NOVENA
A SAN RAFFELE ARCANGELO
PRIMO GIORNO
San
Raffaele, sublime spirito della corte celeste e fedele guida delle anime belle,
che per ordine di Dio hai preso sembianze umane per custodire il giovane Tobia,
con-durlo sano e salvo a Rage di Media e ricon-durlo alla casa paterna,
glorioso arcangelo, sii anche la mia guida e il mio custode nel pellegrinaggio
di questa vita, affinché sia liberato da ogni pericolo e la mia anima si
conservi pura da tutti i peccati e meriti così di essere ammessa alla casa del
nostro Padre celeste, per contemplarlo e amarlo con te per tutta l'eternità.
Padre,
Ave, Gloria
SECONDO GIORNO
San
Raffaele, tenero protettore degli infelici, che t'incaricasti con angelica carità
di riscuotere i dieci talenti deposi-tati da Tobi presso Gabael, degnati anche,
te ne prego, di accordarmi la tua protezione in tutte le mie necessità e in
tutti i miei affari, affinché questi siano volti alla gloria di Dio e al bene
eterno della mia anima.
Padre,
Ave, Gloria
TERZO GIORNO
San
Raffaele, celeste liberatore, che strappi le anime alle potenze infernali, in
nome di questa bontà che ti fece libera-re Sara dal potere di Asmodeo e
incatenare questo spirito malvagio nel deserto dell'Al-to Egitto, difendimi
sempre da tutte le suggestioni e trappole del demonio; ottie-nimi da Dio la
grazia di uscire sempre vit-torioso contro le potenze dell'inferno fino al mio
ultimo respiro.
Padre,
Ave, Gloria
QUARTO GIORNO
San
Raffaele, amabile consolatore delle anime afflitte, per quella gioia che hai
dato ai genitori di Sara salvando la loro figlia dalla potenza del demonio, e
per quella pace che hai restituito alla loro famiglia, ottieni anche per me la
pace del cuore e la gioia dello Spirito Santo, affin-ché io conduca una vita
costantemente santa fino al mio ultimo respiro.
Padre,
Ave, Gloria
QUINTO GIORNO
San
Raffaele, zelante difensore di coloro che t'implorano, come hai liberato il
giovane Tobia dal pesce che minacciava di divorarlo, libera anche me dal male
che vorrebbero farmi i miei nemici; ottieni per loro la grazia di pentirsi e di
ritornare sul diritto sentiero della salvezza.
Padre,
Ave, Gloria
SESTO GIORNO
San Raffaele, celeste e prudente medico, inviato da Dio in terra per la salvezza degli uomini, ti supplico, per la guarigione del vecchio Tobi al quale hai procurato la gioia di rivedere il suo amato figlio, illumi-na la mia anima e ottieni dal Signore che io conosca sempre la sua santa volontà e che la compia perfettamente fino all'ultimo soffio della mia vita.
Padre,
Ave, Gloria
SETTIMO GIORNO
Glorioso
principe delle falangi angeliche, incaricato di portare agli uomini ogni sorta
di benedizione, per quell'abbondanza di beni temporali di cui ricolmasti la
casa di Tobi, ottieni anche per me dal Signore tutti i beni spirituali e
corporali che mi sono necessari per arrivare sicuro e con maggiori merito alla
salvezza eterna.
Padre,
Ave, Gloria
OTTAVO GIORNO
Celeste
arcangelo, che innamorato unicamente della gloria di Dio hai rifiutato le
ricompense e gli elogi di Tobia, ottienimi una tale purezza d'intenti affinché
agisca sempre in modo soprannaturale e mai per dei motivi umani.
Padre,
Ave, Gloria
NONO GIORNO
Glorioso
arcangelo, che sei uno dei sette spiriti privilegiati sempre presente davanti al
trono di Dio e che gli presenti senza sosta le buone azioni e le preghiere delle
sue creature, ottienimi di camminare alla santa presenza del mio Signore, di
perorare presso di Lui la causa dei peccatori e di praticare in tutte le cose la
carità verso il prossimo.
Padre,
Ave, Gloria
Per
chi volesse saperne di più su Tobia e Tobi e Sara, può leggere il libro della
Sacra Bibbia
T O B I A
Intorno al 730 a.C., l'assedio e caduta di
Samaria (724-722 a.C.) e la deportazione d'Israele in Assiria.
Capitolo 1
Meriti di Tobia 1
- Tobia, della tribù e della città di Neftali (che è nell'alta Galilea
sopra Naasson, dopo la via che conduce ad occidente, ed ha a sinistra la città
di Sefet, 2 fu fatto
prigioniero al tempo di Salmanasar re degli Assiri. Ma pure essendo in schiavitù
non lasciò la via della verità, 3 tanto
che di tutto quel che poteva avere faceva parte ogni giorno ai fratelli compagni
d'esilio della sua tribù. 4 Anche
quand'era de' più giovani della tribù di Neftali, in tutte le sue azioni non
si comportò mai da ragazzo. 5 Quando
tutti andavano [a prestar culto] ai vitelli d'oro fatti fare da Geroboamo re
d'Israele, egli solo fuggiva il consorzio degli altri; 6
se n'andava in Gerusalemme al tempio del Signore, ed ivi adorava il
Signore Dio d'Israele, offrendo fedelmente tutte le sue primizie e decime, 7
tanto che ogni tre anni distribuiva ai proseliti ed ai forestieri tutta
la loro decima. 8 Queste e le altre simili prescrizioni egli aveva
osservate sin da fanciullo, secondo la legge di Dio. 9
Fatto poi uomo, aveva preso per moglie Anna, della sua tribù, e generato
da lei un figlio, al quale aveva messo il suo stesso nome, 10
insegnandogli fin dall'infanzia a temere Dio, ed a fuggire ogni peccato.
11 Quando fu condotto in schiavitù
con la moglie ed il figlio nella città di Ninive, insieme a tutta la sua tribù,
12 mentre gli altri mangiavano
degli alimenti de' gentili, egli serbò pura la sua anima, e mai si contaminò
co' loro cibi. 13 Ed essendo con tutto il suo cuore rimasto fedele a Dio, Dio
gli fece trovar favore presso il re Salmanasar, 14
il quale gli dette facoltà d'andare ovunque volesse, e libertà di far
tutto quello che voleva. 15 Si
recava dunque da quelli ch'erano prigionieri, e dava a loro ammonimenti
salutari. 16 Venuto poi in Rages,
città de' Medi, avendo dieci talenti d'argento de' quali era stato regalato dal
re, 17 visto tra i molti suoi
connazionali Gabelo, della sua tribù, in bisogno, dette a lui quella somma
d'argento, dietro ricevuta in scritto. Sue tribolazioni. 18 Dopo poi molto tempo, morto il re Salmanasar, regnando in sua
vece Sennacherib suo figlio il quale aveva in odio i figli d'Israele, 19
Tobia ogni giorno andava a visitare quei della sua parentela, li
consolava, e soccorreva ciascuno, come poteva, delle proprie sostanze. 20
Dava da mangiare agli affamati, vestiva gl'ignudi, seppelliva i morti e
gli uccisi. 21 Quando il re
Sennacherib fu tornato dalla Giudea fuggendo il flagello che su di lui per la
sua bestemmia aveva inviato il Signore, uccidendo egli per ira molti de' figli
d'Israele, Tobia ne seppelliva i cadaveri. 22
Come ciò fu annunziato al re, comandò che egli fosse ucciso, e confiscò
tutte le sue sostanze. 23 Tobia però
col figlio e con la moglie, spogliato di tutto, fuggì, e potè nascondersi,
perchè era amato da molti. 24 Ma
quarantacinque giorni dopo, il re fu ucciso da' suoi propri figli; 25
e Tobia rientrò nella sua casa, e tutti i suoi averi gli furono
restituiti.
Capitolo 2
Cecità di Tobia. 1
- Or dopo queste cose, essendo una solennità del Signore, e fattosi in
casa di Tobia un buon pranzo, 2 disse
egli al figliuolo: «Va' e conduci qualcuno della nostra tribù, timorato di
Dio, perchè faccia banchetto con noi». 3
Partitosi quegli, tornò raccontando che uno de' figli d'Israele giaceva
assassinato su una piazza. Subito Tobia, alzatosi dal suo divano, e lasciato il
pranzo, digiuno si recò a quel corpo, 4
lo prese, e lo portò nascostamente nella sua casa, per dargli sepoltura
segretamente dopo il tramonto del sole. 5
Nascosto il cadavere, prese cibo piangendo e tremando, 6
ripensando alle parole dette dal Signore per bocca del profeta Amos: «Le
vostre feste si cambieranno in lamenti ed in lutto». 7
Quando poi il sole fu tramontato, andò e lo seppellì. 8
Ora di ciò lo rimproveravano tutt'i suoi parenti, dicendogli: «Già per
questa cosa fu dato ordine d'ucciderti, ed a fatica scampasti alla morte; ed ora
di nuovo seppellisci i morti?». 9 Ma
Tobia, temendo più Iddio che il re, portava via i corpi degli uccisi, li
nascondeva nella sua casa, e nel cuor della notte li seppelliva. 10
Accadde dunque un certo giorno che, stanco del lavoro della sepoltura,
tornato a casa, si sdraiò presso il muro, e s'addormentò. 11
Ora, mentre dormiva, da un nido di rondini gli cadde sugli occhi dello
sterco caldo, e lo rese cieco. 12 Questa
prova permise il Signore che gli sopravvenisse, acciò i posteri avessero
l'esempio della pazienza di lui, come di quella del santo Giobbe. 13 Difatti, avendo sempre sin dall'infanzia temuto Dio ed
osservato i suoi comandamenti, non si lamentò con Dio per essergli avvenuta la
disgrazia di perder la vista; 14 ma
stette fermo nel timore di Dio, rendendo a Dio grazie in tutti i giorni della
sua vita. 15 Come al beato Giobbe
facevano insulto i re, così questi parenti e prossimi di Tobia schernivano la
sua condotta, dicendogli: 16 «Dov'è
andata la tua speranza, per la quale davi elemosine, e seppellivi i morti?». 17
Ma egli li sgridava, e diceva loro: «Non dite così; 18
perchè noi siamo figli di santi, ed aspettiamo la vita che Dio darà a
quelli che non perdono mai la loro fede in lui». 19
Anna poi, sua moglie, lavorava ogni giorno al telaio, e col lavoro delle
sue mani ricavava da vivere come poteva. 20
Ora accadde che avendo preso un capretto, lo portò a casa. 21
Ed il suo marito, sentendolo belare, disse: «Badate bene ch'e' non sia
rubato, e rendetelo a' suoi padroni; perchè non c'è permesso mangiare o
toccare cosa alcuna rubata». 22 Al
che la sua moglie incollerita rispose: «Proprio si vede che la tua speranza è
stata vana, e si vede il frutto delle tue elemosine». 23
Con queste ed altre simili parole lo rimproverava.
Capitolo 3
Preghiera di Tobia.
1 - Allora Tobia gemendo e piangendo si mise a pregare, 2
e disse: «Tu sei giusto, o Signore, e giusti sono tutt'i tuoi giudizi, e
tutte le tue vie sono misericordia, verità e giustizia. 3
Ora, Signore, rammentati di me: non far vendetta dei miei peccati, e non
ricordare i peccati miei nè de' miei genitori. 4
Siccome non obbedimmo a' tuoi comandamenti, ecco che siamo stati
spogliati, fatti prigionieri, messi a morte, e divenuti la favola ed il ludibrio
di tutt'i popoli tra' quali tu ci hai dispersi. 5
Grande è, Signore, la tua giustizia, perchè non abbiamo agito in
conformità dei tuoi precetti, e non abbiamo camminato rettamente dinanzi a te.
6 Ed ora, Signore, fa' di me
secondo la tua volontà; e comanda che l'anima mia passi in pace; perchè per me
è meglio morire che vivere». Tribolazione e preghiera di Sara. 7
Ora in quel medesimo giorno accadde che Sara figlia di Raguele, in Rages
città de' Medi, udì anch'essa dirsi improperio da una schiava del padre suo. 8
Era Sara stata sposa di sette mariti, ed un demonio di nome Asmodeo li
aveva fatti morire appena le si erano accostati. 9
Adunque avendo essa per una certa sua colpa sgridata l'ancella, questa le
rispose dicendo: «Che mai abbiamo a vedere un figliuolo o una figliuola tua
sulla terra, o assassina de' tuoi mariti. 10
Vuoi forse uccidere anche me, come già hai ucciso sette mariti?». Ciò
udito, Sara salì nella camera alta di casa sua, e per tre giorni e tre notti
non mangiò nè bevve, 11 ma in
continua orazione pregava il Signore con lacrime acciò la liberasse da questa
maledizione. 12 Al terzo giorno
poi, terminando la sua preghiera e benedicendo il Signore, 13
disse: «Benedetto è il tuo nome, o Dio de' padri nostri, che dopo
esserti sdegnato usi misericordia, e nel tempo della tribolazione perdoni i
peccati a quelli che t'invocano. 14 A
te, Signore, rivolgo la mia faccia; in te fisso i miei occhi. 15
Prego, Signore, che tu mi sciolga dalla catena di questa maledizione, o
che senz'altro tu mi cavi di questo mondo. 16
Tu sai, o Signore, che non ho mai desiderato uomo disordinatamente, ed ho
serbata monda da ogni concupiscenza l'anima mia. 17
Non mi son mai mescolata con quelli che scherzano, nè ho preso parte con
quelli che operano alla leggiera. 18 Consentii
a prender marito, non per mia concupiscenza, ma nel timor tuo. 19
Ma, o io ero indegna di loro, od essi forse non erano degni di me, perchè
tu forse mi riserbavi ad un altr'uomo. 20 I
tuoi consigli infatti non sono in nostre mani. 21
Questo però tiene per certo chiunque ti onora: che se nella sua vita sarà
messo alla prova, sarà poi coronato; se si troverà nella tribolazione, ne verrà
liberato: e se tu lo castigherai gli sarà dato di conseguire la tua
misericordia. 22 Tu infatti non ti
compiaci della nostra perdizione; dopo la tempesta fai tornare la tranquillità;
e dopo le lacrime ed i pianti sai infondere il gaudio. 23
Sia benedetto ne' secoli il nome tuo, o Dio d'Israele!». 24
Quel giorno, le preghiere di ambedue furono esaudite nel cospetto della
gloria del sommo Iddio, 25 e
l'angelo Santo del Signore, Raffaele, fu mandato a consolare quei due, le cui
preghiere in un medesimo tempo erano state pronunziate dinanzi al Signore.
Capitolo 4
Tobia manda il figliuolo in Media.
1 - Tobia dunque, credendo
che la sua preghiera di poter morire sarebbe esaudita, chiamò a sè il
figliuolo Tobia, 2 e gli
disse: «Ascolta, figliuol mio, le parole del mio labbro, e mettile in cuore
come un fondamento. 3 Quando
il Signore avrà chiamata a sè l'anima mia, tu seppellisci il mio corpo. Onora
la madre tua sinchè vivrà; 4 perchè
devi ricordare quali e quanti pericoli essa ha corso per te portandoti in seno.
5 Quando poi anche essa avrà compiuto il tempo della sua
vita, la seppellirai presso di me. 6
In tutto il tempo della tua vita, abbi Dio in mente; bada di non mai
consentire al peccato, e di non trasgredire i precetti del Signore Dio nostro. 7
Fa' elemosina delle tue sostanze, e non rivolger mai la tua faccia da
nessun povero; così avverrà che nemmeno da te rivolgerà la sua faccia il
Signore. 8 Secondo che
potrai, così farai la carità. 9 Se avrai molto, darai con abbondanza; se poco, anche
quel poco cerca di darlo volentieri. 10 Così
ti metterai da parte una bella ricompensa pel giorno del bisogno. 11
L'elemosina infatti libera da tutti i peccati e dalla morte, e non
permette che l'anima vada al luogo delle tenebre. 12
L'elemosina sarà al cospetto del sommo Dio un grande argomento di
fiducia per tutti quelli che l'avran fatta. 13
Tienti lontano, figliuol mio, da ogni fornicazione, e non ti permettere
mai di far peccato con una che non sia la tua moglie. 14
Non lasciare che la superbia prevalga mai ne' tuoi pensieri o nelle tue
parole; da essa infatti trasse origine ogni male. 15
Chiunque abbia fatto per te un qualche lavoro, tu subito dagliene la
mercede; mai rimanga in tua mano la paga del tuo operaio. 16 Quello che a te dispiacerebbe se ti venisse fatto da un
altro, bada bene di non farlo mai ad altri tu. 17
Fa' parte del tuo pane agli affamati e bisognosi, e delle tue vesti
ricuopri gl'ignudi. 18 Assegna il
tuo pane e il tuo vino alla sepoltura del giusto; ma non ne mangiare nè bere
coi peccatori. 19 Chiedi sempre
consiglio al savio. 20 Benedici in
ogni tempo il Signore, e chiedigli ch'ei diriga le tue vie, e che in lui restino
ferme tutte le tue risoluzioni. 21 Anche
ti faccio sapere, figlio mio, che quando tu eri ancora bambino, io detti dieci
talenti d'argento a Gabelo, in Rages città della Media, ed ho presso di me la
sua ricevuta. 22 Cerca dunque il
modo d'andare da lui, per riaverne la detta somma d'argento, e rendergli la sua
ricevuta. 23 Non temere, figliuol
mio; noi conduciamo veramente una vita da poveri; ma avremo grandi beni se
temeremo il Signore, se staremo lontani da ogni peccato, ed opereremo il bene».
Capitolo 5
L'angelo Raffaele guida di Tobia.
1 - Allora Tobia rispose al
padre, dicendo: «Tutto quello che m'hai comandato, lo farò, o padre. 2
Come però ricercar quel danaro, non so. Quegli non conosce me, ed io non
conosco lui; che prova gli posso dare? E poi, nemmeno ho mai saputo la strada
per la quale si va laggiù». 3 Allora
gli rispose il padre: «Ho ben io presso di me la sua ricevuta; quando tu gliela
mostrerai, senz'altro ti renderà il denaro. 4
Va' dunque, e cercati qualche uomo dabbene che venga teco, con la dovuta
mercede, così che tu possa ritirare il danaro finchè io sono ancora in vita».
5 Allora uscito fuori Tobia incontrò un giovane
bellissimo, con le vesti succinte, come pronto a mettersi in cammino. 6 E non sapendo ch'ei fosse un angelo di Dio, lo salutò
e gli disse: «Di dove sei tu, buon giovane?». 7
Quegli rispose: «De' figli d'Israele». E Tobia a lui: «Conosci tu la
strada che porta al paese de' Medi?». 8
Rispose: «La conosco, ed ho fatto più volte tutte quelle strade,
fermandomi presso Gabelo nostro fratello, che dimora in Rages città della Media
posta sul monte d'Ecbatane». 9 Tobia
allora gli disse: «Aspettami, ti prego, tanto ch'io annunzi queste cose a mio
padre». 10 Rientrato Tobia raccontò
tutte queste cose al padre, il quale ne restò ammirato, e pregò che [quel
giovane] entrasse. 11 Entrò
dunque, e lo salutò, e gli disse: «La gioia sia sempre con te». 12
Rispose Tobia: «Che gioia vi può esser per me, che seggo nelle tenebre,
e non veggo il lume del cielo?». 13 Gli
disse il giovane: «Sta' di buon animo; s'avvicina il tempo che Dio ti guarirà».
14 Tobia dunque gli domandò: «Potresti
tu condurre mio figlio a Gabelo, in Rages città dei Medi, e quando tornerai ti
darò la tua mercede?». 15 L'angelo
gli disse: «Io lo condurrò, e te lo ricondurrò». 16
Disse Tobia: «Di grazia, dimmi, di che casata e di che tribù sei?». 17 Rispose l'angelo Raffaele: «Cerchi tu la famiglia del
mercenario, o il mercenario stesso che deve accompagnare il tuo figliuolo? 18
Ma per non tenerti in pensiero, sappi ch'io sono Azaria, figlio del
grande Anania». 19 Rispose Tobia:
«Sei d'illustre casata; ma ti prego di non averti a male se ho voluto conoscere
di che famiglia sei». 20 L'angelo replicò: «Sano condurrò, e sano ti ricondurrò il
figlio tuo». 21 E Tobia rispose:
«Fate buon viaggio, ed il Signore sia sul vostro cammino, ed il suo angelo
v'accompagni». Partenza di Tobia. 22
Allora, preparato tutto quello che era da portare in viaggio, Tobia disse
addio al padre ed alla madre, e i due partirono insieme. 23
Partiti che furono, la madre si mise a piangere, dicendo [al marito]: «Hai
preso il bastone della nostra vecchiaia, e lo hai mandato lontano. 24 Oh, non ci fosse mai stato quel danaro, per causa del quale
l'hai fatto partire! 25 La nostra
povertà ci bastava, e potevamo contare come ricchezza il vedere il figlio
nostro». 26 Tobia le rispose: «Non
piangere; il figlio nostro arriverà salvo, e salvo ritornerà a noi, ed i tuoi
occhi lo rivedranno. 27 Credo
invero che il buon angelo di Dio l'accompagni, e disponga tutte in bene le cose
d'intorno a lui, così ch'egli ritorni a noi con allegrezza». 28
A queste parole la madre cessò di piangere, e tacque.
Capitolo 6
Il pesce del Tigri.
1 - Partì dunque Tobia seguìto dal suo cane; e si fermò
per prima tappa sul fiume Tigri. 2 Andato
per lavarvisi i piedi, un pesce enorme uscì per addentarlo. 3
Spaventato, Tobia mandò un gran grido, e disse: «Signore, mi viene
addosso!». 4 Ma l'angelo gli
disse: «Prendilo per una branchia, e tiralo a te». Così fece, e lo tirò a
secco, ed il pesce cominciò a boccheggiare ai suoi piedi. Tobia e l'angelo
5 Allora l'angelo gli disse:
«Sventralo, e mettine da parte il cuore, il fiele ed il fegato, perchè son
necessari per medicamenti molto utili». 6
Il che avendo fatto, arrostì delle sue carni, e le portarono seco in
viaggio; poi salarono il resto, che doveva bastar loro sinchè giungessero in
Rages città de' Medi. 7 Allora
Tobia interrogò l'angelo, e gli disse: «Ti prego, fratello Azaria, dimmi, qual
rimedio contengono queste parti del pesce che m'hai comandato di serbare?». 8
Rispose l'angelo: «Se tu metti sui carboni accesi un pezzetto del suo
cuore, quel fumo scaccia, sia da un uomo sia da una donna qualsiasi sorta di
demoni, e fa sì che non più si riaccostino; 9
il fiele poi è buono per ungere gli occhi ov'è qualche macchia, e li
guarisce». Istruzioni dell'angelo. 10
E Tobia domandò: «Dove vuoi che ci fermiamo?». 11 Rispose
l'angelo: «Sta qui uno, di nome Raguele, tuo parente, della tua tribù; ed ha
una figliuola chiamata Sara, e nessun altro figlio, nè maschio nè femmina,
oltre di lei. 12 A te spetta ogni
suo avere, e tu devi prendere in moglie la sua figliuola. 13
Chiedila dunque al padre suo, e te la darà». 14
Allora Tobia rispose: «So che è stata già data a sette mariti, e son
morti; ed anche ho sentito dire che li abbia uccisi un demonio. 15
Ho dunque paura che anche a me possa avvenire altrettanto; ed essendo io
l'unico figlio de' miei genitori, condurrei al sepolcro, per l'afflizione, la
loro vecchiaia». 16 Gli disse
allora l'angelo Raffaele: «Stammi a sentire, e ti mostrerò quali sono quelli
su' quali può prevalere il demonio. 17 Quelli
che vanno al matrimonio dimenticando Dio, solo per sfogare la propria libidine,
come il cavallo ed il mulo che non hanno intelletto; su quelli il demonio ha
potestà. 18
Ma tu, quando l'avrai ricevuta in sposa, per tre giorni non la toccherai,
ed entrato in camera non ad altro attenderai che a pregare con lei. 19
La notte stessa, bruciando il fegato del pesce, verrà messo in fuga il
demonio. 20 La seconda notte, sarai
ammesso al consorzio dei santi patriarchi. 21
La terza notte, conseguirai la grazia che da voi nascano, sani e salvi,
de' figli. 22 Passata poi la terza
notte, t'accosterai nel timor del Signore a quella fanciulla, mosso dal
desiderio della prole, e non dalla passione, per esser benedetto ne' tuoi
figliuoli discendenti d'Abramo».
Capitolo 7
In casa di Raguele. 1
- Entrarono dunque da Raguele, il quale li ricevè con allegrezza. 2
E guardando Tobia, disse Raguele ad Anna sua moglie: «Come somiglia
questo giovane al mio cugino!». 3 Ciò
detto, domandò: «Di dove siete, o giovani nostri fratelli?». Risposero: «Siamo
della tribù di Neftali, de' prigionieri di Ninive». 4
Chiese loro Raguele: «Conoscete il mio fratello Tobia?». Risposero: «Sì,
che lo conosciamo». 5 Ed
avendo Raguele dette di lui tante buone cose, l'angelo gli disse: «Quel Tobia
del quale tu mi domandi, è il padre di questo giovane». 6
Allora Raguele gli si buttò al collo, e lo baciò piangendo, e fra le
lacrime 7 disse: «Sii
benedetto, figliuol mio; perchè sei figliuolo d'un buono ed ottimo uomo». 8
Anche Anna sua moglie, e Sara loro figlia, piangevano. Tobia ottiene
la mano di Sara. 9 Dopo dunque che ebbero parlato, Raguele ordinò che
s'ammazzasse un montone, e si preparasse un convito. E pregandoli egli di
mettersi a tavola, 10 disse Tobia:
«Io oggi non mangerò qui nè beverò, se prima tu non accetti la mia domanda,
e non mi prometti di darmi Sara tua figlia». 11
Udite queste parole, Raguele sbigottì, sapendo che cos'era accaduto a
quei sette che si erano sposati; ed ebbe paura che anche a questi avesse ad
accadere il simile. Esitando egli adunque, e non rispondendo alla domanda, 12
l'angelo gli disse: «Non temere di dargliela; la figlia tua dev'essere
moglie di lui, che teme Iddio; perciò nessun altri ha potuto averla». 13
Allora disse Raguele: «Non dubito che Dio accolga benevolmente le mie
preghiere e lacrime; 14 credo
ch'egli vi abbia fatti venir qui, acciò questa figliuola si sposasse ad uno
della sua stirpe, secondo la legge di Mosè; non aver dunque dubbio che io non
te la dia». 15 E presa la destra
della figliuola, la mise in quella di Tobia, e disse: «Il Dio d'Abramo, il Dio
d'Isacco, il Dio di Giacobbe sia con voi; egli vi congiunga, e adempia in voi la
sua benedizione». 16 Presa poi una
carta, fecero la scritta del matrimonio. 17
Dopo di che, banchettarono benedicendo il Signore. 18
E Raguele, chiamata a sè Anna sua moglie, le ordinò di preparare
un'altra camera. 19 E vi condusse
Sara sua figlia, la quale piangeva. 20 E
le disse: «Sta' di buon animo, figlia mia. Il Signore del cielo ti dia gioia,
in cambio del dolore da te sofferto».
Tobia e Sara. 1 -
Cenato che ebbero, condussero a lei il giovane. 2 E ricordandosi delle parole dell'angelo, Tobia cavò
dalla sua bisaccia un pezzo di quel fegato, e lo mise sui carboni ardenti. 3
Allora l'angelo Raffaele prese il demonio, e lo confinò nel deserto
dell'alto Egitto. 4 Indi
Tobia ammonì la fanciulla, e le disse: «Levati, Sara; preghiamo Dio oggi,
domani, e doman l'altro. In queste tre notti, non ci uniremo che a Dio; passata
poi la terza notte, saremo marito e moglie; 5
giacchè noi siamo figli di santi, e non possiamo congiungerci alla
maniera de' gentili che non conoscono Dio». 6
Levatisi dunque ambedue, di gran cuore pregavano insieme d'esser fatti
salvi. 7 E Tobia disse: «Signore
Dio de' padri nostri, ti benedicano i cieli e la terra, il mare, i fonti, i
fiumi, e tutte le tue creature che in essi sono. 8
Tu del limo della terra facesti Adamo, e gli desti Eva per aiuto. 9
Ed ora, Signore, tu sai che io prendo in moglie questa mia sorella, non
per lussuria, ma solo per desiderio d'una posterità nella quale il nome tuo sia
benedetto nei secoli de'secoli». 10 E
Sara diceva: «Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, e che ambedue
arriviamo sani alla vecchiaia». Vani timori di Raguele. 11
Or quando fu vicino il canto de' galli, Raguele fece chiamare i suoi
servi, e andarono insieme con lui a scavare una fossa. 12
Diceva infatti: «Gli potrebb'esser accaduto come agli altri sette mariti
che le s'accostarono». 13 Preparata
la fossa, tornato Raguele alla moglie le disse: 14
«Manda una delle tue ancelle a vedere se è morto, ch'io lo seppellisca
avanti che faccia giorno». 15 Ed
essa mandò una delle sue ancelle, la quale entrata nella camera li trovò sani
e salvi che insieme dormivano. 16 Tornata
a dare la buona notizia, Raguele ed Anna sua moglie ne benedissero il Signore,
17 dicendo: «Ti benediciamo,
Signore Dio d'Israele, perchè non è avvenuto come pensavamo; 18
tu ci hai fatto misericordia, hai scacciato da noi il nemico che ci
perseguitava, 19 ed hai avuto pietà
di due figli unici. Fa', Signore, ch'essi ancor più ti benedicano, e t'offrano
un sacrificio di lode per la loro incolumità, così che tutte quante le nazioni
conoscano che tu solo sei il Dio di tutta la terra». 20
Subito Raguele comandò a' suoi servi di riempire la fossa che avevano
scavata, prima che si facesse giorno. 21 Alla
moglie poi ordinò di allestire un convito, e di preparare tutto quello ch'era
necessario di cibi per i viaggiatori. 22 Fece
ammazzare due vacche grasse e quattro montoni, e preparare un banchetto a tutti
i vicini ed amici. 23 Poi fece
istanza a Tobia perchè rimanesse presso di lui due settimane. 24 Di tutto quello che Raguele possedeva, dette a Tobia una metà;
e fece una scrittura, per la quale l'altra metà sarebbe andata in possesso di
Tobia dopo la morte sua e della moglie.
Capitolo 9
L'angelo va da Gabelo.
1 - Allora Tobia chiamò a sè
l'angelo, ch'egli stimava esser un uomo, e gli disse: «Fratello Azaria, ti
prego, ascoltami. 2 Se anche
io mi facessi tuo schiavo, non corrisponderei abbastanza a ciò che hai fatto
per me. 3 Ma pure ti prego di
prender con te cavalcature e servi, e d'andare a Gabelo in Rages città de'
Medi, a rendergli la sua ricevuta, ritirare il danaro, e pregarlo di venire alle
mie nozze. 4 Tu sai che il
padre mio è molto avanti negli anni, e se ritarderò anche un giorno di più,
starà in pena. 5 D'altra
parte, tu vedi come Raguele mi fa premura [di rimanere], ed io non posso non
tener conto della sua istanza». 6 Allora
Raffaele, presi con sè quattro servi di Raguele e due cammelli, andò a Rages
città della Media, e trovato Gabelo gli rese la sua ricevuta e ne ritirò tutto
il danaro. 7 Gli narrò di
Tobia figlio di Tobia tutto quel ch'era accaduto, e lo fece venir con sè alle
nozze. 8 Ed entrato Gabelo in
casa di Raguele, trovò Tobia a tavola: si alzò questi, e si baciarono l'un
l'altro, e Gabelo pianse, e benedisse Dio, 9
dicendo: «Iddio di Israele ti benedica, perchè sei figlio d'un ottimo e
giusto uomo, che teme Dio e fa elemosine; 10
venga la benedizione sopra la moglie tua e sui vostri genitori; 11
possiate vedere i vostri figli, ed i figli dei figli sino alla terza e
quarta generazione; e sia la vostra discendenza benedetta dal Dio di Israele,
che regna ne' secoli de' secoli». 12 Ed
avendo tutti risposto: «Amen», si posero a mensa; ma anche il convito di nozze
fu celebrato nel timor del Signore.
Capitolo 10
Partenza di Tobia. 1
- Ora, indugiando Tobia a tornare a causa delle nozze, il padre suo Tobia
stava in pena, e diceva: «Come mai
il figliuolo mio ritarda, e qual motivo lo trattiene laggiù? 2
Forse Gabelo è morto, e nessuno gli può rendere il denaro?». 3
Cominciò dunque ad esser grandemente contristato, egli e la moglie sua
Anna con lui; ed insieme ambedue dettero in pianto, perchè al giorno stabilito
il loro figliuolo non era punto tornato. 4
Piangeva dunque la madre di lui con lacrime inconsolabili, e diceva: «Ahimè,
ahimè, figlio mio! Perchè ti abbiamo mandato così lontano, lume degli occhi
nostri, bastone della nostra vecchiaia, consolazione della nostra vita, speranza
della nostra posterità? 5 Poichè
in te solo possedevamo ogni cosa, non dovevamo mandarti lontano da noi». 6
E Tobia le diceva: «Taci, e non ti turbare; il nostro figliuolo sta
bene; troppo è fidato quell'uomo col quale l'abbiamo mandato». 7
Essa però in nessun modo si poteva consolare, ma ogni giorno usciva a
guardare attorno ed a percorrere tutte le strade per le quali v'era speranza
ch'ei potesse tornare, per vederlo, se era possibile, da lontano, quando
tornasse. 8 Frattanto Raguele diceva al suo genero: «Rimani qui,
ed io manderò avviso di tua buona salute a Tobia tuo padre». 9
Ma Tobia rispose: «Io so bene che il padre e la madre mia già contano i
giorni, e stanno dentro di sè in angustie». 10
Raguele pertanto, dopo che con molte parole ebbe pregato Tobia, e che
questi in nessun modo si lasciò persuadere, gli dette Sara, e metà di tutt'i
suoi averi, di servi, serve, armenti, cammelli, vacche, e danaro molto; e salvo
e lieto lo rimandò, 11 dicendogli:
«L'angelo santo del Signore vi accompagni nel vostro viaggio, e vi faccia
giungere incolumi; possiate voi trovar tutto in buono stato attorno ai vostro
genitori, e possano gli occhi miei veder i vostri figliuoli prima che io muoia».
12 Ed abbracciata la loro figlia
Sara, i genitori la baciarono e la fecero partire, 13
ammonendola d'onorare i suoceri, d'amare il marito, di tener a dovere la
servitù, di governar la casa, e di mantenersi irreprensibile.
Capitolo 11
Arrivo di Tobia. 1
- Essendo dunque di ritorno il giorno undecimo giunsero a Caran, a metà
strada di contro Ninive. 2 E
l'angelo disse: «Fratello Tobia, tu sai in che condizioni hai lasciato il padre
tuo. 3 Perciò, se ti piace,
andiamo avanti, e con comodo ci verranno dietro i servi con tua moglie e con gli
animali». 4 Ed essendogli
piaciuto d'andar così, disse Raffaele a Tobia: «Prendi con te del fiele del
pesce, perchè ti sarà necessario». Prese dunque Tobia di quel fiele, e
partirono. 5 Anna dunque
andava ogni giorno a sedersi lungo la via, sulla cima di una collina, di dove
poteva rimirare lontano. 6 Or
mentre di là spiava il suo ritorno, vide da lungi il figlio suo che veniva e
subito lo riconobbe; corse allora ad annunziarlo al marito, dicendo: «Ecco,
viene il tuo figliuolo». 7 E
Raffaele disse a Tobia: «Bada, quando sarai entrato in casa tua, di adorare per
prima cosa il Signore Dio tuo. Poi, rese a lui grazie, avanzati verso tuo padre,
e bacialo. 8 Indi, spalma i
suoi occhi con questo fiele di pesce che porti con te; sappi che senz'altro gli
occhi gli s'apriranno, ed il padre tuo vedrà il lume del cielo, e sarà felice
di rivederti». 9 Allora il
cane che insieme con lui era stato in viaggio corse avanti come a portar la
notizia, dimenando la coda e facendo festa. 10
Il cieco padre si alzò, ed inciampando co' piedi si mise a correre; poi,
data la mano ad un servo, andò incontro al figliuolo, 11
ed incontratolo lo baciò, egli e la moglie sua, e si misero ambedue a
pianger di gioia. 12 E dopo aver
adorato Dio, e rese grazie, si posero a sedere. Il vecchio Tobia ricupera la
vista. 13 Allora Tobia, preso
del fiele del pesce, ne spalmò gli occhi del padre suo, 14
e durò quasi per una mezz'ora, sinchè cominciò ad uscirgli dagli occhi
una cosa bianca, come la membrana d'un uovo. 15
Presala, Tobia la tirò dagli occhi di lui, che subito riebbe la vista.
16 E ne glorificavano Dio, egli e
la moglie sua, e tutti quelli che lo conoscevano. 17
E Tobia diceva: «Ti benedico, Signore Dio di Israele, perchè m'hai
castigato e m'hai liberato, ed ecco ch'io veggo il mio figliuolo Tobia». 18
Dopo sette giorni, arrivò anche Sara moglie del figlio suo, con tutta la
servitù ed in buona salute, e gli armenti e i cammelli, e il molto danaro della
moglie, e quello ancora ritirato da Gabelo. 19
E Tobia narrò a' genitori tutt'i benefizi che Dio gli aveva compartiti
per mezzo di quell'uomo che l'aveva accompagnato. 20 E vennero Achior e Nabat cugini di Tobia a rallegrarsi e
congratularsi con lui per tutto il bene che Dio gli aveva fatto.21
E tutti banchettando fecero festa per sette giorni con grandissima
allegrezza.
Capitolo 12
L'angelo si manifesta.
1 - Allora Tobia chiamò a sè
il figliuolo, e gli disse: «Che possiamo noi dare a questo sant'uomo che è
venuto con te?». 2 Rispose
Tobia al padre: «Padre, qual mercede gli daremo? o qual cosa può esser
proporzionata a' suoi benefizi? 3 Mi
ha condotto e ricondotto sano, ha ritirato egli stesso il danaro da Gabelo, m'ha
fatto aver moglie, e da essa ha tenuto lontano il demonio, riempì d'allegrezza
i genitori di lei, mi liberò da esser divorato dal pesce, ti ha fatto di nuovo
veder la luce del cielo, e per suo mezzo siamo stati ricolmati d'ogni bene. Che
gli potrem dare di degno per tutto ciò? 4
Ma ti prego, padre, domandagli se mai si degnasse d'accettare per sè la
metà di tutto quello che abbiam portato». 5
E chiamatolo, il padre ed il figlio lo tirarono a parte, e presero a
pregarlo che si compiacesse d'accettare la metà di tutte le cose che erano
state portate. 6 Allora ei
disse loro in segreto: «Benedite l'Iddio del cielo, e rendetegli lode dinanzi a
tutti i viventi, perchè ha usato con voi la sua misericordia. 7
Veramente, è bene tener nascosto il segreto del re; ma è lodevole
rivelare e manifestare le opere di Dio. 8
Buona è l'orazione unita al digiuno, e meglio far elemosina che metter
da parte mucchi d'oro. 9 Perchè
l'elemosina libera [l'anima] dalla morte; essa purifica dai peccati, e fa
trovare la misericordia e la vita eterna. 10
Quelli invece che fanno il peccato e l'iniquità sono nemici della lor
propria anima. 11 Io dunque vi
manifesto la verità, e non vi terrò più nascosto questo mistero. 12
Quando tu pregavi con lacrime, e seppellivi i morti, e lasciavi il tuo
pranzo, e durante il giorno tenevi nascosti in casa tua i morti, e di notte li
seppellivi, io presentai al Signore la tua orazione. 13
E siccome eri accetto a Dio, fu necessario che la tentazione ti mettesse
a prova. 14 Ed ora il Signore m'ha mandato, perchè io curassi te, e
liberassi dal demonio Sara moglie del tuo figliuolo. 15
Io dunque son l'angelo Raffaele, uno dei sette che stanno dinanzi al
Signore». L'angelo Raffaele e la famiglia di Tobia 16
Ciò udito, restarono sbigottiti, e caddero tremanti con la faccia a
terra. 17 E l'angelo disse loro: «La
pace sia con voi; non temete. 18 Se
infatti son stato con voi, è stato per volontà di Dio; lui benedite, a lui
cantate [lodi]. 19 A voi sembrava
che io mangiassi e bevessi, ma io ho un cibo invisibile, ed una bevanda che gli
uomini non posson vedere. 20 è
tempo ch'io ritorni a colui che m'ha mandato. Voi poi benedite Iddio, e fate
conoscere tutte le sue meraviglie». 21 Ciò
detto disparve da' loro occhi, e più non poteron vederlo. 22
Allora, prostrati per tre ore con la faccia a terra, benedissero Dio;
quindi, rialzatisi, narrarono tutte le meraviglie di lui.
Capitolo 13
Cantico di Tobia. 1
- Allora il vecchio Tobia aprì la bocca a benedire il Signore, e disse:
«Grande sei in eterno, o Signore; in tutti i secoli è il regno tuo; 2
perchè tu flagelli e salvi, conduci al sepolcro e risuscitinè v'è chi
sfugga dalla tua mano. 3 Date
gloria al Signore, figli d'Israele,e lodatelo al cospetto delle nazioni. 4
Perchè egli vi fe' disperdere fra popoli che non lo conoscono,acciò
narraste le sue meraviglie, ed insegnaste ad essiche non v'è altro Dio
onnipotente oltre di lui. 5 Egli
ci castigò per le nostre iniquità;egli ci libererà per la sua misericordia. 6
Rimirate dunque quel ch'egli ha fatto per noi,con timore e tremore
rendetegli lode,e con le vostre opere esaltate il re de' secoli. 7
Io poi nella terra del mio esilio gli darò lode,perchè ha mostrato la
sua maestà ad una gente peccatrice. 8
Convertitevi dunque, peccatori, e fate il bene innanzi a Dio,credendo che
egli userà con voi la sua misericordia. 9
Io poi e l'anima mia in lui ci rallegreremo. 10
Benedite tutti il Signore, o suoi eletti;celebrate giorni di letizia, e
dategli lode. 11 O Gerusalemme,
città di Dio,il Signore t'ha castigato per l'opere delle tue mani. 12
Da' gloria a Dio pei tuoi beni,e benedici l'Iddio de' secoli;acciò
riedifichi in te il suo tabernacolo, e richiami a te tutt'i prigionieri,e tu
goda in tutti i secoli de' secoli. 13 Tu
rifulgerai di splendida luce,e tutti i confini della terra t'adoreranno. 14
A te verranno le genti da lungi,e portando doni in te adoreranno il
Signore;considereranno come un santuario la tua terra, 15
perchè in mezzo a te invocheranno il nome grande. 16
Saranno maledetti quelli che ti disprezzeranno;condannati tutti quelli
che ti bestemmieranno;benedetti quelli che ti riedificheranno. 17
Tu poi ti rallegrerai ne' tuoi figli,perchè tutti saran benedetti, e
riuniti presso il Signore. 18 Beati
tutti quelli che t'amano,e che si rallegrano della tua pace. 19
Anima mia, benedici il Signore,perchè ha liberato Gerusalemme sua cittàda
tutte le sue tribolazioni, il Signore Dio nostro. 20
Beato sarò se rimarrà qualcuno della mia stirpea veder lo splendore di
Gerusalemme. 21 Le porte di
Gerusalemme saran fatte di zaffiro e smeraldo,e tutto il giro delle sue mura di
pietra preziosa. 22 Tutte le sue
piazze saran lastricate di pietra candida e monda,e per le sue strade si canterà:
alleluia. 23 Benedetto il Signore
che l'ha esaltata,e sia il regno di lui sopra d'essa nei secoli de' secoli. Amen».
Capitolo 14
Ultimi anni di Tobia.
1 - Così finirono le parole
di Tobia. Or dopo che ebbe riavuta la vista, visse ancora Tobia quarantadue
anni, e vide i figli de' suoi nipoti. 2
Compiuti poi centodue anni, fu onorevolmente sepolto in Ninive. 3 Difatti, a cinquantasei anni aveva perso il lume degli
occhi, ed a sessanta l'aveva riacquistato. 4
Il rimanente della sua vita, lo passò nella contentezza, ed avendo
sempre più progredito nel timor di Dio, se ne partì in pace. 5 Al punto della sua morte, chiamò a sè il figlio
Tobia, ed i sette giovani figli di lui, suoi nipoti, e disse loro: 6
«Verrà presto la fine di Ninive; perchè la parola del Signore non cada
in fallo. E tutti i nostri fratelli stati dispersi fuor della terra di Israele,
ritorneranno ad essa. 7 Tutto il suo territorio deserto si ripopolerà, e la
casa di Dio che vi fu bruciata sarà di nuovo ricostruita; ivi ritorneranno
tutti quelli che temono Dio. 8 I
popoli abbandoneranno i loro idoli, verranno in Gerusalemme, e vi dimoreranno, 9
e tutt'i re della terra vi faranno festa, adorando il re d'Israele. 10
Ascoltate, dunque, figli miei, il padre vostro. Servite il Signore nella
verità, e cercate di far quello che a lui piace. 11
Raccomandate a' vostri figliuoli di far opere buone ed elemosine, di
ricordarsi di Dio, e di benedirlo in ogni tempo in verità e con tutte le loro
forze. 12 Ora dunque, figliuoli,
datemi retta, e non vogliate rimaner qui; ma da quel giorno nel quale
seppellirete vostra madre accanto a me in uno stesso sepolcro, da allora
dirigete i vostri passi fuor di qui, per uscirne; 13
poichè veggo bene che l'iniquità di questa città la condurrà alla
rovina». 14 Avvenne dunque che
dopo la morte della madre sua, Tobia partì da Ninive con la moglie ed i figli,
ed i figli de' figli, e tornò presso i suoceri. 15
Li trovò sani e salvi in buona vecchiaia, ed ebbe cura di loro, e chiuse
a loro gli occhi. Ricevè egli tutta l'eredità della casa di Raguele, e vide
sino alla quinta generazione i figli de' figli suoi. 16
E compiuti novantanove anni nel timor del Signore, fu seppellito in pace.
17 Tutta poi la sua parentela, e
tutta la sua discendenza perseverò in una buona vita ed in una santa condotta,
così da esser accetti tanto a Dio quanto agli uomini, ed a tutti gli abitanti
di quella terra.