NOVENA
DI NATALE PER RAGAZZI
Presentazione
è un'originale novena che prepara al Natale presentan-do dati
biblici e invitando insieme alla riflessione sulla vita di oggi: Gesù non salva
in modo generico e astratto, sal-va le persone concrete nelle situazioni
concrete, positive e negative.
Pur non escludendo le elementari, la novena è adatta al-le
scuole medie; è adatta soprattutto ai giovani e alle famiglie. Oltre che come
novena, servirà egregiamente come testo di meditazione personale.
La struttura è questa:
- La Guida gestisce l'incontro di preghiera: non abbia fretta nel
leggere.
- Man mano verranno intervistati i personaggi del prese-pio:
persone, animali e cose.
- La voce centrale è quella di Gesù, letta dal sacerdote (non
c'è bisogno quindi di omelia!); in sua mancanza sarà let-ta dall'animatore.
è una serie di riflessioni che portano a revisione e scelte di vita.
-
Seguono le Preghiere finali per sentirsi coinvolti
nella por-tata ecclesiale e mondiale della Salvezza.
è
opportuno che si usino almeno due microfoni. E' possibile, ma non auspicabile,
leggere le interviste solo in parte: costituiscono un discorso unitario.
Questi sono i momenti della celebrazione:
Introduzione
con l'allestimento graduale del presepio.
Interviste
ai personaggi (guida e lettori).
Gesù
vivo ci parla (sacerdote).
Intenzioni
di Preghiera.
Padre
nostro.
Preghiera
a Maria (letta dai piccoli)
Impegno
per domani.
I
personaggi (i soggetti) che saranno intervistati e a cui Gesù risponderà:
16
dic.: le strade.
17
dic.: la capanna.
18
dic.: il bue, l'asino, la mangiatoia.
19
dic.: la notte, le stelle, la luce, il fuoco.
20
dic.: i popolani: vecchia, uomo, ragazza, fabbro...
21
dic.: pastore, agnello.
22
dic.: Magi, Erode.
23
dic.: Angeli.
24
dic.: Maria, Giuseppe, Gesù.
16
DICEMBRE
LA
STRADA
Preparazione
Un
tavolo (ben visibile) su cui costruiremo il presepio, con muschio e qualche
stradina che porta là dove sorgerà la capanna.
Tanti
piccoli cartelli segnaletici stradali direzionali con su scritto: Regali /
Sci / Vacanze / Famiglia / Soldi / Cenoni. Più curato: Betlemme.
Oggetto-simbolo:
una cartina della propria città.
GUIDA
- In questa novena allestiremo insieme un presepio, segno visibile della
presenza di Dio tra noi. Ogni presepio che si rispetti ha di sicuro tante
stradine, tracciate con segatura o con sabbia, che, tra il muschio, portano alla
capanna di Gesù. Ebbene, intervisteremo questo protagonista che è la strada
verso Betlemme: scopriremo tante realtà che ci aiute-ranno a prepararci al
Natale; cosa non facile oggi, presi come siamo dalle distrazioni, dalla fretta e
da tanti se-gnali di ogni genere, che pretendono di orientare la no-stra vita
quotidiana. Ecco perché sulle stradine del nostro presepio comincia-mo a
mettere tante frecce direzionali: una sola porta a Betlemme! (I ragazzi
incaricati eseguono).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Cominciamo a intervistare le strade della Palesti-na. Ritengo che abbiano
la precedenza su tutte le altre del mondo.
STRADE
DELLA PALESTINA - Ci gloriamo di
essere le strade più importanti della storia, perché siamo legate al Messia.
Ma ancora prima di lui, su di noi hanno camminato i Pa-triarchi, da Abramo in
poi. Ci hanno percorso gli Ebrei nella faticosa conquista della Terra Promessa,
guidati da Giosuè. Noi abbiamo conosciuto tutta la nostra storia, fatta di
pellegrinaggi al Tempio di Gerusalemme, ma anche di tra-dimenti all'Alleanza.
Un terribile giorno, re pagani hanno incolonnato i nostri padri, rubandoli al
nostro affetto, li hanno portati in esi-lio a Babilonia. E quale gioia quando
ritornarono, con Dio che cammi-nava tra loro, finalmente liberi, a testa alta!
Soprattutto abbiamo assistito con emozione al viaggio di Maria e Giuseppe verso
Betlemme, per il Natale. Che strazio, invece, nel vederli fuggire verso
l'Egitto, per salvarsi da Erode! Sì, noi non siamo solo le strade di Gesù, ma
anche di Erode!
GUIDA
- Mi risulta che solo voi, strade di Palestina, avete contemplato il Messia.
Come lo ricordate?
STR.
PAL. - Siamo ancora commosse nel
ripensare al Divino Maestro, in quegli ultimi tre anni di vita, sempre in cam-mino,
infaticabile nella predicazione della salvezza, nel-l'accarezzare i bambini,
nell'andare a cercare i peccato-ri, nel sanare le piaghe del corpo e
dell'anima...
GUIDA
- Il discorso si allarga a tutte le altre strade del mondo. Ad esempio, chissà
che storie avete da raccontare voi stra-de qualsiasi, in una qualsiasi città
di oggi. Che tipi di gente accogliete?
STRADE
DEL MONDO - C'è tutto un campionario
di umanità varia: felici e tristi, egoisti e anche volontari del bene, ras-segnati
e scontenti, umili e semplici oppure gonfi di or-goglio, lazzaroni o santi,
deficienti e furbacchioni, ricchi oppure spiantati. Tutti, in genere, con una
dannata fretta, sempre in ritar-do. E tanti, abbandonati alla dura legge della
strada e del marciapiede, che umiliano con la violenza e il disimpegno.
GUIDA
- Dicono che tutte le strade prima
o poi portano a Roma... o no?
STR.
MONDO - Quante vie, dai semplici
viottoli alle autostra-de supermoderne! Se ci pensate bene, però, tutte le vie
portano di sicuro all'eternità dopo la morte. Paradiso o inferno. Gioia o
fallimento, per sempre! Ci fa paura come voi moderni correte tutti i giorni, nel
bene e nel male, senza pensare con serietà che ogni passo costruisce la vostra
eternità: no, non esistono vie, azioni o gesti che siano banali e senza
importanza!
GUIDA
- Fosse solo la fretta, pazienza. Ma le vie sono tal-mente tante che uno si
smarrisce e finisce di trovarle tut-te uguali.
STR.
MONDO - Vero, ma nella vita, se
volete, un punto di ri-ferimento costante e sicuro c'è, e come! Andavate erran-do,
ciascuno per strade insicure e sbagliate: venne Gesù. Si incamminò,
tracciò una strada, la via alla salvezza. Per-ché voi non ne tenete conto?
GUIDA
- Percorriamo ora una strada
cittadina, di centro, in piena preparazione al Natale. Sentiamo le varie impres-sioni.
STRADA
DI CITTà - Oserei dire che su di me
si svolge una cor-sa frenetica durante tutto l'anno lavorativo... Operai e
ragazzi che camminano rapidi o sfrecciano veloci sulle au-to, tesi e
preoccupati, di mattino presto, verso scuole e aziende. Tutti per produrre! Ora
a Natale c'è poi una frenesia particolare che si calma solo nell'estatica
contemplazione delle vetrine scintillan-ti, zeppe di tutto, anche di cose
perfettamente inutili e pure dannose! Dimenticavo: costose. Ma valgono? Che
vuoi... è la vita d'oggi, che travolge anche noi strade. Sovente i nostri
passanti ci riducono a veri immondez-zai, senza riguardo. Vedeste lo spazzino
al lavoro anche nei giorni più freddi... Mi viene un dubbio. Ma quando è
iniziato il periodo cosiddetto natalizio? A ottobre nei negozi della mia strada
già echeggiavano i richiami nata-lizi, quelli naturalmente ben ritmati dalla
tv commerciale e legati a prodotti.
GUIDA
- Che impressioni hai tu, strada cittadina, di dome-nica?
STR.
CITTà - Di festa, dovrei leggere sui
volti e nei cuori gioia e cordialità. Invece vedo anche noia, persino tri-stezza.
E quelle interminabili code di auto che tornano: da do-ve? da Messa? Magari!
Forse, più facilmente, dagli sta-di, dalle piste sciistiche,o anche solo non
si sa da dove e perché... Così, a zonzo.
GUIDA
- Quali i ricordi più tristi di voi, strade?
STR.
CITTà - Mi chiedi di ricordare
lacrime e cattiverie. Ri-vedo milioni di profughi in fuga, cacciati da guerre
or-rende o da persecuzioni politiche e razziali. Ho negli occhi colonne immense
di poveri scheletri affa-mati in cerca di cibo e sicurezza. Risento i gemiti di
ogni funerale, lo schianto di lamiere brucianti e contorte, dopo una notte in
discoteca, la soli-tudine disperata del tossicodipendente... Mi lacerano ancora
le sirene delle polizie del mondo, che inseguono la malavita o reprimono
brutalmente le prote-ste. Tremo ancora al fracasso dei carri armati e degli
eserciti, che mi hanno percorso e mi percorrono tuttora, ovun-que. E'
orrendo!
GUIDA
- E i ricordi più sereni e più belli? Voi strade del mondo ne avrete,
spero!
STR.
CITTà - Oh, tanti. Solo che
non fanno rumore e scan-dali! Sono, ad esempio, i passi disuguali di una
famigliola fe-lice che va a spasso, unita. è il corteo gioioso per le nozze o
per il Battesimo dell'ul-timo figlio di Dio arrivato quaggiù. è il passo
esuberante e spensierato dei ragazzi che scia-mano dal catechismo o dopo la
scuola. Le nostre strade sono regno quotidiano di un'infinità di tipi di
volontariato, che seminano speranza e gesti d'a-more. Sono i passi infiniti dei
missionari d'ogni tempo che por-tano l'annuncio di gioia che Dio ama ancora
l'uomo!
GUIDA
- Dopo l'intervista alle stradine del presepio, espo-niamo solennemente
sull'altare l'Ostia consacrata, che è Gesù in persona. Accogliamolo con il
canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo, portiamo accanto a Gesù un oggetto-simbolo:
una cartina della nostra città: sono le strade in cui Gesù cammina con noi. (L'incaricato
esegue). Ascoltiamo ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Due miei discepoli camminavano con me, sulla stes-sa strada verso Emmaus, ma
erano tristi, incerti e sfidu-ciati. Io, risorto, ero con loro, ed essi non lo
sapevano! Che entusiasmo, però, al ritorno, perché mi avevano ri-conosciuto
accanto a loro! Su un'altra strada, verso Damasco, io ho aspettato Sau-lo, un
giovane persecutore di cristiani: gli ho aperto mente e cuore, e l'ho reso mio
apostolo infaticabile, san Paolo! Non dimenticare che solo Io sono la
Via, la tua via, quel-la sicura, che non ti incanta e non ti conta
storielle. Io sono la strada che conduce a Dio Padre, al Paradiso. Chi
cammina con me non è nelle tenebre, ma è passato dalla morte alla Vita! Se
vuoi venire con me in questo cammino, prendi ogni giorno la tua croce e seguimi.
Larga è la strada, veloce e in discesa è la via che conduce all'inferno e
molti sono quelli che la divorano a folle ve-locità. Stretta e faticosa è la
Via che porta al Paradiso, alla sal-vezza, a me. Perché sono così pochi i
viandanti corag-giosi? Tu che mi ascolti, verso dove cammini? Ragazzo mio,
ragazza mia, sappi che io sono con te. Sappi che il mio capolavoro è
stata la via dolorosa, quella ver-so il Calvario. L'ho percorsa soffrendo, ma
con amore perché tu camminassi più sicuro e più buono. C'era an-che mia
Madre. Quella via l'ho percorsa tutta, senza scon-ti, per dirti che tu sei
importante per me. Ragazzo mio, prepara le mie strade, supera gli ostacoli che
ti impediscono di venire a me e ti tengono prigionie-ro di te stesso. Colma i
vuoti della tua povertà di creatu-ra in peccato. Ecco, io sono con te, tutti i
giorni e su tutte le strade del-la tua crescita. Cammina, ragazzo mio, con me!
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra
umile e fiducio-sa preghiera, ripetendo: « Vieni, Signore Gesù!».
1
Perché nei mille gesti quotidiani vinciamo la fretta e la pigrizia, mettendo più
amore in ciò che facciamo: Si-gnore, dacci più amore! Preghiamo
2 Per quanti, grandi o piccoli,
amici o sconosciuti, per-corrono le vie del male e dell'odio: Signore,
convertici! Preghiamo
3
Perché il Natale sia un vero cammino verso Gesù e non solo verso i regali e le
compere: vieni, Signore Gesù, ti aspettiamo! Preghiamo
4 Per chi è solo e fa
fatica a vivere, per povertà di mez-zi, per la cattiveria altrui o per
malattia: Signore, sostie-nilo! Preghiamo
5
Per quelli, specie se giovani, che muoiono sulle stra-de, per incidenti, o
vittime della violenza: Signore, acco-glili! Preghiamo
6 Per i missionari che
gridano a tutti e in ogni tempo che tu sei buono e che tutti siamo fratelli:
Signore, da' loro fiato! Preghiamo
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna dell'attesa di Gesù. (La possono leggere
i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio, prendimi sotto la tua protezione, coprimi col
tuo manto, accoglimi tra le tue braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal
nemico, preservami da ogni male, stammi sempre vicina in vita e in morte,
guidami tu stessa per mano all'incontro con Gesù. Amen!
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti questo impegno: mi scomoderò per aiutare
chi ha bisogno di me in casa, a scuola, sul lavoro.
17
DICEMBRE
LA
CAPANNA
Preparazione
Una capanna, proporzionata alle statuine che saranno messe poi. Si può
lasciare il cartello segnaletico Betlemme, di lato, rivolto alla capanna.
Oggetto-simbolo: un cuore rosso.
GUIDA
- Nel presepio non manca mai la capanna, che è un po' il centro di tutto. Ci
fermiamo ora sul suo signifìca-to, importante per la vita di Gesù e nostra.
Il personag-gio che intervistiamo è proprio la capanna di Betlemme.
Ascoltiamone la voce. (I ragazzi incaricati depongono la capanna tra il
muschio).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Abituati ormai alle grosse costruzioni in cemento, nel caos della vita
cittadina, quasi non riusciamo più a immaginare l'umile capanna di Betlemme.
CAPANNA
- Di' pure misera e, per un certo aspetto, strana: una specie di incrocio tra la
capanna di legno con frasche e una grotta naturale, come mille altre frequenti
nella mia Palestina. Insomma, un po' abitazione di persone, un po' deposito di
attrezzi, un po' ricovero di animali vari, spe-cialmente capre e pecore.
GUIDA
- Ma perché Maria dovette sopportare un viaggio co-sì massacrante e
lontano da casa sua? Una donna che sta per diventare madre non deve esporsi a
strapazzi!
CAPANNA
- Con la vostra mentalità moderna non potete ca-pire. Giuseppe era lontano
discendente, per quanto po-vero, del grande re Davide.
GUIDA
- Adesso ricordo. Giuseppe e Maria, per il censimen-to voluto dai dominatori
romani, dovevano recarsi pure loro al paese dei loro antenati. E per Giuseppe si
trattava proprio di Betlemme. Un momento... Allora Gesù è nato a Betlemme per
vole-re dell'imperatore Augusto! Un po' strano per chi dove-va essere il
Messia!
CAPANNA
- No. Dio, già ai primi uomini
peccatori, poi ad Abramo e poi via via lungo i secoli, aveva solennemente
promesso il Salvatore. A Davide aveva addirittura promesso un Regno eterno! «Dio
gli darà il trono di Davide e regnerà per sempre sul-la casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà mai fine». C'era anche un'altra promessa di Dio: «E tu,
Betlemme di Giuda, non sei la più piccola tra le città: da te nascerà il
Salvatore». Così disse Dio, per bocca dei profeti Natan e Michea. E lui
mantiene sempre la sua parola.
GUIDA
- Vorrei che mi parlassi della tua esperienza di ca-panna che ha ospitato il
Bambino Gesù. Cosa ricordi di quei momenti?
CAPANNA
- Non riesco ancora a capire come Dio possa farsi Bambino così! Mi commuovo
sempre quando penso a ciò che accadde quella sera: vidi arrivare un pastore che
co-noscevo bene e che, al tenue lume di una lanterna, spa-lancò la mia porta.
Con lui entrarono un giovane, Giu-seppe appunto, e Maria, la sua giovanissima
sposa, in at-tesa ormai immediata di diventare Mamma. Di sicuro non li avevano
cacciati dal ricovero pubblico o da altre case: noi in Palestina siamo sempre
ospitali ver-soi bisognosi! Ma nel ricovero non potevano restare: era una
specie di albergo per uomini e bestie, tra rumori, canti e grida sguaiate. Era
come un enorme bivacco attorno ai falò accesi nella notte.
GUIDA
- Dunque ti offristi tu, semplice
capanna.
CAPANNA
- Sì, ero una povera capanna, ma avevo tutto per essere accogliente: esser
poveri non vuol dire essere spor-chi o trasandati. Avevo anch'io una mia dignità:
su di me solide travi di legno, con canne intrecciate, erano ben fisse nella
roccia sotto cui si apriva una grotta naturale. Qualche fascina per il fuoco del
pastore e l'essenziale: fie-no per le bestie, acqua per l'abbeveraggio di
uomini e ani-mali, e paglia che forniva un letto, scomodo se vuoi, ma caldo. E
un clima di tepore, alimentato da un asinello pa-ziente e un bue soffiante.
Tutto qui. Era la reggia che po-tevo offrire io, capanna di Betlemme. Ti pare
poco?
GUIDA
- Da allora i tempi sono cambiati. Proviamo a in-tervistare una casa
moderna, solida, che sfida il cielo e il tempo. Il cemento armato è la
sicurezza dell'uomo.
CASA
- Intanto noi case abbiamo una
vocazione ben preci-sa: dare gioia e sicurezza alla vita. Siete voi, uomini mo-derni,
a rovinare sovente questa nostra vocazione con le vostre speculazioni. Non
giurerei tanto sul cemento. Quanti uomini una casa vera e propria non l'hanno
avu-ta o non l'avranno mai! Migliaia di case come me non basterebbero ad
accogliere i barboni che vivono nelle strade. Vi chiedete qualche volta come e
dove vivono di notte gli extracomunitari, che di giorno vi assalgono per pulire
il parabrezza o vendervi spugnette? Forse il freddo lo sen-tite solo voi? Gesù
ha trovato nella capanna un rifugio: ebbene, quanti sfrattati delle vostre città
non sanno dove andare ad abitare!
GUIDA
- Ma la situazione è migliorata molto da Betlemme: oggi la pubblica
assistenza è organizzata e provvede.
CASA
- Speriamo sia così. Ne conosco tante
di opere pub-bliche specializzate nell'ospitalità. Quante carceri affollate
all'inverosimile! Come usciran-no, specie i giovani, da quelle prigioni? Quanti
istituti per l'infanzia abbandonata! Già, ma da chi abbandonata? Quante case di
riposo per anziani, che voi moderni non sapete o non potete più accogliere nel
caldo della famiglia! Avete ospedali per la maternità, grandi, specializzati.
Ma funzionano sempre bene? I malati, oltre che curati, sono anche amati e
rispettati? Ammetto che esiste anche un esercito di volontari, che si prestano
senza scopo di lu-cro. Ma i vostri palazzoni, condomini di quartiere, sono
alveari di persone che vivono vicine e si ignorano!
GUIDA
- Però l'edillzia è ormai in
grado di costruire case più confortevoli, più solide. lnsomma, più dignitose!
CASA
- Basta un colpo di terremoto e i vostri castelli si pie-gano come carte da
gioco. Osservate tanti centri storici: fradici di degrado, rifugio di poveri e
sovente di sbandati. E le bidonvilles, le favelas, quelle di lamiere, di
cartone, di fango e di disonore... Le chiamate ancora case «digni-tose»? Dio,
nascesse oggi, non troverebbe solo ville o palazzi, ma ancora baracche, poco
importa se del terzo mondo africano o italiano.
GUIDA
- La nostra intervista non può che finire riflettendo su questo mondo
contraddittorio. Dio però ci visita an-cora oggi e trova dimora tra noi. Perciò
esponiamo so-lennemente sull'altare l'Ostia consacrata, che è Gesù in
persona. Ci ha attesi nel silenzio della sua casa, che è il tabernaco-lo della
nostra chiesa, segnalato da una fiammella viva. Accogilamolo con il canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo, portiamo accanto a Gesù un oggetto-simbolo: un
cuore rosso, segno del cuo-re nuovo che Gesù ci dona. (L'incaricato
esegue). Ascoltiamo ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Sai, ho cercato anch'io una casa, a
Betlemme: l'ho scelta povera, per
condividere con te, con voi, con tutti, la povertà del cuore umano che, di suo,
spesso ha solo il peccato. Non ho
guardato i muri o la paglia o i pavimenti: ho con- templato i cuori. Accanto a
me ho trovato mia Madre, che ho voluto Immacolata; ho trovato Giuseppe, uomo
giusto e disponibile a Dio! A Betlemme, come altrove e come sempre, ho trovato
chi mi ha rifiutato, ma anche chi mi ha accolto e chi mi ac-coglie nella sua
capanna. E tu, vuoi ospitarmi a casa tua? Anche dopo Natale? Per sempre?
Ospitarmi nel tuo cuore, nei tuoi progetti, nei tuoi affet-ti, nelle tue opere
quotidiane? A Nazaret ho avuto una casa non molto migliore: lì ho imparato a
crescere in età e in sapienza, obbediente a Dio e ai miei genitori in terra. La
mia ultima casa è stata piccola, stretta, dolorosa e ter-ribilmente scomoda:
la croce. Ma c'era con me mia Ma-dre, e l'ho accettata solo per amore, per te!
Nella casa del Padre mio ci sono tante stanze: voglio riem-pirle di tutti voi:
è un appuntamento irrinunciabile per me! Ora, una casa ce l'ho ancora: è la
chiesa in cui ti trovi a pregare; soprattutto ho il piccolo tabernacolo dorato,
dove aspetto ogni giorno sotto il segno del pane. Quanti passano davanti a me,
innamorati di me. Ma anche quanti distratti e disimpegnati! Ma ricorda: la mia
casa più bella sei tu, se lo vuoi. Io lo voglio e ci tengo alla tua ospitalità.
Dimmi: come costruisci la tua casa? Sulla roccia della mia parola o sulla
incerta sabbia dell'istinto, della moda, del comodo, del disinteresse per gli
altri? Ragazzo mio, ragazza mia, ecco io sto alla porta di casa tua e busso.
Quante volte ho bussato e non te ne sei ac-corto! Ma quando mi hai aperto, che
festa insieme! Ebbene, anche in questo Natale busso: se mi apri, entre-rò,
cenerò in casa tua e faremo festa, come quel giorno in casa di Zaccheo o di
Levi. Non dimenticare. Ero forestiero: mi hai accolto in casa tua? Forse eri
troppo occupato dalle cose, distratto e frettolo-so, chiuso in te. Sappi che
ogni giorno io busso con il volto di papà e mam-ma, del fratellino o della
sorellina, del nonno, del pro-fessore, del collega di lavoro, di chi ha bisogno
anche so-lo che tu lo guardi in faccia. Ragazzo mio, ospitami nella casa del
tuo crescere quoti-diano.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra umile efiducio-sa preghiera, ripetendo:
« Vieni, Signore Gesù».
1
Perché i bambini vengano accolti come dono di Dio, da amare e da seguire nella
loro preziosa crescita: Signo-re, tienili per mano! Preghiamo
2 Perché le nostre famiglie
siano unite nell'amore e nel-la riconciliazione costante: Signore, sii nostro
ospite! Pre-ghiamo
3
Perché i carcerati ritrovino la voglia di onestà e in lo-ro rinasca l'umanità
di sentimenti e di progetti: Signore, cambia il loro cuore! Preghiamo
4
Perché i malati trovino in noi comprensione, assisten-za e compagnia assidua e
discreta, in famiglia e negli ospe-dali: Signore, sanali! Preghiamo
5
Per chi è tribolato perché senza casa, l'ha persa o la cerca disperatamente:
Signore, da' loro una casa acco-gliente! Preghiamo
6
Perché tra le tante cosa da fare in questa novena tro-viamo voglia e tempo per
ripulire la nostra vita dal pec-cato: vieni, Signore Gesù, ti aspettiamo! Preghiamo
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna dell'attesa di Gesù. (La possono leggere
i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio, prendimi sotto la tua protezione, coprimi col
tuo manto, accoglimi tra le tue braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal
nemico, preservami da ogni male, stammi sempre vicina in vita e in morte,
guidami tu stessa per mano all'incontro con Gesù. Amen!
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti questo impegno: sarò capanna più
accogliente, ascoltando di più leperso-ne che mi parlano.
18
DICEMBRE
L'ASINO,
IL BUE, LA MANGIATOIA
Preparazione
Statuetta
dell'asino e del bue; mangiatoia con fieno.
Oggetto-simbolo:
vestitino bianco, tipo Battesimo.
GUIDA
- Nella capanna, i personaggi che chiameremo «mi-nori» sono il bue,
l'asino e la mangiatoia, i primi provvi-denziali amici di Gesù Bambino,
insieme a Maria e a Giu-seppe. Davvero Dio si serve di ciò che davanti agli
uomini è rite-nuto di poco conto! Ascoltiamo la voce semplice e il loro
messaggio. (I ragazzi incaricati depongono nella capanna le statuine
dell'asi-no, del bue e la mangiatoia).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Entriamo in punta di piedi nella capanna per go-derci la scena.
Apparentemente tutto è normale: l'asino e il bue fanno le brave bestie; la
mangiatoia è zeppa di fieno. Eppure...
Cominciamo dall'asinello. Proviamo a intervistarlo.
ASINO
- Chissà perché gli uomini hanno di me e dei miei fratelli asini un'idea così
distorta. Perché io devo sempre essere il classico modello dell'ignorante? «Sei
proprio un asino!», ti dicono a scuola quando non sai. Ma cosa c'entro io? E
chissà perché, quando parlano di me, sentono il biso-gno di addolcire il nome
con il diminutivo «asinello». Io sono un asino normale, me ne vanto e stop!
GUIDA
- Mi pare che voi asini in Palestina siate davvero pre-ziosi.
ASINO
- Puoi dirlo! Su tutte queste colline ripide e ondula-te io sono il mezzo
ideale per portare pesi, persone gran-di e piccole, tirare carretti. E tutto,
con una pazienza in-finita! Ma non è questa la mia sola gloria. C'è un
episodio molto importante dell'Antico Testamen-to: in quell'occasione io ero
un'asina. Mi doveva caval-care un certo Balaam, indovino pagano, pagato dai ne-mici
del popolo ebreo per maledirlo con i suoi malefici. Ebbene, guidato da un angelo
che vedevo solo io, portai Balaam vicino agli Ebrei, ma poi mi rifiutal di
proseguire. Presi un sacco di botte. Alla fine mi sfogai con Balaam. Finalmente,
alle parole del suo asino capì e pronunciò una solenne benedizione,
importantissima: «Una stella spun-terà da Giacobbe, uno scettro regale sorgerà
da Israele». Capite? In quel momento, anche per merito mio, un pa-gano
annunciava che sarebbe nato tra noi Dio! Incredi-bile: era il Bambinello che io
avrei scaldato nella capanna!
GUIDA
- Tra i quadrupedi, voi asini avete
avuto un onore davvero unico!
ASINO
- Puoi dirlo forte. E fui io, docile e paziente, com-preso del nuovo onore, ad
accompagnare Maria santissi-ma nei due viaggi da Nazaret: che fatica! Il primo,
a ovest di Gerusalemme, per andare a trovare l'anziana cugina Elisabetta, anche
lei prossima mamma per un miracolo di Dio; ma soprattutto nel secondo viag-gio
per Betlemme, con Maria ormai vicina alla maternità. Ti svelo ora un segreto
che ho custodito finora: in quel viaggio ce la misi tutta per evitare ogni
sobbalzo, in mo-do da non danneggiare la mamma e il futuro divino neo-nato!
Mai come quella volta il carico mio fu così leggero e il mio passo cadenzato
così gioioso! Quando poi sentii il primo vagito del Redentore, lo scal-dai con
tutta la forza del mio fiato.
GUIDA
- Hai qualche ricordo particolarmente significativo del Messia?
ASINO
- Uno è tanto triste: la fuga in Egitto. Mi sembrava impossibile che il
malvagio Erode si abbassasse a tanto. Allora camminai fino allo spasimo, per
portare la santa Famiglia lontano, al sicuro e in fretta. Ho anche un ricordo
glorioso, gioioso ed entusiasmante: fui io a portare sul mio dorso il Divin
Maestro, quando volle entrare in Gerusalemme per celebrarvi l'ultima Pa-squa,
la sua Pasqua eccezionale. Che entusiasmo! Quan-ti gridavano: «Osanna,
Evviva... Gloria per il Figlio di Davide!». Ma perché pochi giorni dopo sentii
gridare: «Crocifig-gilo!»? E voi uomini sareste coerenti?
GUIDA
- Succede... Nella capanna c'era anche il bue. Sen-tiamo la sua
testimonianza.
BUE
- Bah, non godo di molte simpatie, io.
Un poeta mi esaltò così: «T'amo, pio bove». è che sono goffo, rumi-no
tutto il giorno, più o meno come certi ragazzini delle scuole moderne. Ma sono
forte e sgobbo ancora nei campi del terzo mondo. La mia carne è stimata.
Insomma, so farmi utile!
GUIDA
- Intervistiamo il bue della capanna. Ci accoglie con un soffio potente e
caldo di vita.
BUE
- Non compaio all'improvviso nella
Bibbia. Una volta ci feci una pessima figura: ero ancora vitello giovane e gli
Ebrei al monte Sinai mi modellarono con l'oro e mi adorarono, come simbolo di
forza e di fertili-tà. Ancora oggi mi vergogno! Mi riscattai, però, perché
con il mio sangue Mosè rinno-vo l'Alleanza infranta; inoltre eravamo noi buoi
a trai-nare il carro con l'Arca dell'Alleanza.
GUIDA
- Parlaci della tua esperienza nella capanna. Che ef-fetto ti fece scaldare
il piccolo bimbo divino?
BUE
- Entusiasmante e commovente! Altro che Arca del-l'Alleanza. Avevo davanti a me
Dio stesso che si alleava con l'uomo, nel modo più intenso: si era fatto
Bambino, lui! Il Dio con noi! Ero commosso, e vi garantisco che allora soffiai
come non mai, per non fargli mancare il calore necessario. Quella santa notte
fui protagonista di un nuovo tipo di alleanza: quella con l'asino, per una
società di riscalda-mento a fiato. E gratis! Non vi dico la tentazione di can-targli
una ninna nanna, ma ragli e muggiti avrebbero di-sturbato il suo sonno
innocente.
GUIDA
- Quasi dimenticavamo la mangiatoia. Sentiamo an-che la sua testimonianza.
MANGIATOIA - Che volete che vi dica? Sono fatta di quat-tro assi e offro alle
bestie ciò di cui gli uomini mi riem-piono: il fieno profumato. Da sempre
quell'erba e quei fiori appassiti danno vita e si trasformano in cibo, latte e
carne. Quella notte santa non vidi i soliti musi degli animali miei ospiti:
Maria santissima depose dentro di me, con amo-re, avvolto in poveri candidi
panni, il Dio della vita, sboc-ciato alla vita umana. Mi sentii mangiatoia
orgogliosa: facevo da culla al mio Creatore! Quella notte feci di tutto per non
pungere il Messia con i fili di fieno secco. Gli offrii anch'io calore e un
letto soffice e profumato di mille fiori.
GUIDA
- Davvero commovente. Per fortuna, oggi tanti bambini nascono e sono accolti
in stanze pulite, assistiti da medici e infermiere, in culle termiche...
MANGIATOIA
- La culla migliore è l'amore di chi accoglie, come fu l'amore di Maria e
Giuseppe. Ma quanti bambini oggi sono rifiutati, uccisi prima di na-scere,
visti come un impedimento, un peso, e non come dono. Provo orrore nel sentire di
bambini nati e gettati nei bi-doni della spazzatura, abbandonati per la strada.
Come si può essere così crudeli? E poi piangete sulla crudeltà di Erode!
Quanti bambini non conoscono un letto decente, vero e proprio. Voi moderni siete
andati sulla luna, e tanti po-veri dormono ancora sulla paglia o sulla nuda
terra, in squallide capanne. A quante persone manca un sufficiente riscaldamento
in casa, perchè non hanno mezzi! Ci fossero tanti asini e buoi a soffiare per
scaldare anzia-ni, barboni, extracomunitari...
GUIDA
- Abbiamo tanto da riflettere sulla testimonianza di questi personaggi del
presepio. Perciò esponiamo solen-nemente sull'altare l'Ostia consacrata, che
è Gesù in per-sona. Accogliamolo con il canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo, portiamo accanto a Gesù quale oggetto-simbolo
un vestitino bianco, segno del nostro Battesimo. (L'incaricato esegue). Ascoltiamo
ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Agli sfiduciati, a chi manca dei
mezzi per crescere in modo degno, a chi ha il peccato in cuore, anche oggi,
anche adesso io continuo a ripetere: Venite a me, voi tut-ti che siete
affaticati e oppressi, e io vi darò forza per vi-vere. Imparate da me che sono
mite e umile di cuore; tro-verete così la vostra pace. Prendete il mio carico:
è leggero, perché io lo porto con voì. Io non sono un re che domina con
durezza sui sudditi. Io non ho sudditi: vi ho chiamati amici! Io non faccio
distinzione tra quelli che contano e quelli che sono esclusi da tutto. Io sono
re di tutti, re mite, che ha come trono una piccola mangiatoia, abbastanza co-moda
e soddisfacente, perché semplice e vera. Il mio tro-no è un asinello, che mi
porta a morire perché ti amo. Dall'alto di questo trono benedico, saluto, parlo
ai cuori che mi circondano. Il mio trono è soprattutto la croce: sappi che le
mie ma-nine, aperte e tese dalla mangiatoia a mia Madre, a Giu-seppe e a te,
sono le stesse mani adulte allargate sulla cro-ce, crocifisse per amore, per
abbracciarti: io sono il tuo Salvatore! Non aver paura di stringere le mie mani
forate dai chio-di. Il mio sangue non ti infetta, ti salva! Il mio sangue non
sporca, ti rende candido come al Bat-tesimo! Stringi le mie mani. Ragazzo mio,
ragazza mia, le mie mani di bambino nato a Betlemme devono crescere insieme alle
tue. Non farmi rimanere bambino, statuina del presepio: voglio crescere con te,
voglio crescere in te! Nella capanna mi scaldavano due animali. Ma io sono
venuto a portare il fuoco sulla terra e come bramo che divampi, per bruciare il
male del peccato, per infiamma-re i tuoi progetti di bene, perché tu impari ad
amare e divenire anche tu fuoco per altri che sono freddi per il male, per
l'indifferenza, senza entusiasmo. Ragazzo mio, lasciati bruciare da me:
imparerai cos'è la vita piena!
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra
umile efiducio-sa preghiera, ripetendo: « Vieni, Signore Gesù!».
1 Per chi nasce alla vita,
affinché trovi accoglienza d'a-more e sia ricevuto come dono di Dio: Signore,
grazie per la vita! Preghiamo
2
Per tutti i bambini, affinché possano vivere in condi-zioni decenti e abbiano
cibo, casa, vestiti, calore e istru-zione: Signore, aiutali a crescere! Preghiamo
3
Per quelli che soffrono freddo e intemperie, a motivo della povertà di mezzi o
per il loro mestiere: Signore, su-scita chi possa aiutarli! Preghiamo
4 Per i genitori, affinché
diano ai figli non solo cose, ma soprattutto tempo, pazienza, affetto e buon
esempio: Signore, sostienili! Preghiamo
5 Per noi tutti, affinché
usiamo le cose e i gesti più sem-plici e comuni per volerci bene e aiutarci:
Signore, inse-gnaci la tua bontà! Preghiamo
6
Per noi tutti, affinché ti ospitiamo come tu desideri, nutrendoci del tuo Corpo
nell'Eucaristia: Vieni, Signore Gesù, ti aspettiamo! Preghiamo
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna dell'attesa di Gesù. (La possono leggere
i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio,
prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto, accoglimi tra le tue
braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico, preservami da ogni male,
stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu stessa per mano all'incontro
con Gesù. Amen!
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti questo impegno: con piccoli gesti di
servizio, aiuterò chi trascuro facil-mente.
19
DICEMBRE
LUCI
NELLA NOTTE
Preparazione
Come
sfondo, collocare un pannello (compensato o polistirolo) di-pinto di blu scuro,
con fori in cui si può applicare una serie di luc-ciole, che saranno accese
dopo la presentazione. Applicare la co-meta dorata a una lucciola.
Oggetto-simbolo:
la candela del Battesimo.
GUIDA
- Un elemento tipico di ogni presepio ben fatto so-no le lucine di vario
genere: le stelle e la cometa sullo sfon-do del cielo scuro, i fuochi dei
pastori, le luci delle casette. Saranno questi i personaggi che intervisteremo
per sco-prirne il significato. (Un ragazzo incaricato accende le luci
predisposte nel presepio).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Cominciamo proprio dalla notte che domina il cielo con il suo potere e col
suo fascino ambiguo. L'abbiamo attesa e, puntuale, dopo il tramonto del sole si
è presen-tata così.
NOTTE
- Io sono la notte. Voi moderni non potete capire co-me era la notte prima che
inventaste la luce elettrica: a ogni calar del giorno tornavo io a dominare!
L'uomo ha sempre cercato di sconfiggermi, ma solo ultimamente ci è riuscito, e
in parte. Io determino il riposo dei viventi, buoni o cattivi che sia-no. Tutti
devono fare i conti con me. Mi hanno attribuito ogni cattiveria: dicono che io
sono il segno del male, delle tentazioni, delle imboscate; che sono il regno
delle tenebre, in cui si scatenano le passioni e i ladri, e incombe la paura. Da
sempre io, la notte, riempio il sonno umano dei sogni più incredibili. Per
qualcuno sono i frutti di cattiva dige-stione, per altri sono la risposta più
o meno magica agli interrogativi della vita.
GUIDA
- Proprio di notte Giuseppe, lo sposo di Maria, ri-cevette in sogno
l'avvertimento che Erode voleva uccide-re il Bambino.
NOTTE
- Ecco i due miei volti: per qualcuno le mie tenebre ispirano il male, ma Dio
non è assente dalla mia notte. Gesù stesso, sovente, di notte vegliava e
pregava, in inti-mità con Dio Padre, specialmente prima delle scelte im-pegnative,
e perché si potessero vincere le tentazioni. Tanti santi, di notte, hanno
ricevuto sogni e visioni con cui Dio li ha guidati. Dunque io, la notte, non
sono poi così cattiva!
GUIDA
- Ma una notte accadde la Passione di Gesù. Vuoi raccontarcela?
NOTTE
- Fu la notte più orrenda della storia, in cui l'Orto degli ulivi divenne lo
scenario dello scatenarsi delle ten-tazioni e gli amici tradirono il loro
Amico. Fu l'ora delle tenebre, che culminò nelle tenebre della crocifissione.
Le tenebre del peccato: se Giuda potesse raccontarci la sua profonda
disperazione! Avete mai pensato un istante a chi lentamente perde la vista, a
chi è cieco dalla nascita? Che notte eterna deve essere la loro! Mi hanno
paragonata alla morte, quando gli uomini chiu-dono gli occhi per sempre. Buio
eterno, oppure c' è una luce di speranza per i morti?
GUIDA
- Certamente. Comunque noi, uomini del duemila, premiamo un pulsante e con un
semplice «clic» sconfig-giamo le tenebre. Possiamo persino portarci la luce
dove andiamo: abbiamo ormai batterie per tutte le esigenze.
NOTTE
- Sì, guardate gli incidenti sulle vostre strade, con le auto veloci impazzite
nel buio! Non è certo colpa mia, ben inteso: io sono fatta così. E credete che
nel mondo tutti abbiano l'illuminazione come da voi? Pensate alla maggioranza
dei villaggi del mondo: lì la notte è ancora senza fine! Voi avete tanta luce
di fuori. Ma anche nei vostri cuori? Quante luci vi disturbano nélle vostre
superbe città mo-derne, impedendovi di crescere con ideali validi.
GUIDA
- Ma sono proprio queste luci variopinte che danno gusto alla vita, che ci
permettono di vivere meglio.
NOTTE
- Insegne al neon, piene di colori e di messaggi di ogni tipo, sovente inutili o
falsi, come gli infiniti colori della pubblicità, come gli schermi della TV che
in casa vostra vi inondano di angosce, banalità e spettacoli ver-gognosi,
gratis! Pensate che sia progresso stordirsi fino all'alba, bersa-gliati da
infinite saette di luci accecanti, come nelle di-scoteche? Pensate che sia un
primato di civiltà il veglione di Capodanno, protratto tra sprechi e
vagabondaggi nel-la notte? Avete squarciato le tenebre della notte, mi avete
sconfit-ta: come la mettiamo però con il bagliore accecante della bomba
atomica, dei missili infuocati, delle cannonate? Tutto ciò per illuminare
meglio l'umanità? Siete proprio sicuri di aver sconfitto le tenebre dell'igno-ranza,
della cattiveria? Sapete con certezza quali sono i valori veri per cui merita
vivere?
GUIDA
- Vedo, sullo sfondo oscuro del
cielo, tanti puntini luminosi: sono le stelline. Ascoltiamone la voce tremo-lante.
STELLA
- Noi stelle non siamo puri ornamenti. Al tempo di Gesù e prima di lui, i
popoli nomadi trova-vano impossibile camminare sotto il sole del giorno. Par-tivano
alle prime ombre, come gli Ebrei nel deserto, che si muovevano di notte e una
colonna di luce li orientava nel cammino e nelle insidie. Sì, noi siamo
diventate punti di riferimento sicuri per gli uomini. è strano: ci siamo anche
di giorno, ma nessuno si accorge di noi; però, appena viene buio, tutti ci guar-dano
perché indichiamo la rotta. Chi ci contempla di notte si sente piccolo e
smarrito, come un puntino nell'univer-so: un puntino che Dio ama immensamente,
tanto da farsi pure lui puntino, a Betlemme! Di più. Una stella cometa ha avuto
una missione entusia-smante: guidare nella ricerca della fede tre sapienti: è
toc-cato proprio a una di noi indicare il Messia presente, lu-ce del mondo!
GUIDA
- Vedo nel presepio altre lucine che illuminano le ca-se, le grotte, la
capanna.
LUCE
- Siamo le lucerne a olio, le candele di mille forme che, in qìialche modo e
almeno per qualche istante, squar-ciamo le tenebre e permettiamo di vivere. I
profeti ci hanno dato molta importanza: «Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce ed esultò di gioia!». è la luce con cui abbiamo
rischiarato la capanna con la scena più commovente e incredibile della storia:
il crea-tore della luce, piccolino, si fa illuminare dalle nostre esili fiamme
tremolanti. Che onore e che responsabilità! Purtroppo a Betlemme c'è anche il
palazzo di Erode, an-ch'esso illuminato: si veglia, ma per uccidere il Vivente.
Una luce, questa, che per Erode e i suoi imitatori è tene-bra totale!
GUIDA
- C'è qualche esperienza forte legata alla vostra sto-ria di lumini?
LUCE
- Una sola ed è esaltante, legata a una candelina che è accesa al Battesimo di
milioni di bambini. Non che io sia luce da me, perché anch'io ho acceso la mia
luce al Cero pasquale, Cristo risorto, vera luce! Mi chiedo sovente cosa sarà
di quelle candeline battesi-mali. Consumate? Gettate via? Spente dalla violenza
e dal peccato? Continuamente rinnovate?
GUIDA
- Vedo che nel presepio ci sono ancora altri puntini luminosi, i fuochi dei
pastori.
FUOCO
- Oh, meno male che vi siete accorti anche di noi. Noi siamo il fuoco, forse la
prima scoperta dell'uomo che voi qualificate in fretta come preistorico, ma già
figlio di Dio. Oppresso nei vulcani, terrificante nei fulmini, io sono sta-to
domato dall'uomo e così ho portato vita. Purtroppo non posso frenarmi, quando
voi scatenate gli incendi. Non ho grandi titoli di merito, ma almeno nel
cenacolo a Gerusalemme lo Spirito Santo si è servito di me per bruciare, sotto
forma di fiammelle, i cuori degli apostoli e renderli finalmente coraggiosi
testimoni.
GUIDA
- Dopo l'intervista alle varie luci del presepio, espo-niamo solennemente
sull'altare l'Ostia consacrata, che è Gesù in persona. Accogliamolo con il
canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo, portiamo accanto a Gesù quale oggetto-simbolo
la candelina del nostro Bat-tesimo. (L'incaricato esegue). Ascoltiamo
ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Nella mia vita di Maestro ho guarito
tanti poveri di-sperati, ma due mi sono rimasti nel cuore: il cieco dalla
nascita e il cieco di Gerico. Il primo l'ho cercato io e l'ho risanato, senza
che lui mi chiedesse il miracolo; a Geri-co, invece, l'altro mi ha sentito
passare e mi ha gridato tutta la sua solitudine e la sua voglia disperata di
luce! Ebbene, io li ho fatti vedere, ma non solo le cose terrene: ho dato loro
anche la gioia della fede! ridami pure tu le tue difficoltà di crescere buono,
di cre- scere onesto. Grida verso di me. Non so resistere. Io so-no la
luce, io sono la verità: chi cammina con me non rimane nelle
tenebre, dove ci sono pianto, solitudine, ran-cori e delusioni, dove malattia e
morte non sono state eli-minate. Io sono la luce del mondo, anche del
tuo piccolo mondo. Ripensa alla candelina del tuo Battesimo. Accenderla, mi è
costato la vita! Ho dato però tutto perché la tua fiam-ma sia accesa e calda
di vita. Io sono la luce, e le tenebre hanno sempre cercato di spegnermi, in me
e nei miei di-scepoli. E tu? Vuoi che ti indichi come spendere la tua vita, la
tua giovinezza in modo che valga? Lasciati illuminare da me. Sappi che la mia
parola non inganna, non tradisce, non delude. Ma tu devi attendermi con la tua
lucerna ac-cesa in mano! Sappi che la mia parola dà risposta esauriente alle
tue aspi-razioni profonde. Alimenta alla mia luce la tua lucerna vacillante.
Ragazzo mio, ragazza mia, io sono la luce e tu ne sei illu-minato; anche
tu puoi diventare luce per gli altri!E se la tua fiammella è languida, sappi
che sono venuto per ravvivarla e, attraverso te, per ravvivare altre fiam-melle
incerte. Sì, perché la mia pubblicità più credibile sei tu. Mi dirai che la
tua candelina vale poco: cosa è mai da-vanti al buio dilagante? Eppure basta
anche una sola can-dela per diradare le tenebre. E se foste in due, poi in tre,
infine tante... che luce, che calore! è la sfida della mia parola! Lasciati
illuminare da me, ragazzo mio. L'alba del gior-no di domani è nelle tue mani.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra umile e fiducio-sa preghiera, ripetendo:
« Vieni, Signore Gesù!».
1
Per chi vive nelle tenebre del peccato, della noia, del-la delinquenza,
dell'egoismo e dello spreco: Signore illu-minali! Preghiamo
2
Per chi ancora non sa a cosa serve la vita, perché co-minci a riempirla di
concreti gesti di amore fraterno: Si-gnore, da' senso alla vita! Preghiamo
3
Per chi è profeta di sventure, perché tra tanto male dilagante, guardi anche
alle infinite luci di bontà presen-ti nella vita: Signore, rendici ottimisti! Preghiamo
4
Per tutti gli impegnati nelle molte forme del volonta-nato, perché non si
stanchino mai di operare il bene: Si-gnore, sostienili! Preghiamo
5
Per i genitori, perché non dimentichino gli impegni pre-si nel Battesimo dei
loro figli e li aiutino a incontrare Gesù: Signore, guidali! Preghiamo
6
Per noi tutti, perché ci prepariamo al Natale con la luce delle buone opere,
rifiutando la logica dell'egoismo: Vieni, Signore, ti aspettiamo! Preghiamo
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna
dell'attesa di Gesù. (La possono leggere i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio,
prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto, accoglimi tra le tue
braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico, preservami da ogni male,
stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu stessa per mano all'incontro
con Gesù. Amen!
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti questo impegno: pregherò, ripetendo sovente
l'invocazione: Signore, au-menta la mia fede!
20
DICEMBRE
I
POPOLANI
Preparazione
Statuette
dei popolani: vecchia, uno che dorme, zampognaro, fab-bro, pescatore, ragazza,
oste...
Oggetto-simbolo:
olio della consacrazione battesimale.
GUIDA
- Oltre ai pastori, ogni presepio
tradizionale presen-ta una serie di personaggi che diciamo «minori», cioè i
popolani, che rendono tutto più vivace. Possiamo discu-tere sulla loro
autenticità storica, non certo sul loro si-gnificato. (I ragazzi
incaricati depongono nel presepio le statuine dei popolani).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Oggi ci costerà fatica intervistare, perché dobbia-mo camminare per il
presepio, alla ricerca del significato dei personaggi più vari, i popolani
appunto. Incontriamo subito una simpatica e arzilla vecchietta, in-tenta a
filare. Ci risponda, prego: lei come attende il Na-tale?
VECCHIA
- Se lo attendo? è da bambina che mi
preparo a vivere questa festa e non ci ho mai rinunciato. Vede, da piccola
aspettavo i regali di Gesù Bambino. Poi mi sono accorta che era proprio Gesù a
farmi i doni: non torroni o bambole, ma la sua grazia divina! Da allora sono
passati tanti anni. Quando guardo alla ca-panna, come per incanto dimentico che
sono rimasta vedova, che mi tormenta l'artrosi e ogni tanto perdo la me-moria.
Non sono certo fortunata come il vecchio Simeone, che nel Tempio prese in
braccio il Bambinello; però sono fe-lice lo stesso. Alla Comunione domenicale
lo accolgo al-la stessa maniera. Vede, ora non posso più fare molto, le mani
tremano, l'occhio non è più acuto. Ma voglio fare lo stesso una ma-glietta
per scaldare il Bambino quando lo visiterò in un povero orfano.
GUIDA
- Incontriamo uno che, stranamente, sta dormendo sulla paglia. Proviamo a
svegliarlo, sperando che non se l'abbia a male. Scusi, mi può dire cosa pensa
del Natale?
UOMO
- Avete tutti la stessa mania: a Natale bisogna inter-vistare. Dico subito che
finalmente in questo periodo po-trò dormire, di più e meglio. Stavo dormendo,
e che ma-le c'è? Crede che sia nato stanco? Mi dica lei come si fa a vivere.
Ti alzi al canto del gallo e hai ancora il boccone in bocca che già corri con
l'auto, oppure non devi perde-re assolutamente l'autobus, se no in ditta sono
guai, o il preside della scuola ti punisce per il ritardo! Insomma, gli affari,
la scuola, il lavoro, le spese natali-zie, gli amici del bar, i problemi
familiari... Alla fine del-la giornata ti butti sul letto e dormi. Finalmente!
Mettici poi la TV, che talvolta ci tiene su fino alle ore pic-cole: dobbiamo
pure aggiornarci, no? Poi i figli ti chiedono un sacco di cose, ti fanno impazzi-re,
ne combinano di tutti i colori. Questa sarebbe vita? Ecco perché approfitto di
ogni mo-mento di tregua per non pensarci più, per distrarmi, per riposarmi. Se
penso a Gesù Bambino? Accidenti, con tutti i regali da comprare, e come ci
penso! Al Gesù vero? E dove tro-vo il tempo per pregare? C'è troppo da fare!
GUIDA
- Mi risulta però che anche Gesù aveva giornate lo-goranti: predicava,
subiva un autentico assedio dallafol-la, dai malati, dai farisei. Eppure il
tempo per pregare Dio suo Padre lo trovava. Quante ore passate di notte a
pregare!
UOMO
- Sarà. Però, provi Gesù a mettersi nei miei panni. Forse allora anche lui...
GUIDA
- Siamo improvvisamente interrotti da un suono di zampogna e di flauto. Oggi
vanno di moda, per creare il clima natalizio. Oltre-tutto sono parte delle
antiche tradizioni popolari: fanno molto folklore!
ZAMPOGNARI
- Siamo due zampognari e non veniamo dal-l'Abruzzo o dal nord. I nostri
strumenti ci servono per il lavoro. Badate bene, non suoniamo per fare soldi
presso i semafori e nemme-no siamo qui a nome delle varie pro loco. Suoniamo
per ingannare le lunghe ore di attesa e di veglia, al pascolo del gregge o al
fuoco del bivacco, di notte. Non chiedeteci se abbiamo registrato le nostre
pastorali: tanto, avete già centinala di cassette con musica natalizia che crea
l'atmosfera. Mi pare che abbiate dimenticato l'essenziale: noi ora, nel
presepio, suoniamo per offrire a Gesù ciò che sappiamo e abbiamo di nostro: le
nostre melodie di poche note. Il nostro è un gesto di cordialità. Gesù è
nato, e ci basta per cantare e suonare tutta la nostra felicità. Seguiteci an-che
voi moderni alla capanna.
GUIDA
- Stanno passando per il presepio due soldati roma-ni. Tornano dalla reggia
di Erode o forse dalla ronda, per tenere a bada gli Ebrei. Meglio stare alla
larga da que-sti soldati: è inutile intervistarli, non ci ascolterebbero
nemmeno. Magari sono quelli della strage degli innocenti, o quelli che
flagelleranno Gesù. Che orrore! Ma che ci fanno qui, loro, nel presepio? Ah già,
buoni e cattivi, tutti da salvare! Meglio intervistare quel fabbro che sta
scaldando i ferri sulla forgia. Scusi, cosa porterà lei alla capanna di Be-tlemme?
Sa almeno che è nato Gesù?
FABBRO
- E come se lo so: conosco bene suo padre terreno, Giuseppe, pure lui fabbro e
falegname come me. Non sia-mo ricchi noi, e così dobbiamo arrotondare il
guadagno con altri mestieri: arrotare, ferrare i cavalli ai soldati. Spero che
Gesù mi risolverà un grave problema: ho un figlio handicappato e lo porterò
da lui: sento che me lo guarirà; lo ha già fatto con tanti altri papà. E mi
perdonerà anche le colpe che ho dentro! No, non guardatemi storto: non sono
stato io a costruire la croce per incarico dei romani, e nemmeno ho forgiato io
i chiodi che lo hanno trafitto sul Calvario. Armi non ne ha mai costruite,
quindi nemmeno la lancia che gli ha squarciato il cuore!
GUIDA
- Seduto sulla spalletta di un ponte, su un fiumiciat-tolo di carta
stagnola, un uomo di mezza età sta pescan-do. Forse sogna i pesci della pesca
miracolosa sul lago. Scusi, ma cosa ci fa lei nel presepio?
PESCATORE
- Piano, che mi spaventa i pesci! Con
tutto que-sto inquinamento sono diventati rari! Cosa ci faccio? è normale:
ogni momento libero e soprat-tutto a ogni week-end passo il mio tempo a
pescare. Proi-bito, forse? E quando farà freddo, ho già tutto pronto: inforco
gli sci. In tanti presepi non c'è forse la neve sui monti? Le fabbriche
chiuderanno fino a dopo la befana. Dicono che c'è la crisi. Beh, non vedo l'ora
che arrivi quel bene-detto Natale, così passerò tutto il tempo sulla neve, a
di-vertirmi.
GUIDA
- Non mi ha risposto a tono. Lei è nel presepio e non sa che il Natale serve
per accogliere Gesù e dedicarsi un po' meglio agli altri!
PESCATORE
- Roba da bambini. Al massimo andrò a Messa di mezzanotte: fa parte ormai del
folklore del Natale. Ci va tutta la famiglia, mica posso starmene a casa. Però
è un gesto come tanti. Per me conta godermi in santa pa-ce il mio tempo, in
attività rilassanti. Anzi, mi lasci pe-scare e stop!
GUIDA
- Intervistiamo una serie di negozianti che troviamo accanto: il mugnaio, il
panettiere, l'ostessa, il mercante di stoffe, il caldarrostaio... Parliamo col
primo che ci capita, l'oste, che oltre tutto è il presidente dei commercianti
di Betlemme.
OSTE
- Ahimè, quest'anno tira aria di
crisi. La neve in Palestina tarda a venire e così gli alberghi sono quasi deser-ti;
e sì che proponiamo cenoni a prezzi stracciati. La gen-te viene da noi, guarda
la merce, domanda il prezzo, dice che verrà domani e non li vedi più! Il
mugnaio e il panettiere hanno macinato tanto grano. Beati loro: sperano di
vendere pizze e panettoni! Il caldarrostaio benedice la Messa: dice che attira
clienti. I negozi che lavorano di più ora? Alimentari, moda, ste-reo...
GUIDA
- Soldi, soldi. Non un accenno a Gesù che viene. Proviamo ancora con questa
ragazzetta che sta passando.
RAGAZZA
- Sto andando con le amiche alla capanna. Sono una ragazza moderna, io, ho un
sacco di interessi, sono sportiva, discretamente studiosa, ma non ho messo Gesù
in naftalina. è da tempo che ci prepariamo al Natale. Stia-mo portando i doni:
sono i nostri risparmi per aiutare i profughi della guerra; stiamo organizzando
la festa per gli anziani che seguiamo tutto l'anno col gruppo orato-nano.
Stasera parteciperemo alla novena.
GUIDA
- Dopo le interviste ai tanti e diversi popolani del presepio, esponiamo
solennemente sull'altare l'Ostia con-sacrata, che è Gesù in persona.
Accogliamolo con il canto... E Canto. Esposizione dell 'Ostia Offerta del
simbolo
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo, portiamo accanto a Gesù quale oggetto-simbolo
un vasetto con l'olio della no-stra consacrazione battesimale.
(L'incaricato esegue).
GUIDA
- Ascoltiamo ora, con attenzione e
con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Io, il tuo creatore, mi sono svuotato della mia divi-nità e ho indossato i
tuoi panni di creatura debole, divi-sa, distratta. Non ho voluto aspettare che
tu fossi finalmente santo o angelo per guardarti in faccia. Ti ho accettato come
sei, per aiutarti a maturare dall'interno la tua vita, le tue si-tuazioni
quotidiane. Tu e voi siete la mia famiglia, siete miei intimi, perché io sono
uno di voi. Mi sono fatto «te» perché tu diventi «me» e ne sia felice. «Lo
Spirito del Signore mi ha mandato ad annunciare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare la liberazione ai prigionieri, il dono della vista ai ciechi, per
liberare gli oppressi, per annunciare il tempo nel quale il Signore sa-rà
favorevole!». Così proclamò Isaia di me e io ho por-tato il cuore di Dio tra
gli uomini, incontro a ciascuno, nella sua situazione concreta. Ho chiamato
un'umile ragazza, Maria, a farmi da Ma-dre; ho chiamato semplici e laboriosi
pescatori a farsi miei collaboratori. Ho amato e gioito per la conversione di
Matteo, di Zac-cheo che tutti dicevano ladri irricuperabili. Ho richiamato alla
vita due ragazzini dodicenni e un uo-mo maturo, Lazzaro. Ho aperto il mio cuore
davanti ai bambini e ai malati, calandomi nella loro malattia. Ho persino
toccato i lebbrosi, diventando io impuro con lo-ro. Ho affascinato il giovane
ricco e ridato onore all'a-dultera. Ho tentato fino all'ultimo di sgelare il
cuore al mio povero Giuda! Sulla croce ho dato ai miei due compagni di agonia la
sal-vezza e la possibilità di dare dignità agli ultimi aneliti di vita.
Ragazzo mio, ragazza mia, nessuna situazione della vita è fuori della mia
salvezza: io credo nel ricupero di tutti, ma chiedo il «si» e la
collaborazione di ciascuno. Dico anche a te: ecco il tempo personale per il tuo
pieno ricupero, se sei in crisi; per la tua perseveranza, se già sei abituato
al «sì». Lasciami entrare nella tua situazione, ragazzo mio. Starò bene con
te. Tu starai meglio, con me!
Intenzioni di preghiera.
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra umile e fiducio-sa preghiera, ripetendo:
« Vieni, Signore Gesù!».
1
Per chi è troppo preso dalle cose esterne e materiali, dai regali, dalle vicine
vacanze e non ha tempo per incon-trare Gesù: Signore, interessalo a te! Preghiamo
2 Per chi non riceverà doni e
sarà anche a Natale solo, scontento e triste come gli altri giorni: Signore,
tienigli compagnia! Preghiamo
3 Per chi prega distratto,
di fretta e poco; per chi non prega più e chi non si confessa da anni: Signore,
attiralo! Preghiamo
4
Per gli anziani, perché trovino in Gesù e in noi la for-za e la gioia di
sentirsi ancora vivi: Signore, da' loro spe-ranza! Preghiamo
5
Per chi identifica il Natale con le mangiate, il diverti-mento e gli sprechi:
Signore, correggilo! Preghiamo
6
Per tutti noi, perché lasciamo a Gesù la chiave della nostra esistenza e lo
accogliamo come ospite: vieni, Si-gnore Gesù, noi ti aspettiamo! Preghiamo
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna dell'attesa di Gesù. (La possono leggere
i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio, prendimi sotto la tua protezione, coprimi
col tuo manto, accoglimi tra le tue braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi
dal nemico, preservami da ogni male, stammi sempre vicina in vita e in morte,
guidami tu stessa per mano all'incontro con Gesù. Amen!
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti
questo impegno: farò meglio che posso i miei doveri di lavoro o di studio.
21
DICEMBRE
LE
PECORE, I PASTORI
Preparazione
Statuette
dei vari pastori con molte pecorelle.
Oggetto-simbolo:
un Vangelino.
GUIDA
- Dire presepio è dire pecore e pastori: sono sicura-mente i personaggi più
semplici, dopo la santa Famiglia. Li vogliamo intervistare, senza preoccuparci
di come si esprimono: essi non hanno studiato! (I ragazzi incaricati
depongono nel presepio le statuine delle peco-re e dei pastori).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Cominciamo da un primo gruppo di pastori che stanno scaldandosi attorno al
fuoco, per vegliare nella notte i loro greggi.
Salve!
PASTORE
- Ciao. Noi ci salutiamo così; è più
semplice e cor-diale. Noi non abbiamo cultura: conosciamo la Bibbia so-lo in
certe parti, perché i nostri padri ce l'hanno trasmes-sa a viva voce. Faremo
così anche noi con i nostri figli. Viviamo di pecore, ma per farle crescere ci
vuole tutto: pascoli buoni e abbondanti, e acqua, tanta acqua! Que-sto ci
spinge a essere nomadi: abbiamo bisogno di ampi spazi: una volta consumata
l'erba, le nostre pecore han-no bisogno di altri pascoli e noi siamo
condizionati da loro. Non ci ricordiamo quasi come sia fatta una vera casa
stabile, perché normalmente dormiamo in ripari di for-tuna o sotto tende.
Intendiamoci, non le vostre tende super attrezzate e moderne: noi abbiamo solo
quattro pali, pelli cucite insieme e tanti provvidenziali pioli, se no il vento
e le piogge spazzano via tutto. Siamo in Palestina, ma le notti sono anche
fredde; d'inverno cade pure la ne-ve sulle colline. Pensate come viviamo
durante la stagione delle piogge, che è poi la migliore, perché subito dopo
scoppia la pri-mavera con pascoli nuovi e teneri.
GUIDA
- Una vita sicuramente sacrificata, la vostra. Come vi sentite nei confronti
del vostro gregge?
PASTORE
- Può sembrarvi strano, ma nei confronti delle pe-core siamo insieme capi e
compagni. Capi: dobbiamo dirigere il gregge verso la direzione giu-sta,
difenderlo dai ladri (non rubate solo voi moderni!). Soprattutto dobbiamo
proteggerle dalle bestie feroci, co-me i lupi, che sgozzano le nostre povere
bestie, specie gli agnellini. In ciò ci aiutano i cani ammaestrati. Dobbiamo
pure usare il bastone contro certe pecore dal-la testa matta, che ci sono
ovunque (penso anche da voi moderni!).
GUIDA
- Se non ho capito male, siete anche compagni del gregge. In che senso?
PASTORE
- Le pecore non sono semplici macchine da carne e latte. Sono le nostre piccole
amiche negli interminabili deserti o nelle pesanti trasferte. Dobbiamo capire al
volo la situazione delle pecore in difficoltà, soprattutto degli agnelli, che
fanno tenerezza e sono i più deboli e indifesi. Una pecora ferita o malata o
debole non possiamo ucci-derla senza sentire una fitta al cuore. Questo capita
an-che quando la sgozziamo per mangiarne la carne. Ci capita perfino di
caricarcele addosso e con fatica le portiamo al pascolo dove sosteremo. Non
potete immaginare la cura per le pecore incinte, e che gioia quando nasce un
agnello! E così per un giorno, poi per un altro, e così per sempre. Tutto qui:
capi e compagni del gregge. Forse capite meglio il salmo che recitiamo anche
noi: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla: su pascoli erbosi mi fa
riposare; ad acque tranquille mi conduce...».
GUIDA
- Sentiamo ora la voce di un piccolo protagonista del presepio e di tante
vicende della storia di salvezza: l'a-gnello.
AGNELLO
- Ha fatto bene a intervistarmi: io
sono l'avveni-re del gregge e il futuro del pastore. Gli voglio bene, lo
conosco, lo seguo nei suoi richiami, perché so che vuole il mio bene. Quante
volte mi ha preso in braccio e ha camminato ac-canto alla pecora mia madre, per
rassicurarla. Ha persino rischiato la vita per tirarmi su da un dirupo, con i
lupi che mi assalivano. Che spavento! Ricordate l'agnello ucciso e mangiato
prima della Pasqua, nella notte cioè prima di fuggire dalla schiavitù
d'Egitto? Il sangue di un agnello come me, sparso sulle nostre por-te, ci ha
salvato dall'angelo sterminatore che castigò in-vece gli Egizi. Con quel
sangue gli antenati del mio pastore celebrarono la pasqua di liberazione, e gli
agnelli come me furono sem-pre parte centrale del rito.
GUIDA
- In confidenza, non è orribile, per voi agnelli, dare la vita perché altri
abbiano la vita?
AGNELLO
- Beh, lo penso qualche volta anch'io. Ma Gesù a Betlemme è l'Agnello per
eccellenza. Giovanni Battista lo ha presentato a tutti come l'Agnello che porta
su di sé il peccato del mondo! E nella nuova ed eterna Alleanza, la Pasqua di
Gesù, per la prima volta nella storia ebraica il sangue di noi agnelli è stato
sostituito dal sangue versato da Gesù sulla croce. Che pazzia! Ma una pazzia
d'amore! Guardando lui, io non mi lamento: era come un agnello condotto al
macello, di cui parla Isaia, che non apre boc-ca davanti ai tosatori che lo
faranno soffrire. Piuttosto direi che siete voi moderni a dovervi vergogna-re
delle sofferenze che ci procurate senza vero bisogno, facendovi pellicce,
sperimentazioni non necessarie, cru-deltà di chi ci tortura. Trovo anche
incredibile che voi sovente vi interessiate più di noi animali che dei vostri
simili.
GUIDA
- Torniamo ai pastori, mentre con i greggi cammi-nano verso la capanna.
Chiariteci una questione: ma perché siete stati proprio voi iprimi a ricevere
il lieto annun-cio del Salvatore?
PASTORE
- Essere pastori, in oriente, non è compiere un me-stiere disonorante, come
potreste pensare voi occidenta-li. I nostri patriarchi furono pastori; Mosè e
Davide fu-rono chiamati mentre facevano da pastori, proprio come siamo stati
chiamati noi. Certo, ai tempi in cui nacque Gesù, non godevamo stima nel
popolo: quante chiacchiere e pregiudizi su di noi! Si mormorava che noi eravamo
poveri, dunque Dio non ci favoriva, perché eravamo grandi peccatori. Ci
accusavano di essere disonesti, perché non rispettavamo la proprietà privata,
nel nostro continuo peregrinare verso nuovi pascoli. Ci prendevano per ladri,
rozzi e violenti, rissosi e addi-rittura per omicidi, senza cultura e quindi
tagliati fuori dalla Parola di Dio scritta sui rotoli della Bibbia. Noi ci
sentiamo invece semplici, liberi da tante cose, po-veri e quindi aperti alla
salvezza. L'interesse di Gesù per noi ci ridà dignità! Anche noi vogliamo
bene a Dio! Perché Dio ci ha dato l'annuncio per primi? Forse per-ché Gesù
è venuto a salvare anzitutto chi non contava nul-la, chi era emarginato. Dio
resiste ai superbi, ma si con-cede ai poveri di scienza e di intelligenza. Come
noi.
GUIDA
- Nella Bibbia, voi pastori sovente non ci fate bella figura.
PASTORE
- Dite piuttosto tanti capi religiosi del popolo elet-to: sono loro che non ci
fanno bella figura. Come scrisse Geremia, portano al pascolo solo se stessi, si
ingrassano da soli, facendo i loro interessi, e così le pecore hanno fame e
sete, sono disperse, preda del primo che le ruba. Altro che noi poveri e
infaticabili pastori! Ma nell'Antico Testamento è fortissima la speranza le-gata
a una promessa di Dio: «Susciterò un pastore secon-do il mio cuore... io
stesso curerò le mie pecore e le farò riposare», ha profetizzato Geremia. «E
tu, Betlemme, non sei certo la meno importante tra le città della Giudea, perché
dà te uscirà un capo che por-terà al pascolo il mio popolo, Israele», ha
scritto Michea. Capite ora perché noi pastori siamo in cammino verso Be-tlemme:
Gesù è quel pastore annunciato e atteso: davan-ti a lui anche noi pastori
siamo sue pecorelle.
GUIDA
- Dopo l'intervista ai pastori del presepio, esponia-mo solennemente
sull'altare l'Ostia consacrata, che è Gesù in persona.
Accogliamolo con il canto...
GUIDA
- Come nostro regalo, portiamo accanto a Gesù qua-le oggetto-simbolo un
Vangelino, modo concreto di se-guire Gesù buon pastore. (L'incaricato
esegue). Ascoltiamo ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Percorrevo città e villaggi, annunciavo il Regno di mio Padre, guarivo
malattie (e tante!), lenivo sofferen-ze. Le folle mi seguivano per vedermi,
ascoltarmi o an-che solo toccarmi, ma io le vedevo stanche e scoraggiate, come
pecore senza pastore. Io sono il loro buon pastore! Io sono il tuo buon
pasto-re. Io sono la porta per le pecore: molti, venuti prima di me, erano
ladri e banditi, ma le pecore non li hanno ascol-tati. Anche tu, mia pecorella,
sei presa d'assalto da tanti lupi rapaci a cui non interessa realmente la tua
vita: pretendono di guidarti e di colmare le tue aspirazioni profonde, ma poi ti
lasciano il portafoglio vuoto e il cuore deluso, smarrito, senza me! Non seguire
questi falsi pastori: ti vengono incontro col sorriso, ma rubano, ucidono,
distrugono, illudono e deludono. Io sono venuto invece per darti la vita, una
vita vera e completa. Io sono il tuo vero pastore, il buon pastore, perché ti
ho conquistato, anientandomi sulla croce per te! Sono disposta a rifare tutti i
gesti d'amore che ho compiuto allora, perché tu viva ora! Tu mi stai troppo a
cuore perché ti trascuri. Fidati di me! Io sono il tuo buon pastore: io conosco
te, mia pecorella: ti ho creato: ho tracciato per te un posto preciso nella
storia, con una vocazione irripetibile. Io ti conosco. E tu? Mi conosci? Stai a
tuo agio con me, tuo Salvatore? Le mie parole le scordi in fretta o ti toccano
in profondità. Ragazzo mio, ragazza mia, non ridurmi a una bella statuina del
presepio, che poi ritirerai in soffitta fino al prossimo anno. Voglio crescere
con te; lasciami crescere in te. Non sono nato per restare bambino. Cresciamo
insieme! Io ti sarò compagno, discreto e decisivo, nel viaggio del-la tua
vita. Provaci. Proviamoci.
Impegno
e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, al termine di
questo cammino nel presepio, con gli auguri più cristiani: Gesù nasca nel tuo
cuore. Gesù nasca nella nostra comunità. Natale, tempo di sempre.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- Con la gioiosa attesa di chi è
prossimo a incontra-re l'Atteso, ripetiamo le invocazioni proposte:
1
Vieni, Gesù, ti attendiamo con gioia!
2 Vieni, Gesù, abbiamo fede
in te!
3
Vieni, Gesù, ti accogliamo!
4
Vieni, Gesù, ti amiamo!
5
Vieni, Gesù, sei il nostro atteso!
6
Vieni, Gesù, ti ringraziamo!
Padre
nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna
dell'attesa di Gesù. (La possono
leggere i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio,
prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto, accoglimi tra le tue
braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico, preservami da ogni male,
stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu stessa per mano all'incontro
con Gesù. Amen!
22 DICEMBRE
I MAGI, LA STELLA, ERODE
Preparazione
Statuine
dei Magi, corteo e cammelli. Se non si è messa prima, col-locare nel cielo la
cometa.
Oggetto-simbolo:
telecomando TV.
GUIDA
- Anche nel presepio c'è una certa
attesa: difatti compaiono, presenti, ma da lontano, i tre Magi, che man mano si
avvicinano alla capanna, con i loro doni e il cor-teo di cammelli. Li
intervisteremo con interesse. (I
ragazzi incaricati depongono nel presepio le statuine dei Magi e dei cammelli).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- I Magi: figure affascinanti nel
loro mistero. La tradizione successiva ha precisato il numero e ne ha persino
fissato i nomi: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre. Iniziamo con una domanda
d'obbligo. «Magi»: cosa c'entra la magia con Gesù Bambino?
MAGI
- Difatti non siamo stregoni,
imbroglioni o indovini. Non usiamo né tarocchi, né pendolini, né sfere di
cristal-lo. Non facciamo magie né ricorriamo a trucchi e, incre-dibile!, non
spilliamo soldi a nessuno. Il nome Magi è di origine persiana: vuol dire
«sapienti». Precisiamo: noi abbiamo una cultura sui libri di sapien-za di
mezzo mondo, anche se non abbiamo lauree. Siamo onesti e sinceri ricercatori
della verità sulla nostra vi-ta e sul destino dell'uomo.
GUIDA
- In definitiva, chi siete? Né
persone normali, né ma-ghi. Allora?
MAGI
- Siamo di origine persiana e
inizialmente sacerdoti dell'antica religione iraniana. Apparteniamo alla corte
del re: siamo suoi consiglieri, anche perché esperti di astro-nomia e
astrologia: conosciamo cioè le stelle e studiamo come possano influire sulle
vicende umane. Noi del presepio veniamo da parti lontane e diverse: so-prattutto
dalla Mesopotamia e dall'Arabia. Difatti i no-stri doni - oro, argento e mirra
- sono tipici di quelle località.
GUIDA
- Ci interessa sapere come è nata
la vostra idea di ve-nire a Betlemme. Non penso che abbiate fatto un viaggio di
piacere o una crociera turistica, come va di moda nelle vacanze natali-zie, per
chi ha soldi, ben inteso!
MAGI
- Sì, per noi è stato un viaggio di
piacere, ma per quel che accadde e per come fummo coinvolti. Da sempre cercavamo
tra le stelle il senso della vita. Un giorno, tutti e tre, in paesi diversi e
lontani tra loro, ve-nimmo a conoscenza dei libri di sapienza ebrei, in cui si
parlava di Uno ben diverso dai nostri idoli: un Dio crea-tore, buono, Padre,
alleato con l'uomo, che libera gli op-pressi e indica nell'amore la via che dà
senso all'esistenza umana. Ne fummo affascinati! Tra le profezie precise di
questo Dio leggemmo quella di Balaam e di un certo Michea: sarebbe cioè sorta
una stel-la luminosa dalla tribù di Giacobbe in una cittadina pres-soché
sconosciuta a noi, Betlemme. E così un giorno, cia-scuno per conto suo, fummo
abbagliati da quella luce, assolutamente insolita: non era una stella fissa, ma
si muo-veva, come una cometa! Non era, come pensereste voi moderni, un
satellite illu-minato o un aereo lampeggiante. Ogni tanto scompariva e ci
lasciava incerti nella ricerca; poi riprendeva a brillare su noi.
GUIDA
- Insomma, a intermittenza, come
nei presepi mo-derni.
MAGI
- Una stella del tipo di quelle che
nell'antichità com-parvero, secondo gli scrittori pagani, alla nascita di
grandi personaggi, come Alessandro Magno o addirittura di Ot-taviano Augusto
imperatore! Fu facile per noi collegare la nostra sete di verità, di luce e di
Dio con le profezie. Così ci mettemmo in viaggio, per strade diverse: avrem-mo
di sicuro trovato il bambino annunciato dalla stella. Non potete immaginare la
gioia quando, da strade diver-se, ci incontrammo noi tre Magi: decidemmo di
cammi-nare insieme. Ricercare insieme era sicuramente più faci-le e gioioso.
GUIDA
- E arrivaste senza troppa fatica a
Betlemme: lo cre-do, non capita a tutti di essere guidati da una stella al pro-prio
servizio! Poi, eravate condotti dai cammelli, vere navi del deserto.
CAMMELLO
- Oh, meno male che vi ricordate pure
di noi, poveri cammelli! Ci distinguete solo per le due gobbe, ma lì dentro ci
stanno le nostre riserve per affrontare viaggi impossibili. Quanta strada
rovente nel deserto insidioso, che arsura terribile! Comunque non eravamo
assolutamente una del-le solite carovane, cariche di merci preziose da mercan-teggiare
con gli emiri. Stavolta, noi cammelli contribuivamo a trovare il senso della
vita dei nostri illustri padroni.
GUIDA
- Riprendo la domanda: tutto
sommato vi fu facile arrivare a Betlemme?
MAGI
- Tutt'altro. Lasciavamo le nostre
certezze per inse-guire quanto speravamo, ma non conoscevamo. Gli amici ci
diedero del matto o del visionario. La difficoltà più grossa la trovammo al
termine della ri-cerca, a pochi passi ormai dal Bambino: la stella era scom-parsa.
Sembrò venirci in aiuto Erode, re di Gerusalemme.
GUIDA
- Allora vorremmo sapere dalla viva
voce del re Erode. Ci dica, maestà...
ERODE
- In quei giorni a Gerusalemme si
faceva un gran chiacchierare sul Messia e sulla sua venuta entro breve tempo.
Sembrava che ormai l'attesa si fosse compiuta in quei giorni! Si parlava
apertamente delle promesse e delle pr9fezie. Feci anch'io ricerche accurate. Fu
quindi facile per me, a cui nulla sfuggiva, sapere che i Magi erano in città e
chiedevano informazioni sul Mes-sia. Non potevo non sfruttare l'occasione. Li
convocai segre-tamente a palazzo e chiesi la loro collaborazione: «Tro-vatemelo,
ditemelo. Voglio andare anch'io ad adorarlo!». Figuratevi, io, adorarlo! Un mio
rivale di trono... Vole-vo scoprirlo per eliminarlo: non potevo sopportare
l'idea ossessiva di un rivale, presentato per di più come re dei Giudei! Ma
quei Magi mi beffarono e non si fecero più vedere. Allora decisi, senza
scrupoli o incertezze: dovevo elimi-nare quel Bambino. Potevo forse rinunciare
al mio trono?
GUIDA
- Dunque anche lei, maestà,
ricercava Gesù. E ten-tò di trasformare in spie chi cercava solo la verità.
In confidenza: perché uccidere tanti innocenti? Perché quella strage?
ERODE
- Ripeto: il mio trono era in
pericolo. Meglio esse-re sicuri. Così diedi l'ordine di uccidere tutti i
bambi-ni della zona, dai due anni in giù. Una semplice precau-zione. E
poi, cosa sono una manciata di bambini? An-che voi moderni, che vi
scandalizzate per me, non andate per il sottile: aborti, abbandoni di neonati
nella spazza-tura...
GUIDA
- Orrendo. Riprendiamo l'intervista
con i Magi. Dunque...
MAGI
- Purtroppo il bambino Gesù era
entrato in un mon-do segnato dal sangue innocente. Del resto, un certo Si-meone,
nel Tempio, lo avrebbe poi preso tra le braccia e benedetto Dio così: «Ora
posso morire felice, perché ho visto la Salvezza!». Ma capiamo anche perché
lo stesso Simeone disse a Ma-ria, la Madre: «Una spada ti trapasserà l'anima!»:
dalla follia di Erode alla croce del Calvario. Lasciato il palazzo di Erode, con
nostra grande gioia la stella riapparve e brillò su Betlemme! Dunque, era h che
ci attendeva il divino appuntamento. Lasciammo cammel-li e servi fuori della
casa ed entrammo.
GUIDA
- Cosa vi aspettavate di vedere,
dopo tanta ricerca?
MAGI
- Vedemmo Giuseppe, Maria e il
neonato: la luce dei nostri occhi, la gioia dei nostri cuori, la meta del nostro
cercare. Era davanti a noi chi ricercavamo da una vita e che ci aveva donato la
fede! Ci inginocchiammo, lo ado-rammo come Dio sulla terra, e lo prendemmo in
braccio. Eravamo commossi e orgogliosi: Dio si era rivelato a noi, pagani, e noi
portavamo a lui il grazie dei pagani, chia-mati anche loro alla fede! Con
lacrime di riconoscenza donammo le nostre ricchez-ze nei doni simbolici. Io,
Gaspare, a Gesù donai l'oro, perché re. A Gesù, come sacerdote definitivo,
Melchior-re offrì l'incenso. Baldassarre invece donò la mirra, be-vanda
molto amara, profetizzando la sua futura passio-ne di uomo del dolore. Il resto
del nostro viaggio non conta. Tornammo alla vi-ta di ogni giorno, ma la luce
splendeva ormai nei nostri cuori. Maria e Giuseppe viaggiarono anche loro per
sal-vare in Egitto Gesù Bambino, inseguiti dalla ferocia di Erode. Ma questi
in capo a pochi mesi morì con la tene-bra nel cuore. Con Dio non si scherza!
GUIDA
- Dopo l'intervista ai Magi del
presepio, esponiamo solennemente sull'altare l'Ostia consacrata, che è Gesù in
persona. Accogliamolo con il canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo,
portiamo accanto a Gesù un telecomando della TV, segno di ciò che ci può
distrarre dall'attendere Gesù! (L'incaricato
esegue). Ascoltiamo ora, con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Io sono la luce del mondo: chi
segue me non cam-minerà nelle tenebre, ma avrà la luce della Vita. Se rima-nete
fedeli alla mia Parola, conoscerete la Verità e sarete liberi! Chi crede in me
ha la Vita che non gli verrà mai tolta. Io sono la tua luce: vuoi
lasciarti illuminare e guidare da me? Io non tradisco. Non sono una fiammella,
io sono la luce! Quanti messaggi luminosi ti giungono in questi giorni,
pie-ni di fascino e di promesse. Ti aiutano un momento, ma non ti salvano.
Quanti discorsi giungono ogni giorno al tuo orecchio e alla tua mente! Ti
aiutano forse in qualco-sa, ma sono anche sbagliati e devianti. Comunque, da
soli, non ti salvano. Solo io ho parole sicure di Vita. Non stancarti di
cercarmi. Hai accanto a te tante luci che possono portarti a me. Scoprile: sono
i sacramenti che ho inventato per te; è la preghiera che io ti ispiro; è la
mia Parola scritta o vissuta nelle persone buone e rette; è la comunità
dell'oratorio, della parrocchia, del gruppo di impegno... Cammina, non solo
nell'età, nello sport, nel fisico più ro-busto o più armonioso, nella
scienza. Cammina ogni gior-no incontro a me, anche se è buio, anche se nessuna
stel-la ti guida. Sappi che io cammino con te e ti sorreggo nella ricerca.
Ragazzo mio, ragazza mia, non lasciare che rimanga bam-bina la tua fede: falla
crescere, maturala, ricercala come i Magi. Davanti a te non c'è alternativa: o
come i Magi, o alla fine come Erode. Come vuoi diventare? Ragazzo mio, cammina
verso di me. Ritroverai il senso del tuo inquieto cercare.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la
nostra umile e fiducio-sa preghiera, ripetendo la supplica « Vieni, Signore
Gesù!».
1
Per chi ricerca il senso della vita, perché non si accon-tenti di mezze
risposte legate alle cose, ma trovi in Gesù la risposta piena: Signore,
attiralo! Preghiamo
2
Per chi è stanco nella fede, e si è allontanato dopo aver vissuto l'amicizia
con Gesù e aver frequentato parrocchia o oratorio: Signore, riscaldalo!
Preghiamo
3
Per chi si è stancato di cercare Gesù o tenta di dimen-ticarlo nella sua vita
senza impegno: Signore, nutrilo di te! Preghiamo
4
Per tutti i ragazzi abbandonati a se stessi e in reale pe-ricolo di prendere
strade sbagliate, senza ritorni: Signo-re, guidali a te! Preghiamo
5
Per le famiglie, perché tutti i membri maturino la fe-de in Gesù e in lui
rinnovino la carità fraterna: Signore, sii nostro familiare! Preghiamo
6
Per tutti noi, perché il Signore metta nel nostro cuore una profonda e sincera
nostalgia di verità e di coerenza: Vieni, Signore, ti aspettiamo! Preghiamo
Padre nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna
dell'attesa di Gesù. (La possono
leggere i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio,
prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto, accoglimi tra le tue
braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico, preservami da ogni male,
stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu stessa per mano all'incontro
con Gesù. Amen!
Impegno e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti
questo impegno: spegnerò la TV e parlerò di più in casa.
23 DICEMBRE
GLI ANGELI
Preparazione
Statuina
di angelo da collocare sulla o vicino alla capanna, magari un angelo tra i
pastori.
Oggetto-simbolo:
una foto o un volantino che riguardi un'opera di pace realizzata dalla comunità,
come solidarietà.
GUIDA
- il quadro del presepio che stiamo
costruendo insie-me diventa sempre più completo: sono ora di scena gli angeli
che annunciano gloria, pace e gioia. (Il
ragazzo incaricato depone alla capanna la statuetta).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Ascoltiamo con timore e riverenza
queste straordi-narie creature. Come mai siete presenti anche voi angeli a
Betlemme?
ANGELO
- Innanzitutto, ricordate che noi
angeli non siamo idoli camuffati e nemmeno veniamo dal regno dei follet-ti
della magia; neppure siamo i vostri puffetti celesti. Semplicemente siamo stati
creati anche noi da Dio, intel-ligenti, liberi molto più di voi umani, ma
senza il corpo come avete voi. Facciamo la corte d'onore a Dio, lo lo-diamo e
in questa lode troviamo tutta la nostra felicità. Sappiamo che Voi uomini non
capite tutto ciò. E allora, per saperne di più, aprite la Bibbia e ci vedrete
al lavoro. Purtroppo ci trovate fin dall'inizio, dopo il peccato che l'uomo
commise agli albori della sua esistenza: una libertà usata male e contro Dio.
Noi siamo a guardia del paradi-so terrestre, per difendere l'onore e la santità
di Dio, non riconosciuta da voi.
GUIDA
- Beh, facile per voi angeli stare
dalla parte di Dio! Noi, invece, creature terrestri e deboli, siamo immersi
nelle tentazioni di ogni genere.
ANGELO
- Notate bene che il diavolo e i suoi
seguaci sono angeli come noi, ma si sono schierati liberamente contro Dio:
pensate, ribelli! E potenti nel male! Noi, angeli fedeli e buoni, nella vita di
Gesù siamo pre-senti fin dall'inizio e abbiamo avuto l'onore di essere i primi
annunciatori del Signore risorto, vivo, vincitore, vi-vificante! Ma anche il
diavolo è ben presente: fin dalla tentazione nel deserto non molla un istante
Gesù. Quanti malati era-no oppressi da uno spirito maligno, e Gesù li guarì!
Il diavolo sarebbe poi tornato alla carica in quella che fu l'ora finale di Gesù,
ma anche l'ora delle tenebre: il dia-volo entrò in Giuda e si scatenò,
inchiodando Gesù sulla croce.
GUIDA
- Insomma, voi angeli siete, come
dire, l'esercito che difende Dio e gli uomini da satana.
ANGELO
- Si, ma non solo questo. Nel Vangelo
siamo so-prattutto annunciatori, messaggeri di grandi realtà, dei grandi gesti
di amore di Dio. Uno di noi, Gabriele, portò l'annuncio a due persone: a
Zaccaria e alla cugina Maria, ma fu accolto e creduto in modo ben diverso.
Gabriele fu inviato a Zaccaria, sposo di Elisabetta, en-trambi giusti. Però
erano senza figli e ormai anziani. Mentre Zaccaria svolgeva le funzioni di
sacerdote nel Tempio e offriva incenso a Dio, gli apparve appunto l'an-gelo
Gabriele, e lui rimase turbato e spaventato. L'ange-lo gli annunziò: «Non
temere, ecco una notizia di gioia: Dio ti renderà padre di colui che precederà
e annuncerà il Salvatore!». Zaccaria non credette subito al Signore, per cui
fu casti-gato con un segno significativo: per mesi la sua lingua fu muta; non
poté più parlare con nessuno fino alla na-scita del figlio, di nome Giovanni,
che diventerà poi il Bat-tezzatore.
GUIDA
- E nel caso di Maria? Mi pare che
anche lei provò... paura!
ANGELO
- Sei mesi dopo il fatto di Zaccaria,
lo stesso Ga-briele fu mandato a Nazaret, da una ragazza meraviglio-sa: Maria.
Anche qui il saluto: «Ti porto una notizia di gioia!» e l'in-vito: «Non
temere. Tu diventerai mamma dell'Atteso, del Messia promesso, che regnerà in
eterno!». Maria si fidò di Dio e pronunciò quel «sì» meraviglioso e
incredibile: in quel momento Dio scese tra gli uomini e cominciò a vivere come
uomo, il suo cuore cominciò a pulsare nel grembo di Maria. Che mistero d'amore
in Dio e in Maria!
GUIDA
- Ovvio che tutto ciò è solo la
premessa di quanto capitò poi a Betlemme. Vorremmo sentirlo dalla viva vo-ce
dell'angelo protagonista nel presepio.
ANGELO2
- Molto semplice. Fui mandato da Dio
ai pastori che vegliavano attorno al fuoco, in una notte fredda, ral-legrata da
miliardi di stelle tremolanti d'amore per il neo-nato Bambino. Arrivai in un
turbine di luce, che avvolse gli increduli pastori e li spaventò assai. Da quel
poco che sapevano di Bibbia, capirono di tro-varsi avvolti dalla presenza di
Dio; di qui, spavento e paura. Li rincuorai subito: «Non temete!», e diedi
loro l'annun-cio più bello della mia carriera di angelo messaggero: «Og-gi a
Betlemme è nato per voi il Salvatore, l'Atteso, il Dio con voi». I pastori
solo allora si tranquillizzarono e ricevettero il segno per riconoscerlo: un
umile bambino, nato in quel-la notte, avvolto in poveri panni, deposto in una
man-giatoia. Capite che messaggio incredibile: stavo parlando del mio Dio
eterno, creatore onnipotente... fatto umile bambino! Ce n'era abbastanza per far
esplodere tutta la loro gioia, che divenne immensa, incontenibile. Tutto il coro
degli angeli si unì a me per gridare all'uma-nità di allora e di sempre: «Gloria
a Dio nell'alto dei cie-li! E pace in terra agli uomini che Dio ama!». Capite?
Gli uomini «amati» da Dio! L'uomo può anche dimenticarsi del suo Signore, ma
Dio non ne dimentica neppure uno e li ama.
GUIDA
- Capisco tutto ciò, ma spiegatemi
perché proprio ai pastori. Con tanta altra gente buona in giro... Sappiamo che
i pastori non erano i tipi più raccomandabili, così al-meno si mormorava.
ANGELO2
- Qui è proprio il mistero di amore.
Dio non pri-vilegia nessuno; se mai, egli è più vicino alle persone sem-plici,
ai poveri di denaro e di cultura. I pastori lo erano. E così corsero senza
indugio, per essere i primi a far fe-sta al Messia, con i loro doni, preziosi
perché concreti e spontanei. Lo trovarono e aprirono i loro fagotti: panni
asciutti e puliti, latte, pelli calde di pecora... e tanto amore e affetto! Noi
angeli a questo punto ce ne andammo: or-mai avevamo svolto il nostro compito.
Ora gli annunciatori del Messia erano loro, i pastori, che portarono gioiosi, a
tutti quelli che incontravano, il mes-saggio più sconvolgente e più
necessario all'uomo.
GUIDA
- E questo «passa parola»
continua ancora oggi: in-credibile! Però, permettetemi una domanda. E strano,
per tre vol-te voi angeli annunciate le meraviglie di Dio e per tre vol-te la
stessa reazione: paura, timore, addirittura spaven-to. Tanto che avete dovuto
ripetere per tre volte: «Non temete!». Come mai?
ANGELO2
- In oriente Dio era considerato con
immenso ri-spetto, per cui sentirsi alla sua presenza significava sen-tirsi
schiacciati dalla sua grandezza e onnipotenza, tanto più per la consapevolezza
di essere creature macchiate di peccato. Invece l'invito a non temere è
consolante: Dio non schiac-cia l'uomo, non lo guarda dall'alto, non lo
minaccia: vuo-le invece un dialogo; vuole l'uomo figlio, non suddito! Ripetemmo
tre volte anche il messaggio: «Vi porto un an-nuncio di gioia grande!».
Piuttosto vorrei osservare che in fatto di gioia voi mo-derni non date molto
l'idea di sapere dove sia. Avete tanti mezzi per divertirvi, per fare festa, per
spassarvela, ma non sembrate contenti e felici. Più che annunciatori del Dio
con noi, o del Cristo risorto, sembrate un po' pro-fessionisti di funerali e di
cattive notizie.
GUIDA
- Lo credo bene! I tempi che
corrono non sono dav-vero felici: tira aria di crisi un po' ovunque, per cui...
Proprio sull'annuncio di voi angeli: «Pace agli uomini» mi viene un forte
dubbio. Mica avete sbagliato pianeta? Guardate la nostra storia: è una catena
infinita di lacri-me, violenze, oppressioni e guerre... Altro che pace in
terra!
ANGELO
- E' vero.
Se oggi dovessi scendere ancora dal cielo per annunciare un lieto messaggio,
riuscirei ancora a pas-sare incolume tra le scie nere dei vostri missili, tra i
fun-ghi delle vostre atomiche, tra i colpi delle contraeree o l'occhio vigile
dei vostri radar sempre all'erta? Ma anche senza colpi di cannone, mi dà l'idea
che voi moderni viviate costantemente in situazioni di non-pace: le oscenità
che investono i bambini; le violenze sui mino-ri, addirittura ancora prima che
nascano; furti, omicidi, violenze negli stadi del divertimento; violenza su
miliardi di affamati, violenze contro i diritti alla dignità, alla li-bertà,
e famiglie divise, sfasciate, con ragazzi ingombran-ti, non amati.
GUIDA
- Allora i casi sono due: o avete
sbagliato voi angeli a gridare «Pace» o siamo noi diventati sordi, e ci scavia-mo
la fossa da noi.
ANGELO
- Forse più semplicemente questo:
pensate che la pace sia un impegno e uno sforzo umano. Invece è in-nanzitutto
un dono di Dio, che va invocato, ricevuto con riconoscenza e difeso con sudore,
sostenuti dalla grazia di Dio. Seminati di pace e seminatori di pace!
GUIDA
- Dopo l'intervista con gli angeli
del presepio, espo-niamo solennemente sull'altare l'Ostia consacrata, che è
Gesù in persona. Accogliamolo con il canto...
GUIDA
- Come nostro piccolo regalo,
portiamo accanto a Gesù una foto che riguarda un 'opera di pace (accennare
a quella conosciuta nella comunità). (L'incaricato esegue). Ascoltiamo ora,
con attenzione e con fede, Gesù vivo che ci parla.
Gesù vivo ci parla
GESù
- Ti lascio la pace, ti do la mia
pace, non come quel-la che ti offre il mondo immerso nell'egoismo del pecca-to
e del tornaconto. Non sia turbato il vostro cuore dalla valanga di male che vi
circonda. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete
tribolazioni, ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo, non con la forza
o la prepotenza, ma dan-do la vita. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
come io ho amato voi. Chi vuole essere il primo si faccia servo degli altri,
come ho fatto io, che non sono venuto per far-mi servire, ma per servire e dare
fino all'ultimo respiro la mia vita. Più di così non potevo. Ti lascio la mia
pace. Non puoi seminarla attorno a te se non ce l'hai nel tuo cuore, se rimani
nel peccato, se non riesci o non vuoi perdonare. Ti lascio la mia pace: non è
solo frutto di impegno delle tue forze: è prima di tutto il dono che io ti do,
se me lo chiedi; che io sostengo, se tu sei già operatore di pace do-ve vivi.
Ti lascio la mia gioia e il segreto per gustarla. Non la com-pri al
supermercato o nei concorsi. La strada giusta della gioia è quella di
condividere con gli altri ciò che sei e ciò che hai. E la mia gioia di averti
dato tutto, anche la mia divinità che ti ho comunicato. Non ne sono geloso!
Ragazzo mio, ragazza mia, non avere paura di incontrar-mi sulla tua strada, non
temere di aprirti alla mia pace:non aver paura di me!Smaschera chi ti può
rubare il tesoro della pace: resisti al fascino momentaneo di chi ti invita a
fare i fatti tuoi per crescere. Io non sono mai stato così alto come quan-do
dalla croce ho dato tutto a tutti. Rispondi con le opere concrete a chi ti
tenta, dicendoti che la pace non ci può essere, che deve iniziare da chi ha il
potere in mano. Semina gioia e pace, ma fanne il pieno al distributore che è il
mio cuore divino, squarciato per te sulla croce. Sii figlio della pace, ragazzo
mio. Ti riconcilierai con la vita.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- A Gesù rispondiamo con la nostra
umile efiducio-sa preghiera, ripetendo: « Vieni, Signore Gesù!».
1
Perché, come gli angeli, sappiamo anche
noi lodare Dio nella preghiera e con le opere di pace: Signore, glo-ria a te! Preghiamo
2
Perché tutti i ragazzi possano godere la vera pace, sen-za armi, violenze,
paure, soprusi e lacrime; Signore, da' loro la tua pace! Preghiamo
3
Perché i soldi non siano più destinati alle armi, ma per ospedali, scuole,
chiese, trattori, case, acqua potabile: Si-gnore, insegnaci le opere della
pace! Preghiamo
4
Perché la vera gioia non venga dal possesso delle co-se, ma dalle opere buone
di una coscienza retta: Signore, donaci questa gioia! Preghiamo
5 Perché non abbiamo paura di
Dio e dei suoi costanti inviti alla conversione: Signore, convertici a te! Preghia-mo
6
Perché tutti noi ci accostiamo al sacramento della Ri-conciliazione, per una
vera conversione: Vieni, Signore, ti aspettiamo! Preghiamo
Padre nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna
dell'attesa di Gesù. (La possono
leggere i più piccoli).
LETTORE
- O Maria, Madre di Cristo Dio,
prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto, accoglimi tra le tue
braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico, preservami da ogni male,
stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu stessa per mano all'incontro
con Gesù. Amen!
Impegno e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, prendendo tutti
questo impegno:Farò una bella confessione. Oppure: Mi prenderò un mo-mento di
sosta nella giornata per pregare e tenere com-pagnia a Gesù!
24 DICEMBRE
MARIA, GESù, GIUSEPPE
Preparazione
Statuine
di Maria, Giuseppe e Gesù Bambino; un lumino acceso da collocare accanto alla
capanna.
Oggetto-simbolo:
un anello su cuscinetto.
GUIDA
- Ormai alla vigilia di Natale,
terminiamo il cammi-no con i personaggi del presepio. Ricordate? La strada, la
capanna, la mangiatoia, l'asino e il bue, il cielo della notte e le luci, i
popolani, ipastori e le pecore, gli angeli, i magi, la stella. Ma il cuore del
presepio sono Maria Santissima, Giusep-pe e il divino neonato! (I ragazzi incaricati depongono nella capanna le statuine della san-ta
Famiglia).
Intervista ai personaggi
GUIDA
- Li intervistiamo ora, con
trepidazione, ma anche con delicatezza, affetto e gratitudine, dando loro del
tu, visto che apparteniamo anche noi alla loro famiglia! Cominciamo dalla Mamma.
Maria, quale è stato il mo-mento decisivo della tua vita?
MARIA
- L'annuncio dell'Angelo. Quante donne
desidera-vano ardentemente di diventare mamma del Messia! Dio guardò a me,
alla mia pochezza. Capii che Dio chiedeva proprio a me l'accettazione di questa
vocazione. Non dubitai di lui, ma ero anch'io una crea-tura fragile. Alle
parole: «Nulla è impossibile a Dio» accettai. Mi fi-dai completamente di
Dio. Solo in seguito però scoprii quanto questo progetto era immenso! Sia lode
a lui in eterno.
GUIDA
- Un tuo gesto simpatico da
proporre ai giovani d'oggi?
MARIA
- Si parla tanto di anziani, del
servizio ai più debo-li, della solidarietà. Anch'io feci così. Avevo saputo
dall'angelo che mia cugina Elisabetta, an-ziana, era in attesa miracolosa di un
bambino. Senza pen-sarci troppo, partii con una carovana. Non fu un viaggio
turistico: parte a piedi, parte in asinello, raggiungemmo in fretta e con fatica
il villaggio di Ain-Karim, a circa cen-tocinquanta chilometri da Nazaret.
Volevo rallegrarmi con Elisabetta ed esaltare Dio per le meraviglie operate in
noi due, donne. C'era anche da aiu-tare in mille cose. Io, giovane, non mi
risparmiai, felice di servirla, finché nacque un vispo maschietto, Giovanni!
GUIDA
- Maria, quali sono le parole più
significative che hai detto?
MARIA
- Non ho dubbi, quelle di risposta
all'angelo: «Ec-comi, sono la serva del mio Signore. Dio faccia con me come tu
hai detto». E le altre parole, in risposta a Elisabetta: «Dio è mio Sal-vatore;
lo voglio lodare: Dio ha guardato alla sua povera serva!».
GUIDA
- Quali le parole più belle che ti
sei sentita dire?
MARIA
- «Mamma, ecco tuo figlio!». Era Gesù
in croce: perdevo mio figlio crocifisso, ritrovavo un nuovo figlio, Giovanni!
GUIDA
- Vivere con Gesù deve essere
stato un mistero altis-simo, un 'esperienza esaltante. Qual è stato il momento
più intenso?
MARIA
- A Betlemme, quando potei stringere
tra le braccia il bambinello, mio figlio! Io, creatura, stringevo a me il mio
Creatore, che avevo formato in me! Un'esperienza intensissima che proverete solo
in Paradiso. Anche se ci volle tutta una vita per capire meglio questo
abbraccio. Ma voi, nella Comunione, non la provate questa espe-rienza?
GUIDA
- Maria, c'è qualcosa che ti
riassume per quello che sei?
MARIA
- La mia risposta a Dio: sì.
GUIDA
- Cosa dfresti a questo mondo che
ha così paura di aprirsi a Dio?
MARIA
- E per
questo sì che tutti, da allora in poi, mi han-no chiamata «Beata»:
solo chi dice un sì pieno a Dio è
beato per sempre!
GUIDA
- il momento più doloroso?
MARIA
- Dite pure «i momenti». Non fu
facile né comoda la mia vita: Erode, la nostra povertà di mezzi, le oscure
parole del profeta Simeone, l'aver smarrito Gesù dodi-cenne al Tempio, il
vedere mio figlio non capito, rifiuta-to, perseguitato per aver fatto solo del
bene, tradito an-che dai suoi più intimi amici, ritenuto pazzo, addirittura
indemoniato. Crocifisso sul legno! Davvero la spada mi ha trapassato l'anima.
Che ferite per una madre!
GUIDA
- Maria, quale il momento più
felice ed esaltante?
MARIA
- Se a Betlemme diedi alla luce Gesù
Bambino e gioii, sotto la croce e accanto al sepolcro, con la mia im-mensa
sofferenza, diedi alla luce Gesù risorto!
GUIDA
- La tua missione dopo Betlemme?
MARIA
- Aiutare mio figlio, Dio in terra,
nella faticosa gioia di crescere, come ragazzo e come giovane! E da quando,
sotto la croce, diventai mamma di Giovan-ni e di tutti gli uomini, sta' sicuro
che questa missione continuo a svolgerla intensamente e appassionatamente!
GUIDA
- Quasi mi vergogno... Permettimi
un 'osservazione. Tu sei stata senza peccato originale e libera da ogni altro
peccato. Sei troppo diversa da noi. Quel tuo sì è troppo lontano da noi.
MARIA
- Capisco le vostre difficoltà. Mio
figlio mi volle im-macolata, in previsione di quel mio sì. Lui mi creò
pura. Ma l'amore a Dio non è solo dato dalla lotta contro il peccato: è dato
soprattutto dalla catena dei continui e pic-coli sì che gli doniamo con
gioia e decisione. Questo po-tete realizzarlo pure voi!
GUIDA
- Quale statua ti rappresenta
meglio delle altre?
MARIA
- L'Immacolata, tutta bianca, che con
il piede schiaccia il capo all'antico serpente. Dio mi ha voluto co-me la nuova
Eva.
GUIDA
- il mistero di Maria è anche il
mistero di Giuseppe, suo sposo. L 'intervista con lui sarà breve: è nello
stile di Giuseppe non fare molti discorsi. Nel Vangelo non c'è neppure una sua
parola.
GIUSEPPE
- La mia vocazione era di incontrare
quella me-ravigliosa ragazza, Maria, e sposarla. Dio si servi di me, lontano e
ormai povero discendente del grande re Davi-de, a cui Dio avrebbe assicurato un
trono in eterno. Io ho inserito Gesù in questa discendenza, facendo così com-piere
le promesse.
GUIDA
- Scusa... Ma tu non sei il vero
padre di Gesù!
GIUSEPPE
- Sono commosso quando penso che la
mia spo-sa diventò madre di chi esisteva da sempre, il mio Crea-tore! Egli
diventò cittadino del mondo solo per opera del- lo Spirito Santo. Io potei
unicamente rimanere stupefat-to per tutto ciò. Davanti alla gente io ero il
vero padre; Dio mi chiese di esserne il fedele e solerte custode in ter-ra. Se
a voi sembra poco... sia gloria a Dio!
GUIDA
- So che hai passato momenti
terribili, come Maria, del resto!
GIUSEPPE
- Fu quando, sposati, Maria mi annunciò
che Dio l'aveva scelta e resa madre senza il mio contributo di sposo. Conoscevo
la Legge di Mosè: una ragazza resa incinta non da suo marito, doveva essere
denunciata. Conoscevo Maria, la sua estrema sincerità e delicatezza: lei aveva
deciso di rimanere vergine per Dio, e anch'io avevo fatto la stessa scelta. Mi
accorsi allora che io, povero falegname di villaggio, ero stato chiamato da Dio
per collaborare con lui per grandi cose! Capii la mia indegnità davanti a
questo progetto e decisi di rimandare segretamente Maria dai suoi genitori. Ma
l'angelo mi disse di non temere. Dio non gioca sulla pelle delle persone. Ancora
oggi guardo in faccia il mio Gesù, gli sorrido e umilmente dico solo: «Grazie,
figlio!».
GUIDA
- In un 'epoca come la nostra in cui
conta essere sul-le prime pagine e ripresi dalle TV del mondo, non ti di-spiace
essere quasi completamente dimenticato nel resto del Vangelo?
GIUSEPPE
- No. Quello che conta è essere
discreto e fede-le collaboratore di Dio, fino in fondo. Di questo mi glo-rio!
GUIDA
- Un 'ultima domanda, Giuseppe. il
momento più in-tenso?
GIUSEPPE
- Quando i miei occhi si fissarono in
quelli di Ma-ria e Dio ci unì.
GUIDA
- Animati dalle parole di Maria e
di Giuseppe, ado-riamo il Figlio, che esponiamo solennemente sull'altare
nell'Ostia consacrata. Accogliamolo con il canto...
GUIDA
- Come piccolo regalo, portiamo
accanto a Gesù un anello matrimoniale, segno dell'Alleanza profonda tra lui e
noi. (L'incaricato esegue). Ascoltiamo
ora, con attenzione e con fede, l'intervista fi-nale: è Gesù che ci parla.
Grazie, Gesù!
Gesù vivo ci parla
GUIDA
- Gesù, quanto hai atteso
l'incontro con l'umanità, e con me?
GESù
- Tu non eri ancora nato e già io
pensavo a te e già desideravo farti capire fino a che punto da sempre io ti
amo.
GUIDA
- Quale nome ti piace di più tra
quelli che ti hanno dato?
GESù
- Emmanuele, perché significa «Dio
con noi». Gli altri nomi dicono qualcosa di me, ma non indicano bene tutto me.
Io sono il «Dio con te»: intimo dei tuoi pensieri per illu-minarli, intimo
dei tuoi progetti per dirigerli, intimo del-la tua debolezza per sostenerla.
GUIDA
- Hai mai avuto paura di farti
cittadino di questa umanità così stramba, così sporca e lacerata
dall'egoismo?
GESù
- L'ho desiderato appassionatamente.
Non ho prete-so che tu fossi perfetto, che il mondo fosse pulito. L'ho
accettato come era, con la sua bontà per rinvigorir-la, con la sua cattiveria
per redimerla.
GUIDA
- Ma perché rinascere a ogni
Natale e per di più di-menticato da tanti?
GESù
- Perché per te crescere come figlio
di Dio non è né facile, né questione di poche 6re. è affare serio di tutta
la vita!
GUIDA
- La storia delle tue manine...
GESù
- Semplice. Immagina che le mie manine
nel presepio siano trafitte dai chiodi e rosse di sangue. Grideresti allo
scandalo. Ebbene, io dalla mangiatoia le spalanco a tutti e sono le stesse mani
con cui, sulla croce, ho abbracciato i pecca-tori di ogni tempo.
GUIDA
- In definitiva, perché tu, Dio,
sei nato come uomo?
GESù
- Per dimostrarti che Dio Padre non si
è mai stanca-to dite e dell'umanità. Per ricordarti che Dio è Padre, e non
rinuncia a vederti finalmente diventato il figlio che ama. Tu da solo non ci
saresti riuscito!Io ti ho dato esempio e capacità di esserlo. Per questo ti ho
regalato anche mia Madre.
GUIDA
- Si dice che nascere è, in fondo,
iniziare a morire.
GESù
- Può essere una bella battuta a
effetto, ma per me è stato proprio così: sono nato per dirti fino alla morte
che ti stimo e ti amo.
GUIDA
- Non ti sei mai pentito, dal
momento che sei stato tradito e ancora lo sei continuamente anche oggi?
GESù
- Rifarei tutto da capo. Anche se
esistessi solo tu.
GUIDA
- Dovessimo farti un regalo per
Natale... un tuo ar-dente desiderio?
GESù
- Ragazzo mio, ragazza mia, non
ridurmi a una bella statuina del presepio, che poi ritirerai in soffitta fino al
prossimo anno. Voglio crescere con te; lasciami crescere in te. Non sono nato
per restare bambino. Cresciamo insieme! Io ti sarò compagno, discreto e
decisivo, nel viaggio del-la tua vita. Provaci. Proviamoci.
Intenzioni di preghiera
GUIDA
- Con la gioiosa attesa di chi è
prossimo a incontra-re l'Atteso, ripetiamo le invocazioni proposte:
1
Vieni, Gesù, ti attendiamo con gioia!
2
Vieni, Gesù, abbiamo fede in te!
3 Vieni, esù,
ti accogliamo!
4
Vieni, Gesù, ti amiamo!
5
Vieni, Gesù, sei il nostro atteso!
6 Vieni, Gesù, ti ringraziamo!
Padre nostro. Affidamento a Maria
GUIDA
- Affidiamoci a Maria, la donna
dell'attesa di Gesù. (La possono
leggere i più piccoli).
LETTORE
- O Maria,
Madre di Cristo Dio, prendimi sotto la tua protezione, coprimi col tuo manto,
accoglimi tra le tue braccia, stringimi al tuo cuore, difendimi dal nemico,
preservami da ogni male, stammi sempre vicina in vita e in morte, guidami tu
stessa per mano all'incontro con Gesù. Amen!
Impegno e congedo
GUIDA
- Ci congediamo, al termine di
questo cammino nel presepio, con gli auguri più cristiani: Gesù nasca nel tuo
cuore. Gesù nasca nella nostra comunità. Natale, tempo di sempre.
BUON
NATALE
E
FELICE
ANNO NUOVO
NEL
SIGNORE ! ! !