NOVENA
DI NATALE_3
Primo
giorno: 16 dicembre
NON TEMETE
I
profeti erano uomini giusti e santi, che Dio sceglieva per ricordare al popolo
il suo patto di alleanza, la sua promessa di salvezza.
Essi
prendevano le difese dei deboli e dei poveri, contro la prepotenza dei ricchi e
dei potenti. Predicavano la conversione e invitavano il popolo ad avere fiducia
in Dio.
Uno
di questi profeti fu Isaia, che visse a Gerusalemme negli anni dal 750 al 700
circa, prima della nascita di Gesù. Per mezzo di lui fu prean-nunciata la
venuta del Salvatore: «Ecco: la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio
che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14).
Nei
momenti di difficoltà e di sfiducia, il profeta ridestava la speranza nel cuore
del suo popolo, invitandolo ad avere fiducia nelle promesse di salvezza di Dio.
Come i profeti, come Isaia, ogni comunità cristiana che si prepara al Natale è
invitata ad accogliere con fede la parola di Dio, e a portare in ogni situazione
segni di speranza e di salvezza.
Si
rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come il
fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Irrobustite le
mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di
cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la
ricompensa divina. Egli viene a salvarci».
Allora
si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà la lingua del muto, perché
scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nel-la steppa. Ci sarà
una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e
gli stolti non vi si aggireranno.
Su
di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e
fuggiranno tristezza e pianto. (Is 35,1-6. 8-10)
Signore, Gesù Cristo, re di gloria, tu che sei la nostra pace e l'amore senza fine, illumina in profondità la nostra vita con lo splendore della tua pace e purifica le nostre coscienze con la dolcez-za del tuo amore. Lo chiediamo a te che vieni a noi, Salvatore e Redentore, e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Secondo
giorno: 17 dicembre
CHE COSA DOBBIAMO FARE?
La
venuta di Gesù va preparata in un'attesa operosa e vigilante. La nascita di Gesù
richiede a tutti una rinascita, una conversione profonda del proprio cuore e
della propria vita.
Il
cammino verso Betlemme passa attraverso l'annuncio a Zaccaria e a Elisabetta
della missione di Giovanni Battista il precursore: «preparare al Signore un
popolo ben disposto».
Accogliendo
il messaggio e la testimonianza di Giovanni Battista, disponiamoci alla
conversione e come le folle che lo ascoltavano anche noi ci chiediamo: «Che
cosa dobbiamo fare?».
Cosa fare, in concreto, per prepararci ad accogliere il Signore che vie-ne, per riconoscerlo e renderlo presente nella nostra vita e nelle scelte quo-tidiane? Da quali peccati abbiamo bisogno di essere perdonati?
Nell'anno
decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare la parola di Dio scese su Giovanni,
figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano,
predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è
scritto nel libro degli oracoli del pro-feta Isaia: Voce di uno che grida nel
deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone
sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano
diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Diceva
dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi
vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? Fate dunque opere degne della
conversione. La scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che
non porta buon frutto, sarà tagliato e but-tato nel fuoco».
Le
folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva: «Chi ha due
tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
(Lc 3,1-I1)
•
Perché riscopriamo nella nostra vita di credenti il significato e la gioia del
sacramento della penitenza, preghiamo:
Convertici, o Signore!
•
Perché riconosciamo nel volto di ogni fratello, specie nei più deboli e
poveri, il volto del Signore che viene, preghiamo:
Convertici, o Signore!
•
Perché non vinca in noi l'egoismo, la paura, la diffidenza e l'incostanza, ma
l'altruismo, il coraggio, la fedeltà e la fiducia, pre-ghiamo:
Convertici, o Signore!
Dio, Padre onnipotente e misericordioso, nella tua provvidenza hai voluto che san Giovanni Battista preparasse per il Cristo un popolo ben disposto. Dona a noi, tua famiglia, di essere purificati da ogni peccato e di potere così accogliere, con cuore rinnovato Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen
Terzo
giorno 18 dicembre
Non
possiamo essere veri discepoli di Gesù se non restiamo, come Maria, in ascolto.
della volontà del Padre. Per tutti Maria è modello di fede e di disponibilità,
e immagine della Chiesa che è chiamata a fare la volontà del Signore.
Vigilanti nella preghiera, lieti nel ringraziamento, impariamo da lei a essere
generosi nel compimento della volontà di Dio, pronti ad accogliere il Signore
che viene.
Maria
sa riconoscere l'iniziativa di Dio ed è pronta ad accoglierla. Comprese che una
sola cosa ha realmente valore e la fece sua: la volontà di Dio nella sua vita:
«Eccomi... avvenga di me quello che hai detto».
Nel
sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città del-la Galilea,
chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti
saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A
queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale
saluto. L'angelo le disse: concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
chiamerai Gesù.
Sarà
grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non
avrà fine».
Allora
Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose
l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la
potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio
di Dio.
Vedi:
anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepi-to un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è
impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc 1,26-38)
Quando
altre parole ci distraggono o altri progetti diversi dai tuoi ci attirano.
Quando pensiamo di tenere per noi stessi la tua parola e abbiamo paura di
portarla agli altri.
Rendici
disponibili, o Signore!
Quando
ascoltiamo solo esteriormente la tua parola, ma non la mettiamo in pratica.
Rendici
disponibili, o Signore!
Quando
non scopriamo la novità della tua parola e restiamo indifferenti davanti ad
essa.
Rendici
disponibili, o Signore!
Fa'.
Padre buono e onnipotente, che come Maria ha accolto con fede l'annuncio
dell'angelo, così noi accogliamo sempre con gioia e con fiducia la parola del
Salvatore, come parola di luce e di salvezza nelle situazioni che viviamo.
Te
lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen
Quarto
giorno: 19 dicembre
SAPER ATTENDERE
Attendere
e accogliere Gesù che viene, significa riconoscerlo e acco-glierlo
nell'incontro con gli altri, nel servizio ai fratelli.
Maria attende Gesù andando a trovare Elisabetta sua cugina, per aiu-tarla. è nell'incontro che si manifesta la venuta ormai prossima del Salvatore e fiorisce un canto di gioia e di riconoscenza, sentendosi dentro una storia amata e salvata da Dio. Per questo i segni veri del Natale non sono quelli offerti dal chiasso o dal consumo egoistico delle cose, ma sono servizio disinteressato e generoso.
In
quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiun-se in fretta
una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra
le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio
Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei
orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha
creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Allora
Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte
le generazioni mi chiameranno beata. (Lc 1,39-47)
Ove
regna l'odio, fa' che portiamo l'amore.
Ove
regna l'offesa, fa' che portiamo il perdono.
Ove
regna 1a discordia, fa' che portiamo l'unione.
Ove
regna l'errore, fa' che portiamo la verità.
Ove
regna il dubbio, fa' che portiamo la fede.
Ove
regna la dispe-razione, fa' che portiamo la speranza.
Ove
regna la tristezza, fa' che portiamo la gioia.
Accogli,
Signore, la nostra preghiera: tu che Signore e Maestro vieni a servire e così
salvare ogni uomo, concedi a noi di imitarti nel servizio ai nostri fratelli.
Amen
Quinto
giorno: 20 dicembre
MODELLO DI SERVIZIO
San
Giuseppe è un artigiano, un lavoratore, un uomo che, cercando di attuare nella
sua vita la giustizia verso Dio e verso gli altri, accoglie il non facile
compito che Dio gli affida nella storia della salvezza. Egli sa fidarsi di Dio,
della sua fedeltà alle promesse. Sa adattare il suo progetto di vita a1
progetto più grande che Dio manifesta.
San Giuseppe diviene così un esempio concreto di attesa per tutti noi: come Maria, è anch'egli modello di servizio disinteressato e di fiducia incrollabile in Dio.
Ecco
come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa
di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera
dello Spirito Santo.
Giuseppe
suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in
segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in
sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa, per-ché quel che è generato in
lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù:
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». (Mt 1,18-21)
Padre
santo che hai manifestato a San Giuseppe il mistero di Cristo, donaci di
conoscere e di amare sempre più i1 tuo Figlio, fatto uomo per la nostra
salvezza.
Tu
che ci ami al di là della morte, fa' che nella venuta definitiva di Gesù ci
possiamo riunire nella tua gioia con tutte le persone care. O Dio, Padre buono e
onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla
custodia premurosa di San Giuseppe, per sua intercessione concedi a noi di
collaborare fedel-mente al compimento della salvezza.
Per
Cristo nostro Signore. Amen
Sesto
giorno: 21 dicembre
DIO CI GUIDA CON AMORE
Un
decreto dell'imperatore Augusto costringe i poveri e gli umili a metter-si, con
sacrificio, in viaggio verso i luoghi di origine, per far registrare il pro-prio
nome per il censimento. Ma non è la decisione di Cesare Augusto a fare la
storia, quanto il camminare verso Betlemme di persone umili del popolo, quali
sono Maria e Giuseppe, che lasciano agire Dio nella loro vita.
Anche in situazioni difficili, in mezzo a condizionamenti imposti e quotidiani, è possibile sentirsi ed essere protagonisti di liberazione e di sal-vezza, se sappiamo accogliere fino in fondo la missione che Dio ci affida.
In
quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della
Siria Quirino.
Andavano
tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era
della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea
salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare
insieme con Maria sua sposa, che era incinta. (Lc 2,1-5)
Perché
nei rapporti con gli altri non siamo guidati dall'interesse o dal desiderio di
avere di più ma dalla condivisione giusta e dallo spirito di fraternità,
preghiamo... Venga il tuo regno, Signore
Perché
ci lasciamo mettere in cammino dalle esigenze del regno di Dio in mezzo a noi e
accogliamo con decisione il progetto di vita che Cristo ci propone, preghiamo...
Venga il tuo regno, Signore
Dio,
Padre onnipotente e buono, esaudisci le nostre preghiere che presentiamo a te
insieme a quelle di tutti i poveri del mondo. Rendici protagonisti e costruttori
oggi del tuo progetto di salvezza che manifesti a noi nel Salvatore che viene e
vive e regna nei secoli dei secoli. Amen
Settimo
giorno: 22 dicembre
UN INVITO PER TUTTI
Il
Signore viene per tutti: a noi è richiesta la decisione di cercarlo e di
accoglierlo sempre con fede. Superando disagi e ostacoli, i Magi - questi
sapienti orientali - trovano il Signore e lo adorano, prefigurando la chia-mata
di tutti i popoli alla salvezza. è un invito a tutti noi a farci attenti e a
riconoscere, nei molti volti e nei molti segni, Gesù che viene.
Gesù
nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da
oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei giudei che è nato?
Abbiamo visto la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All'udire queste
parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i
sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui
doveva nascere il Messia.
Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mez-zo del
profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo
capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo,
Israele». (Mt 2,1-6)
Per
le persone che non credono, per gli atei e gli indifferenti: per-ché nella
loro vita scoprano i segni dell'amore e della presenza di Dio, preghiamo...
Signore, tu sei la luce
Per
coloro che soffrono, per le famiglie che vivono momenti diffi-cili: perché nel
Signore trovino forza e luce di speranza, preghiamo... Signore,
tu sei la luce
Consola, Signore, noi tuo popolo ed esaudisci le nostre preghiere. Manda
a noi Gesù il Salvatore perché riunisca tutti gli uomini, ci' liberi da ogni
tristezza e illumini i nostri cuori.
Lui
che è Dio e vive e regna con te e con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei
secoli. Amen
Ottavo
giorno: 23 dicembre
NASCE L'UOMO NUOVO
Il cammino verso il Natale è invito a riscoprire il nostro battesimo come un cammino di continua «rinascita». In Gesù che nasce a Betlemme, nasce «l'uomo nuovo»: ciascuno di noi entra in un rapporto nuovo e di figli con Dio.
Ascoltiamo
quanto scrive S. Leone Magno: «Prendi coscienza, o cri-stiano, della tua
dignità; e diventato partecipe della natura divina, non ritornare, per una
indegna condotta, all'antica bassezza.
Ricordati
chi è il tuo Capo e di quale corpo sei membro. Tieni presente che, strappato
alla potenza delle tenebre, sei stato trasportato nella luce del regno di Dio.
Il sacramento del battesimo ha fatto di te il tempio dello Spirito Santo».
Ma
quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna,
nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché
ricevessimo l'adozione a figli.
E
che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo
Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma
figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. (Gal 4,4- 7)
Perché
rinunciamo alle opere del male e dell'egoismo, preghiamo... Perché viviamo con
gioia la nostra vocazione cristiana, preghiamo... Donaci
la tua vita, Signore
Perché
manifestiamo il nostro battesimo attraverso uno stile nuovo di vita,
preghiamo... Donaci la tua vita, Signore
Per
i genitori che si preparano a celebrare il Battesimo di un pro-prio bambino,
perché siano aiutati a riscoprire il dono della fede, preghiamo..
Donaci la tua vita, Signore
Dio,
Padre onnipotente, rinnova i nostri cuori, perché siano pre-parati ad
accogliere il Cristo tuo Figlio e fa' che, con la sua venuta, noi possiamo
vivere come tuoi veri figli.
Nono
giorno: 24 dicembre
è GIOIA PER NOI OGGI
«Svegliati,
o uomo - ricorda S. Agostino - per te Dio si è fatto uomo. Saresti morto per
sempre, se egli non fosse nato nel tempo».
La
gioia annunciata ai pastori di Betlemme è gioia per noi oggi: «Non c'è spazio
per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la
paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne.
Nessuno
è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché
il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato
nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti». (S. Leone
Magno)
C'erano
in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al
loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del
Signore li avvolse di luce.
Essi
furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «non temete, ecco vi
annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella
città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il
segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che gia-ce in una mangiatoia». E
subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio
e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che
egli ama». (Lc 2,8-20)
Tu
che sei disceso sulla terra per farci salire al cielo, dona a tutti noi la
speranza della nuova nascita nel tuo regno, e fa' che un gior-no possiamo
essere uniti nella gioia senza fine con te e con tutte le persone care che ci
hanno preceduto nella tua Casa.
Fondamento e speranza della nostra vita, Dio eterno, Padre buo-no e onnipotente, tu vieni incontro a noi e ci doni la salvezza per mezzo del tuo unico Figlio. Volgi lo sguardo su di noi e accogli le nostre preghiere; dona a noi, che con gioia contempliamo l'avveni-mento àeffa nascita del tuo Figlio, di partecipare con gioia senza fine alla ms v^ta nella. gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen
Tratto
da: Papa Giovanni anno 28° nr 11 1994