stato forte e nulla ti mancherebbe!"
Se vede un altro caduto nella colpa, dà in singhiozzo:
"Ahi, se mi avessi dato l'entrata nel tuo cuore non saresti
caduto!" Per quell'altro che
vede trascinato dalle passioni, infangato di terra, l'Amore piange e
singhiozzando gli ripete: "Ahi!
Se avessi preso il mio Amore, le passioni non avrebbero vita su di te, la
terra non ti toccherebbe, il mio Amore ti basterebbe per tutto".
Sicché in ogni male dell'uomo, piccolo oppure grande, lui ha un
singhiozzo di pianto e continua ad andar ramingo per darsi all'uomo.
E
quando nell'Orto del Getsemani si presentarono tutti i peccati innanzi alla
mia Umanità, ogni colpa aveva il singhiozzo del mio Amore;
e tutte le pene della mia Passione, ogni colpo di flagello, ogni spina,
ogni piaga, era accompagnata dal singhiozzo del mio Amore.
Perché se l'uomo avesse amato, nessun male poteva venire; la mancanza d'amore ha germogliato tutti i mali ed anche le
mie stesse pene.
Io,
nel creare l'uomo feci come un re, che volendo rendere felice il suo regno,
prende un milione e lo mette in giro, affinché chi ne vuole ne prenda;
ma per quanto gira, appena qualcuno prende qualche centesimo.
Ora, il re è ansioso di sapere se i popoli prendono il bene che loro
vuol fare, e domanda se il suo milione è finito, per mettere fuori altri
milioni; e gli viene risposto:
'Maestà, appena qualche centesimo [hanno preso]'.
Il re sente il dolore nel sentire che il suo popolo non riceve i suoi
doni e né li apprezza. Onde,
uscendo in mezzo ai suoi sudditi incomincia a vedere, chi coperto di stracci,
chi infermo, chi digiuno, chi tremante di freddo, chi senza tetto, ed il re nel
suo dolore dà in singhiozzo di pianto e dice:
'Ah, se avessero preso i miei soldi non vedrei nessuno che mi fanno
disonore, coperti di stracci, ma ben vestiti;
né infermi, ma sani; non
vedrei nessuno digiuno e quasi morto per fame, ma sazi;
se avessero preso i miei soldi nessuno sarebbe senza tetto, avrebbero
potuto benissimo fabbricarsi una stanza per ricoverarsi'.
Insomma, in ogni sventura che vede nel suo regno lui ha un dolore, una
lacrima, e rimpiange il suo milione che l'ingratitudine del popolo respinge.
Ma è tanta la bontà di questo re, che ad onta di tanta ingratitudine
non ritira questo milione, lo fa continuare a girare, sperando che altre
generazioni possano prendere il bene che gli altri hanno respinto, e così [lui
possa] ricevere la gloria del bene che ha fatto al suo regno.
Così faccio Io. Il mio
Amore uscito non lo ritirerò; continuerà
ad andare ramingo, il suo singhiozzo durerà ancora, fino a tanto che trovi
anime che prendano questo mio Amore fino all'ultimo centesimo, affinché cessi
il mio pianto e possa ricevere la gloria della dote dell'Amore che ho messo
fuori a bene delle creature.
Ma sai tu chi saranno le fortunate che faranno cessare all'Amore il singhiozzo del pianto? Le anime che vivranno nel mio Volere! Loro prenderanno tutto l'Amore respinto dalle altre generazioni; con la potenza della mia Volontà creatrice lo moltiplicheranno quanto vogliano e per quante creature Me lo hanno respinto, ed allora cesserà il suo singhiozzo ed in ricambio sottentrerà il singulto della gioia; e l'Amore appagato darà alle fortunate tutti i beni e la felicità che gli altri non hanno voluto".
La Serva di Dio, Luisa Piccarreta, per obbedire al suo Confessore,
continua
a dire altri modi di fondersi nella Divina Volontà, per dare il ricambio a nome
di tutti, d'amore e gloria per l'opera della Creazione, della Redenzione e
della Santificazione.
Avendo
fatto sentire al confessore ciò che sta scritto in data del 10 Maggio, non è
restato contento e mi ha imposto di riprendere a scrivere il modo di fondermi
nel Santo Voler Divino; ed io, solo
per ubbidire e per timore che il mio Gesù potesse menomamente dispiacersi,
riprendo il mio dire. Ora aggiungo
che mentre si presenta alla mia mente quel vuoto immenso nel fondermi nel
Supremo Volere, la piccola bambina riprende il suo giro, ed elevandosi in alto
vuole ricambiare il suo Dio di tutto
l'amore che ebbe per tutte le creature nella Creazione, vuole onorarlo
come Creatore di tutte le cose, perciò gira per le stelle, ed in ogni
scintillio di luce imprime il mio Ti amo
e gloria al mio Creatore;
in ogni atomo di luce del sole che scende nel basso:
Ti amo e gloria;
in tutta l'estensione dei cieli, tra la distanza d'un passo
all'altro il mio Ti amo e gloria;
nel gorgheggio dell'uccello, nel battere delle sue ali:
amore e gloria al mio Creatore;
nel filo dell'erba che spunta dalla terra, nel fiore che sboccia, nel
profumo che si eleva: amore
e gloria; sull'altezza dei monti e nella profondità delle valli:
amore e gloria. Giro per ogni cuore di creatura, come se mi volessi chiudere
dentro e gridare dentro, ad ogni cuore, il mio Ti amo e gloria al mio
Creatore; vorrei che uno fosse
il grido, una la volontà, una l'armonia di tutte le cose:
Gloria ed amore al mio Creatore.
E
dopo, come se avessi riunito tutto insieme, in modo che tutto dice ricambio
d'amore ed attestato di gloria per tutto ciò che Iddio ha fatto nella
Creazione, mi porto al suo Trono e Gli dico:
"Maestà Suprema e Creatore di tutte le cose, questa piccola bambina
viene nelle vostre braccia per dirvi che tutta la Creazione, a nome di tutte le
creature, Vi dà non solo il ricambio dell'amore, ma della giusta gloria per
tante cose da Voi create per amor nostro. Nella
vostra Volontà, in questo vuoto immenso, ho girato dappertutto, affinché tutte
le cose Vi glorifichino, Vi amino e Vi benedicano; e giacché Vi ho messo in rapporto l'amore tra Creatore e
creatura, che la volontà umana aveva spezzato, e la gloria che tutti Vi
dovevano, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché vincoli,
raffermi tutti i rapporti tra Creatore e creatura;
tutte le cose ritorneranno nell'ordine primiero, da Voi stabilito.
Perciò fate presto, non più indugiate!
Non vedete com'è piena di mali la terra?
Solo la vostra Volontà può arrestare questa corrente, può metterla in
salvo; ma la vostra Volontà
conosciuta e dominatrice!"
Onde
dopo ciò sento che il mio ufficio non è completo, perciò scendo nel basso di
quel vuoto per ricambiare il mio Gesù dell'opera della Redenzione, e come se
trovassi in atto tutto ciò che Lui fece, voglio dargli il mio ricambio di tutti
gli atti che avrebbero dovuto fargli tutte le creature nell'aspettarlo e
riceverlo sulla terra, e poi, come se mi volessi trasmutare tutta in amore per
Gesù, ritorno al mio ritornello e dico: "Ti
amo nell'atto di scendere dal Cielo; v'imprimo il mio Ti
amo nell'atto che fosti concepito; Ti
amo nella prima goccia di sangue che si formò nella tua Umanità;
Ti amo nel primo palpito del tuo cuore, per segnare tutti i tuoi palpiti
col mio Ti amo.
Ti amo nel tuo primo respiro; Ti
amo nelle tue prime pene; Ti amo
nelle prime tue lacrime che versasti nel seno materno.
Voglio ricambiare le tue preghiere, le tue riparazioni, le tue offerte
col mio Ti amo.
Ed ogni istante della tua vita voglio suggellare col mio Ti
amo: Ti amo nel tuo nascere, Ti
amo nel freddo che soffristi; Ti
amo in ogni stilla di latte che succhiasti dalla tua Mamma.
Intendo di riempire coi miei Ti amo
le fasce con cui la tua Mamma Ti fasciò; stendo
il mio Ti amo sopra di quella terra in
cui la tua cara Madre Ti adagiò nella mangiatoia, e le tue tenerissime membra
sentirono la durezza del fieno, ma più che fieno la durezza dei cuori.
Il mio Ti amo in ogni tuo
vagito, in tutte le tue lacrime e pene della tua infanzia.
Faccio scorrere il mio Ti amo
in tutti i rapporti, comunicazioni, amore che avesti con la tua Mamma.
Ti amo in tutte le parole che dicesti, nel cibo che prendesti, nei passi
che facesti, nell'acqua che bevesti. Ti
amo nel lavoro che facesti con le tue mani;
Ti amo in tutti gli atti che facesti nella tua vita nascosta.
Suggello il mio Ti amo in ogni tuo atto interno e pene che soffristi.
Stendo il mio Ti amo su quelle vie che percorresti, nell'aria che respirasti, in
tutte le prediche che facesti nella tua vita pubblica.
Il mio Ti amo scorre nella
potenza dei miracoli che facesti, nei Sacramenti che istituisti.
In tutto, o mio Gesù, anche nelle fibre più intime del tuo Cuore,
imprimo il mio Ti amo, per me e per
tutti. Il tuo Volere mi fa tutto
presente, ed io nulla voglio lasciarti in cui non ci sia impresso il mio Ti
amo; la tua piccola figlia del
tuo Volere sente il dovere, che se altro non sa farti, almeno [Tu] abbia un mio
piccolo Ti amo per tutto ciò che hai
fatto per me e per tutti! E perciò
il mio Ti amo Ti segue in tutte le pene della tua Passione, in tutti gli
sputi, disprezzi ed insulti che Ti fecero;
il mio Ti amo suggella ogni
goccia del tuo Sangue che versasti, ogni colpo che ricevesti, in ogni piaga che
si formò nel vostro corpo, in ogni spina che trafisse la vostra testa, nei
dolori acerbi della crocifissione, nelle parole che pronunziasti sulla croce,
fin nell'ultimo tuo respiro intendo d'imprimere il mio Ti amo. Voglio chiudere
tutta la tua vita, tutti i tuoi atti, col mio Ti amo; dovunque voglio
che Tu tocchi, che veda, che senta il mio continuo Ti amo. Il mio Ti
amo non Ti lascerà mai: il tuo
stesso Volere è la vita del mio Ti amo.
Ma
sai che vuole questa piccola bambina? Che
quel
Divin Volere che tanto amasti e facesti in tutta la tua Vita sulla terra, si
faccia conoscere a tutte le creature, affinché tutte lo amino e adempiano la
tua Volontà come in Cielo così in terra. [Questa piccola bambina] vuole vincerti in amore, affinché
doni la tua Volontà a tutte le creature. Deh!
rendi felice questa povera piccina che non vuole altro che ciò che vuoi Tu:
che la tua Volontà sia conosciuta e regni sulla terra"....
Ora
credo che l'ubbidienza ne sarà in qualche modo contenta -
scrive ancora Luisa - ... E'
vero che in molte cose ho dovuto fare dei salti, altrimenti non la finirei più.
Il fondermi nel Supremo Volere è per me come una fonte che sorge, e ogni
piccola cosa che sento, che vedo, un'offesa fatta al mio Gesù, mi è
occasione di nuovi modi e nuove fusioni nella sua Santissima Volontà.
- Ma ecco ancora
il pressante invito di Gesù: -
Ora
riprendo - scrive Luisa - col dire che
il mio dolce Gesù mi ha detto: "Figlia
mia, a ciò che hai detto sul fonderti nel mio Volere ci vuole un altro appello,
qual è quello di fonderti
nell'ordine della Grazia, in tutto ciò che ha fatto e farà il SANTIFICATORE
ai santificandi, qual è lo SPIRITO SANTO...".
(Volume 17 - 17.05.1925)
- E noi vogliamo
unirci a Luisa: -
Il
mio Ti amo nel tuo Volere è per Te, Maestà Suprema!
Voi,
Divine Tre Persone, siete sempre unite nell'operare, pur se le creature dicono
che la Creazione si addice a Te, Padre mio, e la Redenzione a Te, Figlio Dio,
mio Salvatore; ed io so che
IL FIAT VOLUNTAS TUA SI ADDITERà A TE, O SPIRITO SANTO AMORE,
e so che proprio
NEL FIAT VOLUNTAS TUA, TU, SPIRITO PARACLITO, FARAI SFOGGIO DELLA TUA OPERA
DIVINA.
Ed
ecco che allora IO VENGO, O MAESTà SUPREMA, A FONDERMI NELL'ORDINE DELLA
GRAZIA, PER RICAMBIARE IN AMORE TUTTO CIò CHE TU, SPIRITO
SANTIFICATORE, FAI AI
SANTIFICANDI; VENGO A DARTI LA
GLORIA ED IL RICAMBIO DELL'AMORE, COME SE TUTTI SI FOSSERO FATTI SANTI; VENGO A RIPARARTI TUTTE LE OPPOSIZIONI E LE INCORRISPONDENZE
ALLA GRAZIA.
Nella
Volontà Divina io cerco tutti gli atti della Grazia, o SPIRITO
SANTIFICATORE, per far mio il
tuo dolore, i tuoi gemiti segreti e tutti i tuoi angosciosi sospiri nel fondo
dei cuori quando, scendendo nelle anime per portare la tua Volontà come atto
completo della loro santificazione, ne sei respinto e malamente accolto.
Nella mia piccolezza ecco allora che io vengo ad implorarti:
"SPIRITO
SANTIFICATORE, fa' presto, Ti supplico, Ti riprego:
fa' conoscere a tutte le creature la tua Volontà, affinché,
conoscendola, L'amino ed accolgano il tuo primo atto della loro santificazione
completa, qual è la Santa tua Volontà!" (Cfr.
Vol. 17 - 17.5.1925)
"Figlia
mia, le Tre Divine Persone siamo
inseparabili e distinte, così vogliamo manifestare alle umane generazioni
le nostre opere verso di loro, che mentre siamo uniti tra Noi, ognuno
di Noi vuole manifestare distintamente il suo Amore e la sua opera verso le
creature". (Vol.
17 - 17.05.1925)
Ed è
contemplando l'opera del DIVIN
PARACLITO ed ascoltando, amato Gesù, i
gemiti dello SPIRITO SANTO
nell'operato della tua Chiesa, che vogliamo far cessare all'Amore il
singhiozzo del pianto seguendolo col nostro continuo ricambio d'amore, con la
nostra riparazione, col nostro rendimento di gloria, quella stessa gloria che la
Maestà Suprema riceve da tutto l'operato della sua stessa Divina Volontà. Quando sento allora i
gemiti dello Spirito Santo nei Sacramenti,
subito mi fondo, mio dolce Gesù,
nel Santo tuo Voler Divino, per
venire a ricambiarti col mio piccolo amore di tutto ciò che hai fatto nella
Redenzione e, volando nella tua Volontà, scendo
nel fondo di ogni Sacramento che per noi Tu hai istituito, per
darti, in ognuno, il mio piccolo ricambio di amore.
Ma, quante tue lacrime segrete vi
trovo e quanti sospiri amari e gemiti soffocati dello SPIRITO
SANTO per
le tante disillusioni dell'Amore Divino!
Amor mio, Gesù, nei tuoi Sacramenti Tu vuoi continuare la tua Vita in
mezzo ai figli tuoi, qui sulla terra, ma ahimè, quanti dolori Ti riservan le
creature in ciascun Sacramento! Ed
io, nel tuo Volere, mi associo ai dolori tuoi per darti il mio piccolo ricambio
d'amore per tutto ciò che Tu hai fatto e soffri per noi.
Perciò, vengo a consolare il gemito grande del tuo Amore Divino in ogni
tuo Sacramento! Vengo a
mettere il mio grazie e Ti benedico, lì dove ogni neonato viene
battezzato e col Battesimo Tu gli restituisci l'innocenza ritrovando il figlio
tuo e restituendogli i diritti perduti sulla Creazione;
metto il mio grazie e Ti benedico sul tuo sorriso d'amore mentre
gli metti in fuga il nemico affinché non abbia più diritto su di lui e lo
affidi agli Angeli mentre tutto il Cielo gli fa festa.
Ma subito devo mettere il mio dolore e perdono sul grande
tuo dolore nel vedere in quel battezzato un tuo prossimo nemico, un novello
Adamo e, forse, pure un'anima perduta! Ed
anche metto il mio gemito amoroso a far compagnia ai gemiti dolenti del tuo
Amore che vede troppe volte che anche il ministro stesso del Sacramento nel
battezzare non lo fa col dovuto rispetto, dignità e decoro che si conviene al
Sacramento che contiene la nuova rigenerazione, e si sta più attenti ad una
bagatella o ad una scena qualsiasi che ad amministrare un Sacramento divino!
Io metto allora su ogni Battesimo il mio dolore,
perdono e Ti amo, per consolarti e darti il mio ricambio d'amore.
Continuando,
o mio dolce Gesù, a girare nella tua
Volontà per tenerle compagnia negli atti della Grazia, passo al Sacramento
della Cresima dove vedo che Tu, con questo Sacramento, ridoni il coraggio alla
tua creatura e le restituisci le forze perdute per renderla invincibile a tutti
i nemici ed alle sue stesse passioni, e la metti tra le tue milizie affinché
militi per l'acquisto della Patria Celeste.
Su ogni atto di questo Sacramento metto il mio grazie e Ti benedico!,
o SPIRITO
PARACLITO, mentre Ti vedo
ridonare alla tua creatura il tuo bacio amoroso e le prodighi mille carezze
esibendoti compagno della sua carriera. Ma,
il mio dolore e perdono scorre subito sui tanti tuoi sospiri amari, o
grande CONSOLATORE,
quando, in cambio, molte volte Ti senti restituire il bacio del traditore e
disprezzare le tue carezze, mentre l'anima fugge dalla tua compagnia!
E quanti tuoi gemiti e quanta attesa per il ritorno della tua creatura, e
quante tue voci segrete al cuore a chi fugge da Te!
Ma tutto invano! Io vengo
allora a tenerti compagnia, o SPIRITO
SANTO AMORE, e metto il mio
bacio, il mio ricambio di Ti amo su ogni tuo gemito, e piango insieme a
Te per tanta sconoscenza!
E
senza fermarmi continuo il mio volo nel Divino Volere per accompagnarti nei tuoi
atti, nel Sacramento della Penitenza. Ma,
pur qui, quanta ingratitudine verso di Te, io trovo!
Quanti abusi e profanazioni da parte di chi amministra il Sacramento e da
parte di chi lo riceve! Ed allora,
in questo Sacramento io metto il mio bacio su ogni goccia di quel Sangue Divino
che si mette in atto sopra il peccatore pentito per scendere sulla sua anima e
lavarlo ed abbellirlo e sanarlo e fortificarlo e restituirgli la grazia perduta;
metto il mio grazie sulla tua mano che pone nelle mani del
penitente le chiavi del Cielo che il peccato gli aveva strappato;
ricambio col mio bacio ogni bacio pacifico del tuo perdono che Tu metti
sulla fronte dell'anima pentita. Ma,
ahi, quanti tuoi gemiti strazianti sento sfuggirti, o DIVIN
SPIRITO, quando vedi avvicinarsi
le anime a questo Sacramento del tuo Amore senza alcun dolore o, forse per
abitudine o come per uno sfogo del cuore umano!
Voglio consolarti per il grande tuo dolore nel vedere che la creatura
molte volte invece di venire a trovare la vita dell'anima ed arricchirsi di
Grazia, viene a trovare la morte o a sfogare le proprie passioni, riducendo il
Sacramento ad una burla o ad una chiacchierata, ed il Sangue Divino invece di
scender nell'anima come sacro lavacro, scende come fuoco che maggiormente
isterilisce! SPIRITO
SANTO AMORE, in quante
Confessioni ti sento piangere mentre ripeti:
'Ingratitudine umana, quanto sei grande!
Dovunque cerchi d'offendermi e, mentre ti offro la Vita, tu ricambi in
morte la stessa Vita ch'io offro!' Mi unisco alla tua pena e piango con Te
in ogni Sacramentale Confessione, ed a nome di ogni penitente vengo io a
prendere su di me ogni goccia di quel Sangue Divino;
vengo a darti il mio Grazie!, vengo ad accogliere riconoscente
ogni tua grazia divina ed a mettere il mio piccolo ricambio d'amore sul tuo
Amore penante!
Ed
il mio amore, gareggiando col tuo Amore, non si arresta, o SPIRITO
SANTO AMORE. Percorro tutti i tabernacoli del mondo per venire a consolare
il tuo inenarrabile dolore che geme in ciascuna Ostia sacramentale.
Col
Sacramento dell'Eucaristia, mio dolce Gesù, le anime non ricevono la sola
vita loro, ma è la stessa tua Vita che si dà a loro per formare la tua Vita in
esse; ed in ogni Comunione
vuoi far crescere e sviluppare questa tua Vita in loro così che ogni creatura
possa dirti: 'Io sono un altro
Te, Cristo Gesù!' Eppure, quanto
pochi ne profittano! Ed io metto il
mio pianto nel tuo pianto quando, rompendo i veli dell'Ostia che Ti coprono,
Ti trovo bagnato di pianto perché Tu conosci bene la sorte che Ti aspetta nello
scendere nei cuori delle creature! Voglio
allora farti scudo con la mia vita quando la creatura, ripetendoti la tragedia
della tua Passione, Ti fa trovare le armi per ferirti!
Voglio lenirti ogni ferita e consolare anche il tuo gran dolore di quando
la creatura, appena consumate le specie sacramentali, invece di pressarti a
restare con lei, Ti costringe ad uscire bagnato di lacrime.
Mio dolce Gesù, voglio quietare il tuo pianto ed il pianto del SANTO
SPIRITO, baciando ed asciugando
ogni vostra lacrima e nascondendole nei miei Vi amo, Vi benedico e Vi
ringrazio; mi rendo presente in
ogni vostro gemito segreto per tenervi compagnia e consolarvi, dandovi in ogni
Ostia consacrata il mio continuo ricambio d'amore per rendere meno doloroso il
vostro penare.
E
scendo insieme a Te, mio amato Gesù, nel Sacramento dell'Ordine, per
consolare anche qui il tuo Amore Divino; ma
è proprio qui che vi trovo i tuoi più intimi dolori nascosti, le tue lacrime
più amare ed i tuoi gemiti più strazianti.
Ti adoro, o Volontà Divina, in questo Sacramento dell'Ordine,
col quale costituisci l'uomo d'una altezza suprema, d'un carattere divino,
il ripetitore della tua Vita, l'amministratore dei Sacramenti, il rivelatore
dei tuoi segreti, del tuo Vangelo, della Scienza più sacra, il paciere tra il
Cielo e la terra, il portatore di Gesù alle anime, eppure, ahimè, quanto ne
sei malamente ricambiata! Voglio
consolare la tua Maestà Suprema per quante volte vede nell'ordinato un Giuda,
un usurpatore del carattere che gli viene impresso. Oh, SPIRITO
SANTO, quanto gemi nel vedere
nell'ordinato strapparti le cose tue più sacre, il carattere più grande che
esiste fra Cielo e terra! Io vengo
allora a mettere il mio dolore e perdono! su ogni profanazione che
l'ordinato fa del Sacramento dell'Ordine non vivendo secondo il carattere
che gli è impresso; vengo a
consolare il tuo grido di dolore, il tuo pianto amaro, il tuo gemito straziante.
L'Ordine è il Sacramento che racchiude tutti gli altri Sacramenti
insieme e, se l'ordinato sa conservare in sé integro il carattere ricevuto,
mette quasi in salvo gli altri Sacramenti divenendo lui il tuo stesso difensore
e salvatore; ma quando Tu, mio
amato Gesù, nell'ordinato non vedi questo, il tuo dolore si accentra di più
ed i tuoi gemiti sono più continui e dolenti. O SPIRITO
CONSOLATORE, io faccio scorrere
il mio ricambio d'amore, il mio Ti amo!, in ogni atto sacerdotale, per
fare compagnia al tuo Amore gemente e consolarti.
Ed
ora presto l'orecchio del mio cuore per ascoltare i profondi gemiti divini nel
Sacramento del Matrimonio, perché: quanti
disordini in esso! Adoro, o
mio Gesù, il decreto divino che eleva il Matrimonio a Sacramento per mettervi
in esso un vincolo sacro, il simbolo della Sacrosanta Trinità, mettervi
l'Amore Divino che Essa racchiude, così che l'amore che doveva regnare nel
padre, madre e figli, la concordia, la pace, dovevano simboleggiare la tua
Famiglia Celeste, perché volevi avere sulla terra tante altre famiglie simili
alla tua Famiglia Divina, o Creatore nostro Padre!
Adoro e benedico il tuo disegno che vuole tante famiglie
destinate a popolare la terra come altrettanti angeli terrestri, da ricondurre a
popolare le Regioni Celesti! Ma,
anche in questo Sacramento, quanti tuoi gemiti divini io odo, per tante famiglie
di peccato, che simboleggiano l'inferno con la discordia, col disamore, con
l'odio, che popolano la terra come tanti angeli ribelli, che serviranno forse
a popolare l'inferno! SPIRITO
SANTO AMORE, non voglio più
farti gemere con gemiti strazianti in questo Sacramento:
vengo a mettere il mio ricambio d'amore in ogni Matrimonio, vengo a
mettere il mio Ti amo in ogni cuoricino di creatura che viene alla luce.
E
il mio ricambio d'amore
ed il mio Ti benedico, giunge, o Padre Creatore, fin sul letto del
morente, quando viene amministrato il Sacramento dell'Estrema Unzione col
quale Tu a qualunque costo vuoi mettere in salvo il peccatore morente e
confermare la santità ai buoni e ai santi e mettere l'ultimo vincolo tra Te e
la creatura, imprimendo in ogni anima redenta il suggello del Cielo, per
purificarla ed abbellirla, dandole l'ultima pennellata per disporla a partire
dalla terra e farla comparire innanzi a Te, Padre Divino.
Ti amo, o SPIRITO
SANTO AMORE, in questo
Sacramento col quale Tu fai l'ultimo sfoggio del tuo Amor Divino dando
all'anima l'ultima rivestitura ed assettando tutte le sue opere buone.
Metto il mio Ti ringrazio e Ti benedico su questa Unzione
Sacra con la quale Tu agisci in modo sorprendente per chi è vivo alla tua
Grazia, coprendo l'anima come da celeste rugiada che le smorza, come d'un
sol fiato, le passioni ed ogni attacco alla terra ed a tutto ciò che non
appartiene al Cielo. Ma, pur qui,
quanti tuoi gemiti io sento e quante tue lacrime amare per tante indisposizioni
e trascuratezze e tante perdite di anime, per tanta poca santità da confermare
ed opere buone da riordinare e rassettare!
Per consolare questo dolore divino, io vengo sul letto di ogni morente
per far sentire a tutti i vostri gemiti ed il vostro pianto nell'atto di
amministrare il Santo Sacramento dell'Unzione Estrema;
a tutti voglio dare le vostre lacrime, perché tutti, piangendo col
vostro stesso dolore divino, si dispongano a ricevere nel modo dovuto il dono di
questo Sacramento. E vengo quindi a
mettere il mio Ti ringrazio e Ti amo in ogni volta che il Sacramento è
amministrato; su questo Sacramento
che è l'ultimo sfoggio del vostro Divino Amore verso la sua creatura!
Nella
tua Volontà Divina, o Maestà Suprema, io vengo a farti visita in ogni tuo
Sacramento - perché in tutti Tu mi aspetti! - vengo a dare ad ogni tuo gemito e
sospiro, per ogni mio fratello, il mio piccolo ricambio d'amore e la mia
compagnia.
(Cfr.
Vol. 18 - 5.11.1925)
Luisa stessa vedendo l'incorrispondenza all'Amore divino ed il
dilagare del male nel mondo, quasi dubita che possa venire il Regno della Divina
Volontà, ma Gesù la rassicura dicendole che Dio
manderà il vento irresistibile dello SPIRITO SANTO che purificherà la terra:
Ed ecco, dal Volume 33, Luglio 14, 1935, la
consolante Certezza del Regno della Divina Volontà
sulla terra.
Dio
manderà un Vento impetuoso per purificare le generazioni.
E
la Regina del Cielo sarà messa a capo di questo Regno.
- Scrive Luisa -
La mia mente è
sempre di ritorno nel mare interminabile del Voler Divino, il quale, come
mormora sorride d'amore alla creatura e vuole i suoi sorrisi d'amore, non
vuole che gli resta dietro e non gli renda la pariglia.
Non fare ciò che fa la Divina Volontà mentre si vive in Essa, è quasi
impossibile; ma chi può dire che
[cosa] sente la creatura in questo mare divino?
La purezza dei suoi baci, i suoi casti amplessi che le infondono pace
celeste, vita divina, fortezza tale da vincere lo stesso Dio!
Oh, come amerei che tutti provassero, che venissero a vivere in questo
mare, certo che non uscirebbero mai più! Ma
mentre ciò pensavo, dicevo tra me: "Ma
chi sa chi lo vedrà questo Regno del Fiat
Divino quando verrà? Oh, come
sembra difficile!" Ed il mio
amato Gesù facendomi la sua breve visitina mi ha detto: "Figlia mia, eppure verrà;
tu misuri l'umano, i tempi tristi che involgono le presenti
generazioni, e perciò ti sembra difficile, ma l'Ente Supremo tiene le misure
divine, le quali sono tanto lunghe, che ciò che all'umano è impossibile a
Noi è facile. Non
dobbiamo fare altro che un vento impetuoso, il
quale sarà tanto forte che [gli uomini] si faranno portare dalle correnti del
vento, che purificherà
l'aria malsana dell'umana volontà
e di tutte le cose tristi di questi tempi ne farà un mucchio e le sperderà
come polvere investita da un vento impetuoso.
Il
nostro vento sarà tanto forte, impetuoso ed operante, che non riuscirebbe
facile il resistergli;
molto più che le
sue ondate saranno zeppe di grazie, di luce, d'amore, che affogheranno le
umane generazioni e si sentiranno trasformate.
Quante volte un vento forte non sbalza città intere e trasporta uomini,
alberi, terre, acqua, in altri luoghi e forse anche lontani, senza che si
possono opporre? Molto più il
nostro vento divino, voluto, decretato da Noi, con la nostra forza creatrice.
E poi, c'è la Regina del Cielo
che col suo impero prega continuamente che
venga il Regno della Divina Volontà sulla terra;
e quando mai Le abbiamo negato nulla?
Le sue preghiere sono venti impetuosi per Noi, che non possiamo
resisterle, e la stessa forza che Lei possiede della nostra Volontà è per Noi
impero, comando. Lei ne tiene tutto
il diritto d'impetrarlo, perché Lo possedeva in terra e Lo possiede in Cielo,
quindi come posseditrice può dare ciò che è suo, tanto che questo
Regno sarà chiamato il Regno dell'Imperatrice Celeste.
Farà da Regina in mezzo ai suoi figli in terra, metterà a loro
disposizione i suoi mari di grazie, di santità, di potenza, metterà in fuga
tutti i nemici; [i suoi figli] li
crescerà nel suo grembo, li nasconderà nella sua luce coprendoli col suo
amore, alimentandoli, con le sue proprie mani, con il cibo della Divina Volontà.
Che non farà questa Madre e Regina in mezzo a questo suo Regno, come
suoi figli e come suo popolo? Darà
grazie mai udite, sorprese mai viste, miracoli che scuoteranno Cieli e terra; Le daremo tutto il
campo libero, perché Ci formi il Regno della nostra Volontà sulla terra.
Sarà la guida, il vero modello;
sarà pure il Regno della Sovrana
Celeste Regina. Perciò
[- prosegue Gesù rivolto a Luisa,
ma anche a tutti noi! -] prega anche tu insieme con Lei ed a suo tempo
otterrete l'intento".
Ed
allora, da <<La
Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà>>,
vogliamo ascoltare dalla stessa nostra Madre Regina il racconto del momento
glorioso della
PENTECOSTE,
quel momento al quale, nell'Atto Unico della Divina Volontà, Lei ci fa
partecipi: 30° Giorno
-
del mese di Maria, il mese di Maggio -
La
Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà.
La Maestra degli Apostoli, sede e centro della Chiesa nascente, barca di
rifugio. La discesa dello SPIRITO
SANTO.
L'anima
alla sua Madre Celeste: Eccomi
a te di nuovo, Sovrana del Cielo. Mi
sento verso di te talmente tirata, che numero i minuti, aspettando quando la tua
Altezza Suprema mi chiami per darmi le belle sorprese delle tue lezioni materne.
Il tuo amore di madre mi rapisce ed il mio cuore gioisce [nel] sapere che
tu mi ami e sento tutta la fiducia che la Mamma mia mi darà tanto amore [e]
tanta grazia, da formare il dolce incanto alla mia volontà umana, in modo che
il Volere Divino stenderà i suoi mari di luce nell'anima mia e vi metterà il
suggello del suo Fiat in tutti gli atti miei.
Deh, o Mamma santa, non mi lasciare più sola e fa' che scenda in me lo
SPIRITO
SANTO, affinché mi bruci ciò
che alla Divina Volontà non appartiene.
Lezione
della Regina del Cielo: Figlia
mia benedetta, le tue parole fanno eco nel mio Cuore, e sentendomi ferire, mi
riverso in te coi miei mari di grazie. Oh,
come corrono verso la figlia mia, per darti la vita della Divina Volontà!
Se tu mi sarai fedele, io non ti lascerò più. Starò sempre con te per darti in ogni tuo atto, parola e
palpito, il cibo della Divina Volontà.
Ora
ascoltami, figlia mia. Il nostro Sommo Bene Gesù è partito al Cielo e sta innanzi
al suo Celeste Padre a perorare per i suoi figli e fratelli lasciati sulla
terra. Egli, dalla Patria Celeste,
guarda tutti, non gli sfugge nessuno; ed
è tanto il suo amore, che lascia la sua Mamma ancora sulla terra per conforto,
aiuto ed ammaestramento e compagnia dei suoi e miei figli.
Ora
devi sapere, che come il mio Figlio partì al Cielo,
io continuai a stare insieme con gli Apostoli nel cenacolo, aspettando lo
SPIRITO SANTO. Tutti stretti a me
d'intorno, pregavamo insieme;
non facevano nulla senza del mio consiglio.
E quando io prendevo la parola per istruirli e dire qualche aneddoto del
mio Figlio che loro non conoscevano, come per esempio, le particolarità della
sua nascita, le sue lacrime infantili, i suoi tratti amorosi, gli incidenti
successi nell'Egitto, le tante meraviglie della vita nascosta in Nazareth, oh,
come erano attenti ad ascoltarmi, [e] restavano rapiti nel sentire le tante
sorprese, i tanti insegnamenti che mi dava, che dovevano servire per loro!
Perché mio Figlio poco o nulla parlò di Sé stesso con gli Apostoli,
riserbando a me il compito di far [loro] conoscere quanto li aveva amati e le
particolarità che solo la sua Mamma conosceva.
Sicché, figlia mia, io ero in mezzo ai miei Apostoli più che il sole
del giorno; e fui l'ancora, il
timone, la barca dove trovarono il rifugio per starsene sicuri e difesi da ogni
pericolo. Perciò posso dire che
partorii la Chiesa nascente sulle mie ginocchia materne e le mie braccia furono
la barca [nella quale] la guidai a porto sicuro e la guido tuttora.
Onde,
giunse il tempo che scese
lo SPIRITO SANTO promesso dal Figlio mio nel cenacolo. Che trasformazione, figlia mia!
Come furono investiti, acquistarono
nuova scienza, fortezza invincibile, amore ardente;
una nuova vita scorreva in essi, la quale li rendeva impavidi e
coraggiosi, in modo che si divisero in tutto il mondo per far conoscere la
Redenzione e mettervi la vita per il loro Maestro;
ed io restai con l'amato Giovanni e fui costretta ad uscire da
Gerusalemme, perché incominciò la tempesta della persecuzione.
Figlia
mia carissima, tu devi sapere che io continuo ancora il mio Magistero nella
Chiesa: non vi è cosa che da me
non discende; posso dire:
mi sviscero per amore dei figli miei e li nutrisco col mio latte materno.
Ora, in questi tempi, voglio
mostrare un amore più speciale col far conoscere come tutta la mia vita fu
formata nel Regno della Divina Volontà.
Perciò ti chiamo sulle mie ginocchia, fra le mie braccia materne ché
facendoti da barca, tu resti sicura di vivere nel mare della Divina Volontà.
Grazia più grande non potrei farti.
Deh, ti prego, contenta la Mamma
tua! Vieni a vivere in questo Regno
sì santo! E quando vedi che la
tua volontà vorrebbe avere qualche atto di vita, vieni a rifugiarti nella
sicura barca delle mie braccia, dicendomi:
"Mamma mia, la mia volontà mi vuol tradire ed io la consegno a te,
affinché metta al suo posto la Divina Volontà".
Oh,
come sarò felice se potrò dire:
"La figlia mia è tutta mia, perché vive di Volontà Divina!" Ed io
farò scendere lo SPIRITO SANTO nell'anima tua, affinché ti bruci ciò che è
umano e col suo soffio refrigerante imperi sopra di te e ti confermi nella
Divina Volontà.
L'anima:
Maestra divina, oggi la tua piccola figlia si sente il cuore gonfio, tanto da
sfogarmi in pianto e bagnare con le mie lacrime le tue mani materne.
Un velo di mestizia mi invade e temo che non farò profitto dei tanti
tuoi insegnamenti e delle tante tue più che materne premure.
Mamma mia, aiutami, fortifica la mia debolezza, metti in fuga i miei
timori, ed io, abbandonandomi nelle tue braccia, sarò certa di vivere tutta di
Divina Volontà.
Ed è
il soffio divino dello SPIRITO SANTO che Gesù ci dona che con la sua
benedizione rinnova la Creazione e tutte le creature.
(Volume 12 - Novembre 28, 1920)
"...
Per creare l'universo dissi un Fiat, e col solo Fiat riordinai
ed abbellii cielo e terra. Nel
creare l'uomo, il mio alito onnipotente gli infuse la vita. Nel dar principio alla mia Passione volli, con la mia parola onnipotente e creatrice, benedire la mia Mamma,
ma non era solo Lei che benedivo: nella
mia Mamma vedevo tutte le creature; era
Lei che teneva il primato su tutto ed in Lei benedivo tutti e ciascuno;
anzi, benedivo ciascun pensiero, parola, atto, ecc.;
benedivo ciascuna cosa che doveva servire alla creatura.
Come quando il mio Fiat onnipotente creò il sole e questo sole
senza diminuire di luce né di calore sta facendo il suo corso per tutti e per
ciascuno dei mortali, così la mia parola creatrice, benedicendo restava in atto
di benedire sempre sempre, senza mai cessare di benedire, come mai cesserà di
dare la sua luce il sole a tutte le creature.
Ma
non è tutto ancora, con la mia benedizione volli rinnovare i pregi della
Creazione; volli
chiamare il mio Celeste Padre a benedire, per comunicare alla creatura la
Potenza; volli benedirla a nome mio
e dello SPIRITO SANTO, per comunicarle la Sapienza e l'Amore e così rinnovare
la memoria, l'intelletto e la volontà della creatura, restituendola sovrana
di tutto.
Sappi
però che nel dare voglio, e la mia cara Mamma comprese e subito Mi benedisse,
non solo per Sé, ma a nome di tutti. Oh,
se tutti potessero vedere questa mia benedizione! La sentirebbero
nell'acqua che bevono, nel fuoco che li riscalda, nel cibo che prendono, nel
dolore che li affligge, nei gemiti della preghiera, nei rimorsi della colpa,
nell'abbandono delle creature; in
tutto sentirebbero la mia parola creatrice che gli dice - ma sventuratamente
non sentita -: 'Ti
benedico in nome del Padre, di Me, Figlio e dello SPIRITO SANTO!
Ti benedico per aiutarti, ti benedico per difenderti, per perdonarti, per
consolarti; ti benedico per farti
santo'. E la creatura farebbe
eco alle mie benedizioni, col benedirmi anche lei in tutto.
Questi sono gli effetti della mia benedizione, cui la mia Chiesa,
ammaestrata da Me, Mi fa eco e, quasi in tutte le circostanze,
nell'amministrazione dei Sacramenti ed altro, dà la sua benedizione".
Stampato
in proprio dal Gruppo di Preghiera "Divino
Volere e Divino Amore"Tel.
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